Lavoro e articolo 18, è ancora scontro alla direzione del Pd / Renzi: “Ma in Parlamento votare insieme”

5296c3a88abd7897aeb42639be93f65f-kAeG-U10303259063048NV-640x320@LaStampa.itANSA – Roma – Alla fine la resa dei conti c’è stata e il Pd sul lavoro ha rischiato la spaccatura. Il voto finale in direzione dà ragione a Renzi (130 voti a favore, 20 contrari e 11 astenuti) ma le critiche non sono mancate.

«Serve un Paese che vuole investire e dare risposte ai nuovi deboli, che sono tanti e hanno bisogno di risposte diverse da quelle date finora. La rete di protezione si è rotta, non va eliminata ma ricucita, sapendo che c’è uno Stato amico che li aiuta», ha detto Renzi aprendo la direzione dei dem. «Vi propongo di votare con chiarezza al termine della direzione un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni», ha aggiunto il premier proponendo «profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare».
Il premier ha poi inviato un messaggio diretto ai sindacati: «Sono pronto a riaprire la sala Vedere dalla prossima settimana a Cgil, Cisl e Uil. Li sfido su tre punti: una legge della rappresentanza sindacale, salario minimo, il collegamento con la contrattazione di secondo livello».
Davanti all’assemblea del partito Renzi ha continuato: «Le mediazioni vanno bene, il compromesso va bene, ma non si fanno a tutti i costi i compromessi». Sempre sulle divisioni interne ha detto: «Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all’esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta. Chi non la pensa come la segreteria – ha aggiunto – non è un Flintstones e chi la pensa come la segreteria non è Margareth Thatcher. Sono due posizioni che meritano rispetto, che si confrontano con un voto e nel lavoro parlamentare». -(notizie Ansa) –

Pubblicato da Redazione