Lettere in Redazione / Il prof. Roberto Manescalchi sulla “cultura” anghiarese

Caro Direttore,

circa un mesetto fa ho avuto una accesa discussione su alcuni social con i miei concittadini che inventano troppe ed insulse manifestazioni procurando evidente e documentabile disagio a buona parte di popolazione che tace per quieto vivere, ma che presto potrebbe anche stufarsi.

In quell’occasione un assessore (ad Anghiari… uno ce n’era… facile capire chi) sottolineò che lui stava con le associazioni.

Io credo che avrebbe fatto meglio a non dichiarare niente perché:1) la mia critica era mossa ad iniziative ” non di competenza dell’assessorato da lui diretto”;

2) un assessore dovrebbe, comunque ed in ogni caso, essere di tutta la popolazione e stare molto attento alle esigenze di tutti non solo di quelle di alcuni anche se raggruppati in associazioni

3) potrebbe anche essere il caso  chetre/quattrocento persone facciano arrivare sul tavolo del Sindaco una petizione per farla finita con iniziative inutili ai più e a beneficio esclusivo di quattro gelatai e poi al nostro assessore potrebbe dolere il fatto di essersi (un po’ troppo velocemente?) schierato!

Sempre nel corso della suddetta accesa discussione mi si rimproverava di mancanza di educazione e di scarsa sensibilità, unita a supponenza, per l’uso di qualche termine del tipo: “netturbino” e o “gelataio”.

In particolare una nota pittrice di tegole sosteneva, più o meno, che:  se la sensibilità manca… neanche la lettura dell’intera British Library poteva servire.

Alla poco accorta che non ha le molle adatte (per il tizzone ardente che vorrebbe poter maneggiare) diciamo che da tanti anni, ormai, abbiamo piena coscienza che il tempo terrestre non ci basterà neanche per un milionesimo di quel che ci interesserebbe leggere e, pur tuttavia, abbiamo letto a sufficienza per un consiglio: “dipinga meglio i suoi onesti decori che così come sono dipinti non servono neanche alla masturbazione fisica… figuriamoci a quella intellettuale”.

Sempre per sottolineare l’inesistenza in noi di qualsivoglia supponenza e o arroganza (chi ci conosce sa benissimo che siamo assolutamente disponibili e alla mano con tutti) specifichiamo bene che sappiamo perfettamente di provenire da famiglia che ferrava cavalli, somari ecc. Umili origini abbiamo!

Una volta ad onor del vero ci siamo imbattuti in un Conte…tale Pietro Marescalchi… addirittura Ministro plenipotenziario di Napoleone e non neghiamo di aver gonfiato un po’ il petto.

Il nostro essere impettiti è durato lo spazio di qualche ora e poi ci siamo nascosti in un fognone per diversi mesi per aver scoperto che il Conte era marito della Contessa.

Si però mica una Contessa normale! La Contessa  di Castiglione! …

Si proprio lei quella che, come tutti sanno, dava il …. a Napoleone.

Controllate pure su internet (ormai è la verità!) se pensate che racconti balle. Siamo stati lontani dal paese per qualche decennio per motivi di lavoro e studio e se ci vergogniamo della Contessa di Castiglione… non ci vergogniamo affatto di Piero, non il Conte…

Il Chioccia, nostro caro e amato cugino, contadino e deputato non in parlamento, ma ad affettare la porchetta a tante trascorse feste de l’Unità.

Ma andiamo oltre che potrebbe non bastare… il nostro primo lavoro, per cinque lunghi anni di liceo, al ritorno a casa da scuola, una colonica sul piano del Tevere, è stato quello di pulire la stalla e governare le  “bestie” (non la troppa gente che opera senza testa)… le vacche e i vitelli.

Per chi non lo sapesse… mangiano e c…..no tutti i giorni.

Tutti i 365 giorni dell’anno (almeno uno di cinque 366 che fu certamente bisestile).

Sfido chiunque ad essere supponente dopo aver trasportato carriole e carriole di preziosissima m…a dalla stalla alla concimaia (la m…a una volta serviva, per chi non lo sapesse abituato fin dalla nascita, troppo recente, a liquidarla con una tirata di catena di sciacquone).

