Lettera aperta al signor sindaco di Anghiari

“”Dott. Alessandro Polcri,

Le inviamo la definizione di “ Casa della Salute” così come viene definita dalla Ragione Toscana.

Può degnarsi di rispondere ?

““La Casa della Salute è il luogo dove i cittadini trovano servizi socio-sanitari di base offerti dal Sistema sanitario regionale.

Nella struttura, identificata da un logo ad essa dedicato, l’accesso ai servizi è unico e i servizi presenti sono organizzati in maniera concentrata e integrata.

Nella casa della salute lavora un team multidisciplinare, formato da medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, infermieri, altri professionisti sanitari, personale sociale e amministrativo che garantiscono la presa in carico globale della persona, la continuità assistenziale ospedale-territorio e l’integrazione tra assistenza sanitaria e sociale””.

Il modello organizzativo della sanità toscana è inserito nel percorso di ridefinizione e potenziamento dei servizi territoriali avviato dalla Regione con la delibera di Giunta regionale n.1235/2012 ed è nodo della rete complessiva di cura e assistenza.

Vorremmo il Suo parere signor Sindaco, ma ci risponda, poichè alla Casa della Salute in Anghiari “NON” esiste un medico fisso ( se non quelli privati che vi fanno servizio non tutti i giorni) per cui in caso di necessità occorre andare al “pronto soccorso” dell’spedale di zona in  Sansepolcro.

A Lei, nell’ occasione, ancora una volta, per tutte, dobbiamo ricordiamo che:

-il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio.

Ed il consiglio comunale condivide questa responsabilità.

Allo stato attuale, per una modifica della legge 833/78  ai sindaci  sono affidati dal DLg 299/99 (decreto Bindi) poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle ASL.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel documento di Ottawa del 1986 indica alcuni pre-requisiti senza i quali è impossibile esercitare il diritto alla salute.

Essi sono: la casa, la scuola, i trasporti, la salubrità ambientale, la cultura, la sanità pubblica, l’assistenza sociale.

Secondo questa concezione non si tratta di opzioni, dipendenti dalla entità della finanza pubblica, ma di un diritto perfetto (non di un interesse legittimo), in altri termini i servizi per dare risposte a tali bisogni essenziali costituiscono un diritto esigibile.

Per lavorare su questo è necessario che vi sia il coinvolgimento e la partecipazione delle forze sociali organizzate.

I movimenti e le associazioni sono i principali soggetti di partecipazione di un Comune: forme di partecipazione alla vita del comune sono previste pure dalla legge 142/90.

Occorre per primo identificare le cause che generano disagi, e cercare di formulare un piano di prevenzione per combatterle, arrivare alla loro riduzione ed eliminazione.

In proposito occorre promuovere, in collaborazione con l’ASL un’indagine sulle necessità  della popolazione.

Ovviamente nulla o quasi di questo è stato fatto finora.

Forse nessuno in questi anni se n’è accorto ma nel Comune dovrebbe  esistere un Assessorato alla Salute (dove l’ha messo sindaco Polcri?).

I suoi compiti sarebbero quelli di tutelare la salute dei cittadini interagendo con le altre istituzioni effettivamente preposte all’organizzazione dei servizi sanitari: Regione e ASL.

Un ruolo attivo nella prevenzione e di indirizzo e di controllo riguardo alle politiche sanitarie regionali.

Redazione-