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Anghiari, solenne e commossa partecipazione dei cittadini per il 70° anniversario di una strage/15 furono le Vittime innocenti per gli orrori della guerra

DSC_0676 (Copia)Si è svolta ieri mattina ad Anghiari l’emozionante cerimonia di commemorazione delle vittime della strage per l’esplosione della Caserma dei Carabinieri.
Era il 18 agosto 1944 e nell’esplosione persero la vita 15 persone.
La cerimonia è iniziata alle 10:30 con il rintocco del campano (a segnare l’ora esatta in cui avvenne l’esplosione) e con il corteo partito dalla Chiesa della Propositura ed arrivato fino al giardinetto che si trova a pochi metri di distanza dal “cippo” che ricorda il punto esatto in cui avvenne l’attentato e la strage.
Qui il Cappellano Militare Don Mauro Tramontano ha celebrato la Santa Messa “al campo” in suffragio delle Vittime e si è svolta una commovente rappresentazione teatrale, che ha “fotografato” quanto avvenne in quel triste giorno di 70 anni fa.
10363629_1453242341617980_4750857692965817752_nAlla cerimonia di commemorazione hanno preso parte oltre al Sindaco di Anghiari Riccardo La Ferla, i familiari delle 15 vittime della strage ed importanti rappresentati della Arma dei Carabinieri.
Tra questi il Generale di Brigata Alberto Mosca (Comandante Legione Carabinieri Toscana), il Tenente Colonnello Giuseppe Lettini (Comandante Reparto Operativo Carabinieri Arezzo), il Tenente Luigi Grella (Comandante Tenenza Sansepolcro) ed il Luogotenente Luca Chiarentin (Comandante Stazione Carabinieri Anghiari).
Presenti anche le Associazioni d’Arma.
Queste le parole di Riccardo La Ferla:Una bella cerimonia per onorare le 15 vittime della strage alla Caserma dei Carabinieri nel giorno del 70° Listeneranniversario e per testimoniare con forza il rifiuto di ogni forma di violenza. Anghiari ha risposto con grande sensibilità. Approfitto dell’occasione per ringraziare l’Arma dei Carabinieri, i familiari delle Vittime, Andrea Merendelli, i vari attori e tutte le persone che hanno partecipato alla commemorazione”.
La dichiarazione del Generale di Brigata Alberto Mosca-Comandante Legione Carabinieri Toscana: “Sono molto onorato di essere stato invitato dal sindaco La Ferla e dall’amministrazione di Anghiari per conferire la giusta rilevanza a questo evento. Un evento semplice ma che ha toccato in modo significativo l’Arma dei Carabinieri e tutta la cittadinanza di Anghiari a riprova che i Carabinieri sono parte integrante da duecento anni di quelle che sono le collettività locali”.
DSC_0652 (Copia)Ecco, in modo integrale la fotografia di quel lontano 18 agosto 1944 che Andrea Merendelli , con precisione e bravura, nella sua rappresentazione ha fatto rivivere agli anghiaresi di quel tempo ed ai tanti giovani che, di quel tempo, non sempre hanno sentito il racconto dei fatti.:
DSC_0633 (Copia)“”L’estate del ’44 comincia a fine luglio. Fino a quel giorno, è piovuto di tutto: pioggia dal cielo, come quest’anno 70 anni dopo…
Pioggia di proiettili e granate. Piovono lacrime il 18 agosto del ’44, che non ci sarebbe più bisogno perché la Guerra è finita. Finita… Finita?
L’estate del ’44 comincia a fine luglio. Si esce di casa a giocare, i bambini raccattano bossoli e spolette, qualcuno si fa male. Due scappellotti, ma non è niente, è un graffio.
Le lacrime sono finite, la guerra è finita, si può giocare, pescare al fiume e correre verso il Tevere. 21 giorni dopo la ritirata dei barbari, si fanno i conti dei danni, del grano, dei polli e dei conigli rimasti.
Ma basta quel che c’è, è tempo di festa.
Non ci vorrebbe quel pozzo, quel pozzo nero, proprio no… Un pozzo pieno di esplosivo tedesco.
La Marietta e la Teresa fanno le pulizie.
Oggi è l’onomastico della signora Elena, una donna generosa che festeggia la sua santa mettendo in fila quel poco che c’è rimasto da mangiare, per accontentare chi non ne ha.
Dante controlla se quell’orto secco e sterile, impaurito dalla guerra, ha fatto qualche miracolo di mezza estate.
