Alla ricerca “urgente” del Sindaco ideale

L’ANCI, Associazione Nazionale Comuni d’Italia (comuni con meno di 5000 abitanti), ha commissionato una interessante ricerca alla SWG Srl di Trieste per individuare come debba essere il sindaco ideale, cosa ne è emerso?

Nei piccoli comuni si fa avanti una visione del sindaco sempre più come persona concreta e si afferma l’esigenza di uno stile di governo centrato sulle progettualità, sulla capacità di rispondere alle esigenze e ai bisogni della comunità.

Un primo cittadino che svolge il suo lavoro con spirito di servizio, capace, quindi, di ascoltare e di incarnare i valori del territorio, ma anche capace di fare, di costruire intorno a sé un team efficiente, di predisporre percorsi di sviluppo per le città e di farlo insieme ai cittadini.

In primo luogo il sindaco deve essere una persona che è vicina ai cittadini perché è tutti i giorni con loro: li ascolta, risponde celermente alle loro lettere, dialoga e incontra tutti. Al secondo posto si vuole un primo cittadino che in qualche modo sia “la città”.

Nel suo sindaco la città deve potersi riconoscere, deve individuare la persona che sintetizza le dinamiche culturali, sociali e ideali locali.

Terzo fattore è quello del farsi rispettare, dell’autorevolezza.

Altro elemento è il ruolo del “team” che affianca il primo cittadino.

In questa esigenza non c’è la negazione del ruolo della società civile, bensì la consapevolezza che la complessità del governo locale, con le molteplici funzioni che deve svolgere un Comune, abbisogna di un sindaco al passo con i tempi, supportato da persone in grado di rispondere ai bisogni e alle aspettative della città (tecnico, segretario, commissioni ed esperti).

Altra caratteristica centrale è la capacità di progettare il futuro risolvendo i piccoli problemi quotidiani.

Da un lato c’è la necessità di valicare un sistema statico di gestione della realtà e programmare una maggiore vivibilità delle nostre città, dall’altro lato l’esigenza di partire dai piccoli progetti senza attendere futuribili meraviglie.

Insomma, tanta concretezza: “fare subito” ma all’interno di un progetto coordinato e chiaro.

I grandi piani da soli non riscontrano un particolare favore del pubblico.

A fare da contraltare contro gli eccessi della tecno-politica, del team di esperti tecnocrati, ci dovrebbe essere la richiesta di un sindaco capace di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di governo.

La  politica amministrativa locale deve essere partecipata, sempre più diretta e immediata, sempre più calda e giocata in prima persona.

Chi vive nei piccoli centri,  non pensa a un sindaco avulso dalle dinamiche della politica, ma lo vuole capace di navigare nel mondo della politica.

Il sindaco non deve essere solo un buon amministratore, ma deve saper gestire i rapporti con i diversi settori della società.

Di qui l’esigenza di un primo cittadino esperto, accorto politicamente, con una personalità forte e autorevole.

Il minore peso dei fattori carismatici del sindaco rispetto a quelli del buon amministratore, concreto e attento ai bisogni del territorio, ha effetti anche sull’immagine della giunta, delle persone che il primo cittadino sceglie per governare.

Ad esse si affida il compito di far funzionare la macchina comunale, di incidere sulle lentezze, sulle tendenze autoconservative, sulle dinamiche burocratiche degli apparati.

Minore, invece, la fiducia nella capacità dei dirigenti e del personale del Comune.

Prendendo spunto da questa indagine:

cosa pensi del tuo sindaco?

-E della giunta?

-Sei soddisfatto dell’attenzione che dimostrano verso i tuoi problemi?

-E delle risposte?

Tenuto conto che proprio nei piccoli comuni la quasi totalità degli effetti sociali, economici e di sviluppo passano attraverso le decisioni della commissione edilizia, cosa pensi dei suoi componenti e del loro operato?

-Il tuo sindaco è indipendente o succube delle personalità forti attorno a lui?

Rispondiamoci!

-Redazione-