Allora niente supponenza.

Perché, quindi, netturbino e gelataio?

Perché chi fa i gelati e o li vende si chiama, con il massimo rispetto… gelataio!  Come lo dovrei chiamare di grazia e per favore?

Netturbino è più complicato.

Vi faccio per prima cosa notare che non ho usato spazzino. Netturbino è più elegante e forbito.

Certo avrei potuto dire operatore ecologico che è associazione di termini ora in auge, ma non l’ho fatto.

A scuola mi hanno insegnato che le parole tutte hanno un significato e una semantica precisa.

Se mi è chiarissimo che lo spazzino e o il netturbino tengono pulite le strade del paese… non ho ben chiaro quale che sia il compito primario e preciso dell’“operatore ecologico”… tutto qui!

Potrei parlare di ristoratore in luogo di gelataio?

Ma ristoratore è troppo generico ed io volevo parlare proprio di gelatai (senza offesa per nessuno che il lavoro, qualsiasi lavoro, è dignità… semplice o complicato? Mi pare semplice!

Non semplice affatto, invece, è accendere il cervello prima di operare.

Mi è stato detto, sempre in sede della famosa discussione, che importante è fare! No!

Importante è accendere il cervello che fare senza cervello produce una quantità di danni incalcolabile… chi non è solito accendere l’accessorio e servirsene… bene farebbe a restare inoperoso!

Ho cercato di spiegarmi perché domani, caro direttore, commenterò l’ennesima insulsa e demenziale (almeno per me) trovata della marcia all’alba sulla fantomatica e ribattezzata “via del sole”.

Fuori di Anghiari  (in paese solo saltuariamente) mi è più volte capitato di sentir mormorare di un assessore agli aperitivi.

Stante che gli aperitivi sono da più parti considerati eventi di socializzazione mi verrebbe da pensare che alcuni buontemponi anghiaresi alludessero ad un qualche assessore alla cultura.

Ci sono più di 9.000 comuni in questo disastrato paese ed altrettanti assessori alla cultura.

Poi, forse e però, in grado di far cultura, in tutto il paese, saranno tra si e no 9 individui tra uomini e donne (si proprio nove in numeri e lettere così non c’è possibilità di equivoci e od errori).

Va da se della perfetta inutilità di assessori agli aperitivi e anche della maggioranza degli assessori alla cultura.

In assenza di gestione, da tantissime parti ormai, fioriscono manifestazioni le più strane partorite da menti farlocche e, chi più ne ha più ne metta, in un paese (Italia) culturalmente allo sfacelo.

Non mi disturbava molto, quindi, che il Sindaco Polcri non avesse nominato l’assessore alla cultura (qui iniziative farlocche già c’erano in copiosa abbondanza).

Pensavo e speravo che stesse, con la giusta e riflessiva calma cercando la persona giusta… infine la nomina e la certezza, in me, che la persona giusta fosse stata individuata.

Ora la marcia, la via del sole e… un assessore che anche se non fosse partita da lui ‘iniziativa,  avrebbe dovuto, come minimo (ora c’è) sorvegliare!

Stante quindi che, quantomeno crediamo non abbia sorvegliato…  noi, al suo posto, ci dimetteremmo sabato mattina all’alba e domani (stanotte vi diremo perché).. intanto vi invitamo (invitiamo anche l’Assessore) a leggere i quattro articoli che su questo giornale ho già dedicato alla strada che ora si chiama (quandomai?) “Via del sole”!

Gli articoli:

“Giù le mani dal somaro” 1, 2, 3 e 4 furono scritti (nel primo c’è un preciso ed illuminante riferimento/premessa) con la speranza che non ci potesse mai essere un alba per gli imbecilli…, ma già sapevamo di cullare un’utopia che, come dice un vecchio adagio trattasi di femmina sempre pregna… Quella era la madre non l’alba??? Salve e a domani!

Roberto Manescalchi-

Via della Torre 27, 52031 Anghiari (AR) Italia

Tel. +39 391 4764951

www.robertomanescalchi.com

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