Girolamo di Talla ha sposato una ragazza d’Anghiari. A mezzogiorno esce dalla caserma e torna a pranzo a casa.
La Vittoria, come tutte le donne d’Anghiari, il sugo lo inventa se non ci sono ingredienti veri.
Saverio, un suo commilitone, è meno fortunato. Lui da pochi giorni ha lasciato Potenza per venire ad Anghiari. Pranzerà in caserma, scatolette alleate e caffè di cicoria.
Ogni tanto, la Mafalda, la Maria o la Ida preparano qualche miracolo gastronomico, e tutto sparisce in un secondo. C’è da governare anche i prigionieri, che presto saranno liberi.
Il maresciallo Capulzini discute con alcuni ancora dentro, chi da una parte, chi dall’altra.
Ma il suo pensiero è altrove, perché lo sa Capulzini, che non si dorme tranquilli con un pozzo pieno di esplosivo tedesco.
Specie se stamattina c’è un’aria strana, sì, c’è qualcosa che non gli torna… Ha telegrafato, mandato una lettera, ma ancora non si vede nessuno. È come dormire sull’Etna che da 21 giorni dorme con te.
È caldo, finalmente è caldo.
Si avvicinano le 10.30, ora il campano suona la mezza mattina. Manca poco alla fiera del cocomero, ma chi trova un cocomero quest’anno è bravo. E chi trova un detonatore è bravissimo.
“Capulzini! Sono le 10,30 anche a Cortona. Oggi è venerdì e anche la tua città è libera, non ci fai un salto domenica?”
No, Capulzini non ce lo farà un salto a Cortona.

img041Un salto lo fa, ma con altre persone. Salta per aria.
15 morti e due feriti in gravi condizioni.
La crudele banalità della guerra? Senz’altro.
La stupidità del male? Altrettanto.
Esplosivo tedesco? È certo.
Un incidente?
Quante possibilità ci sono che una sigaretta caschi in un pozzo umido e tutto salti per aria come nei cartoni animati? Nessuna….
Ci vuole una mano, una mano dell’uomo. E poi un esercito di supposizioni e una tempesta di colpe incrociate…
Non è che…Forse… il destino di civili e militari in quella caserma fosse già segnato?
Forse dovevano morire i Carabinieri, forse dovevano morire i tre fascisti arrestati, forse doveva morire il partigiano. Forse… Doveva proprio morire gente mite e comune che si sforzava di ripartire con la normalità della vita?
È bastata una mano “ignota”, e in questa Caserma di Anghiari, è morta simbolicamente tutta l’Italia.
In memoria delle vittime e dei cari che le hanno piante. Un ricordo di Don Nilo Conti, testimone oculare della tragedia e proposto di Anghiari””
DSC_0607 (Copia)In chiusura di questo nostro resoconto, ricordiamo ancora le Vittime innocenti causate dagli orrori della guerra:
Maresciallo Adamo Capulzini, Vice Brigadiere Saverio Faraone, Carabiniere Girolamo Fiorini oltre ai cittadini Elena Bartolomei, Marietta Inci, Mafalda Leucalitti, Maria Giuseppa Locci, Dante Meoni, Pasquale Meoni, Probo Palombini, Arnaldo Oreste Palombini, Roberto Filippo Palombini, Ida Sanleolini vedova Bartolomei, Teresa Socali Meoni e Teresa Pieracci che, se da qualche parte del cielo hanno potuto vedere la “cerimonia”, sicuramente anche loro si saranno commossi nel constatare che “il loro ricordo” è ancora vivo in Anghiari.
Per terminare ci sentiamo in dovere di ringraziare il Sindaco Riccardo La Ferla per una manifestazione che, e lo possiamo testimoniare, ha fortemente voluto, quindi questa Redazione “ti” dice: “Grazie Sindaco”. Così come diciamo “grazie” anche all’assessore alla cultura Miriam Petruccioli per la sua opera nel far riuscire la manifestazione ed al regista Andrea Merendelli, diventato nell’occasione attore-conduttore,  “perfetto” nella sua rappresentazione per i fatti esposti relativamente a quel 18 agosto di 70 anni fa: una “vera fotografia” di quanto accaduto con le relative supposizioni che quella tragedia si porta dietro.
Abbiamo dato del “tu”perché dare del “lei” rende il rapporto sempre “formale e distaccato”, dare del “tu”, in questo caso è come darlo ad “un familiare” ed in questa circostanza, caro Sindaco hai meritato di essere trattato come un “familiare”.
-Redazione-