Legalità e Giustizia / Tema pericoloso, arma a doppio taglio per qualcuno, in mancanza di ‘trasparenza’

puzzle_ominiUn commento di “Anghiarese DOC” ci spinge ad anticipare il nostro giudizio sul tema che domani 24 sarà discusso dal Pd anghiarese sulla “Legalità e Giustizia” alle ore 18.00 nella Sala della Misericordia in Anghiari.
Scriviamo questo nostro pensiero poiché per gravi motivi familiari non possiamo essere presenti, quindi non possiamo intervenire direttamente come avremmo voluto.
Agli esponenti di quel partito ricordiamo che:
La legalità – come afferma un documento della CEI del 1991 – è : «insieme rispetto e pratica delle leggi».

Non solo rispetto di norme imposte dall’alto, ma pratica quotidiana di regole condivise, quindi proprio per questo: «la legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune».
“Un’esigenza fondamentale”: fondamentale diventa allora educare ed educarci alla legalità, o meglio alla responsabilità.
La legalità non è infatti un valore in quanto tale: è l’anello che salda la responsabilità individuale alla giustizia sociale, l’io e il “noi”.
Per questo non bastano le regole. Le regole funzionano se incontrano coscienze critiche, responsabili, capaci di distinguere, di scegliere, di essere coerenti con quelle scelte. Il rapporto con le regole non può essere solo di adeguamento, tanto meno di convenienza o paura. La regola parla a ciascuno di noi, ma non possiamo circoscrivere il suo messaggio alla sola esistenza individuale: in ballo c’è il bene comune, la vita di tutti, la società.
L’educazione alla legalità si colloca allora nel più ampio orizzonte dell’educarci insieme ai rapporti umani, con tutto ciò che questo comporta: capacità di riconoscimento, di ascolto, di reciprocità, d’incontro, di accoglienza. Nella consapevolezza che la diversità non solo fa parte della vita ma è la vita, la sua essenza e la sua ricchezza.
“Legalità e giustizia”, purtroppo, non attraversano un buon momento, nel nostro Paese perchè  non è unita, quindi manca, alla “trasparenza” nei confronti e nel “rispetto” dei cittadini.
Crisi e sofferenza, malessere e problemi inestricabilmente si intrecciano.
Tuttavia, proprio per questi motivi è necessario che di legalità si continui a discutere, senza concedersi il lusso del silenzio.
E’ del tutto evidente che senza giustizia deperisce la qualità della convivenza.
Per usare una metafora sportiva:  senza regole non c’è partita o la partita è truccata, ed a vincere sono sempre i ‘soliti’, i più forti: quelli che, se le regole restano inosservate, meglio conservano e potenziano i loro privilegi, con grave pregiudizio per l’uguaglianza e per i diritti degli altri.
In questo quadro, parlare di legalità e giustizia (parlarne in termini credibili, senza vuote enunciazioni retoriche o peggio strumentali distorsioni) non è facile.
Tanto più in presenza di cattivi esempi o modelli negativi che vanno consolidandosi e che si ispirano a certe‘filosofie’.
Filosofie’ che si intrecciano con la constatazione che nel nostro Paese chi sbaglia non paga, soprattutto se conta o ci sa fare o per leggi mirate su specifici, particolari interessi personali.
C’è uno scenario di fondo, che tende a far apparire come poco moderno, poco al passo coi tempi, il cittadino che da sempre si ostina a parlare di legalità e di osservanza delle regole.
C’è un clima che vorrebbe favorire la rassegnazione e il disimpegno, fino a quando il ‘politico in prossimità di eventi elettorali‘, “si erge a paladino della legalità e della giustizia” cercando di usarle come “potenti rampe di lancio” per le tante furbizie, illegalità ed ingiustizie che infestano il nostro Paese.

Non è forse vero ?
-Il direttore del Fendente-