Tra un mese: 18 agosto 1944, il ‘ricordo’ di una “tragedia” / Manifesto del PRC nel 2004

L’importanzza di un archivio

È possibile dare tre principali definizioni di archivio.

Ci atteniamo, in questo caso specifico, a definire un archivio come il complesso di documenti che viene prodotto e/o acquisito da un ente durante lo svolgimento delle proprie attività.

Questi documenti mantengono il nesso logico e necessario che lega tra loro i vari documenti; ogni documento è naturalmente legato agli altri nell’ambito di uno specifico contesto.

Si è detto del ciclo di vita del documento. Un ciclo di vita che può essere diviso in tre grandi fasi:

  • Archivio corrrente. Si tratta dell’insieme di documenti conservati per finalità pratico-amministrative. In quest’archivio, in pratica, confluiscono i documenti utilizzati per sbrigare gli affari correnti.
  • Archivio di deposito. I documenti relativi ad affari esauriti, quindi non più necessari per il disbrigo degli affari correnti, ma non ancora destinati alla conservazione permanente e alla consultazione, vengono collocati in un archivio di deposito.
  • Archivio storico.

L’archivio storico è, per così dire, l’ultima tappa del ciclo di vita del documento.

Ci sono, infatti, alcuni documenti che devono essere obbligatoriamente conservati anche dopo che hanno esaurito la loro funzione.

È il caso, ad esempio, di tutti gli atti pubblici.

Tali documenti devono essere resi consultabili per ragioni storico-culturali (ma possono comunque avere ancora validità pratica), e vanno così a formare quello che viene chiamato, appunto, archivio storico.

Anche se i documenti contenuti nell’archivio storico hanno uno scarso rilievo per le esigenze pratiche, devono comunque essere resi consultabili per finalità di studio o non di studio (privati, amministrativi o legali).

Inoltre, finché quest’archivio serve ai cittadini , la sua gestione deve sempre e comunque garantire autenticità, integrità e reperibilità di tutti i documenti in esso contenuti.

Quindi, detto in altre parole, un archivio storico deve essere gestito secondo le norme e le modalità della conservazione digitale.

Fatta questa lunga ma esaustiva premessa , arriviamo al caso specifico :

a-18 agosto 1944, la data di una “strage” che provocò la ‘morte’ di 15 anghiaresi a seguito della distruzioine della Caserma CC.

b-la  richiesta  di un riconoscimento al ‘Gonfelone’ del Comune  o  alla ‘Bandiera dell’Arma’, richiesta  avanzata anche dall’allora Sindaco Danilo Bianchi (vds.lettera che pubblichiamo di seguito):

c- manifesto (foto sotto) : da “leggere , meditare e ringraziarne l’estensore ”.

Il manifesto è del partito della Rifondazione Comunista  (scritto ed affisso  nel 2004 dallo studente universitario Mirco Meozzi, ora Avvocato,  sulla relativa bacheca del partito)

Un evento  quest’ultimo  che mette ancora più in risalto quanto avvenuto lo scorso 18 agosto 2018 quando  l’attuale ‘sindaco’ (ci scuserà la lettera  minuscola) NON presenziò  alla ‘Cerimonia in Memoria’ di quelle Vittime perchè, pensate un po’:  doveva  essere  ad un matrimonio (! !).

-Gino Dente- giornalista pubblicista-testimone dell’esplosione-