Bollette, dal 2018 stop ai pagamenti ogni 4 settimane

Dal 2018 le bollette potrebbero tornare mensili. Allo studio del Governo la nuova norma per abolire le bollette fatturate ogni quattro settimane

Dal 2018 potrebbero sparire tutte le bollette che le compagnie costringono a pagare ogni quattro settimane.

Il Governo sta valutando “interventi normativi” contro tale pratica, che con il meccanismo della fatturazione a 28 giorni per le bollette telefoniche e delle pay-tv,  comporta una cadenza di 13 bollette all’anno, al posto delle 12 classiche mensili, con un sovrapprezzo stimato del 9% a carico del consumatore.
Un modo poco trasparente per proporre tariffe più alte che più volte è stato denunciato alle autorità competenti.

Bollette ogni 28 giorni sono illegaliLa prossima Legge di Bilancio dovrebbe dunque contenere una nuova normativa che renderà illegali questo tipo di bollette. La Camera dei Deputati ha infatti approvato all’unanimità una risoluzione – il cui primo firmatario è il Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni Michele Meta – che impegna il Governo “ad assumere iniziative normative, nell’ambito della manovra di bilancio per il 2018, per impedire che gli operatori telefonici e di telecomunicazione adottino una cadenza di fatturazione che non abbia come base il mese o un suo multiplo”.
Si tratta di “un messaggio chiaro ai furbetti del telefonino, che continuano a fare orecchie da mercante, e in difesa dei consumatori”, come spiegato dallo stesso Presidente della Commissione.
Le compagnie che vogliono aumentare i costi dei loro servizi dovranno insomma farlo “alla luce del sole” e sottoponendosi al giudizio del mercato.

Non solo telefonia La normativa, inoltre, si applicherebbe non solo alle compagnie telefoniche ma anche a tutte le aziende che sono sottoposte ai controlli delle Authority: quindi luce, gas, ma anche pay-tv e in generale tutte le società che stipulano contratti con i consumatori. E per chi non si adegua alla legge sono già pronte multe salatissime e –molto importante– il rimborso ai cittadini delle somme spese per colpa del “tredicesimo pagamento”.
“Se la pratica non verrà fermata in tempo c’è il rischio che altri settori la mutuino in fretta, perché la furbizia è purtroppo contagiosa”, ha ribadito Meta. “Chi vuole aumentare le proprie tariffe lo faccia dunque alla luce del sole, sottoponendosi al giudizio del mercato, e non tramite accorgimenti ingannevoli che finiscono per danneggiare soprattutto i consumatori più indifesi”.

-tratto da QF– Qui Finanza-

Pubblicato da Redazione