A Capolona confronto aperto fra amministratori, cittadini ed Asl sui servizi sanitari e sul 118

thumbnailCiolfi: “le scelte si compiono sui dati concreti e sulle esperienze acquisite”. Il valore forte della Casa della Salute

Capolona  – Capolona si interroga sul futuro della sanità nella sua zona. Lo ha fatto durante un incontro voluto alla amministrazione comunale con i responsabili della Asl8, dalla medicina territoriale a quella dell’emergenza. Il sindaco Alberto Ciolfi ha inteso così cercare risposte concrete sul nuovo assetto dei servizi sociosanitari rivolti ai cittadini presso la Casa della Salute di Subbiano, Capolona e Castiglion Fibocchi, anche alla luce del recente conferimento all’Azienda della gestione di tutti i servizi sociali da parte del Comune di Capolona. Ma anche rendere noto – con dati tecnici e statistici alla mano – il contesto e le ricadute dell’introduzione sulle 24 ore anche a Subbiano dell’ambulanza infermierizzata in luogo di quella con medico a bordo, questione che ha recentemente scaldato il dibattito politico locale.
Su questo, il Sindaco Ciolfi ha voluto sottolineare la sua “contrarietà all’assunzione di posizioni che, seppur legittime, non siano basate su dati analitici e una consapevolezza di fondo sul funzionamento del progetto aziendale di riorganizzazione del 118, progetto che è stato oggetto di approvazione da parte di entrambe le Amministrazioni comunali già dal 2011 e che – ha sottolineato – non si vorrebbe fosse strumento di battaglie politiche che rispondono a meri interessi di parte o addirittura personali”.
Massimo Mandò, Direttore del dipartimento di Urgenza-Emergenza della Asl8, ha portato dati relativi a vicine realtà locali, ma anche alle più rilevanti esperienze internazionali, che dimostrano la validità del progetto e la inconsistenza delle argomentazioni che tentano di attribuire ad esso carenze di sicurezza.
Per illustrare la nuova organizzazione dei servizi territoriali ed i primi esiti dell’attività svolta dalla Casa della Salute negli ultimi due anni, insieme al Direttore di Zona Distretto Patrizia Castellucci, sono intervenuti il Coordinatore Sociale di Zona Donatella Frullano, il Responsabile medico delle Attività Sanitarie di Comunità Fabiola Mandolesi, il Coordinatore Sanitario di Zona-Distretto Luigi Triggiano, nonché il Coordinatore Clinico della Casa della Salute Alfredo Caporali.
Noiha detto Castellucci rispondendo con largo anticipo a quanto richiesto dalle nuove norme della Regione Toscana approvate a luglio 2014, grazie alla convenzione tra il Comune di Capolona e Distretto Aziendale di Arezzo abbiamo fatto un importante passo verso l’integrazione sociosanitaria, ovvero verso la possibilità che una persona che presenta problematiche e bisogni sia di tipo sanitario che sociale possa essere accolto dal medico o dall’assistente sociale e attraverso questi trovare risposte quanto più possibili esaustive senza dover passare prima dalla ASL, poi dal Comune, con tutte le difficoltà che ciò comporta, soprattutto quando una persona si trova in condizioni di fragilità.
Donatella Frullano ha quindi illustrato la nuova organizzazione dei servizi sociali, con due assistenti sociali invece di uno, specializzate su aree di bisogno e supervisionate nel contesto del servizio sociale unico aziendale. “Alla Casa della Salute – ha spiegato – i cittadini potranno incontrare il proprio assistente sociale per due giorni alla settimana, mentre l’ufficio servizi sociali, grazie alla presenza di due volontarie del servizio civile appositamente formate, potranno ottenere informazioni o accedere ai benefici presentando gli specifici moduli tutte le mattine della settimana.”
Fabiola Mandolesi ha sottolineato come l’innovazione introdotta con il Chronic Care Model attuato presso la Casa della Salute permette ai cittadini affetti da diabete, scompenso cardiaco, bronchite cronica, rischio di ictus celebrale, di godere di programmi personalizzati di assistenza dove i medici di famiglia e gli specialisti cooperano per la prima volta su comuni obiettivi di salute.
Su questo anche due interessanti interventi emersi dalla sala, che hanno messo in evidenza la sofferenza del cittadino di fronte a pareri diversi di figure professionali tra loro non coordinate, la mancanza di rete tra la medicina specialistica e la medicina generale e le lunghe liste di attesa per l’accesso alle visite specialistiche e alla diagnostica strumentale.

“Oggi con le metodologie di lavoro che la Casa della Salute favorisce – ha spiegato Luigi Triggiano – è possibile insieme agli specialisti definire con molta più precisione i bisogni dei pazienti più complessi o affetti da malattie croniche, anche a rispetto alle visite di controllo e agli esami di controllo che debbano essere tassativamente programmati dal sistema e non lasciati alla responsabilità o alla ricerca affannosa da parte del cittadino. Questo eviterebbe peraltro anche spese improprie proprio a carico della famiglia. E’ necessario – ha concluso – uscire dalla dinamica di una relazione (tra domanda e offerta) che spesso induce a prestazioni inappropriate (non si sta meglio facendo più esami) ma orientando la programmazione mettendolo in relazione una domanda qualificata ad una risposta qualificata.”

Pubblicato da Redazione