Nespoli, Luna e Marte sono destinazioni inevitabili

L’umanità non può tirarsi indietro

Luna e Marte sono i prossimi obiettivi dell’esplorazione spaziale: non ha dubbi l’astronauta Paolo Nespoli, rientrato a Terra dopo quasi cinque mesi sulla Stazione Spaziale. Nel collegamento da Houston organizzato da Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Agenzia Spaziale Europea (Esa) AstroPaolo ha detto che andare su Luna e Marte sarà complesso, ma assolutamente necessario: è un’evoluzione da cui non possiamo tirarci indietro”.

“Al momento sappiamo che la Stazione Spaziale potrà continuare a funzionare fino al 2024“, ha osservato l’astronauta dell’Esa, ma “spero che presto ricominceremo a viaggiare fuori dall’orbita bassa terrestre”, quella in cui funziona l’attuale casa-laboratorio nello spazio. E’ un futuro che non è più fantascienza, tanto che una stazione in orbita lunare è prevista dall’iniziativa NextStep promossa da Nasa e aziende private e che i primi contratti per i progettare i moduli della futura stazione spaziale vedono l’Italia in prima fila.

“Una stazione spaziale intorno alla Luna – ha detto Nespoli – è importante perché ci permette di testare nuove tecnologie e di capire i problemi tecnici che bisogna affrontare”.

Sarebbe inoltre la premessa per costruire una base lunare e poi per le missioni su Marte.

“Oramai – ha aggiunto – tempi sono maturi per fare questi passi” e la cosa importante è “muoversi tutti insieme”.

In orbita diventeremmo molto meglio dei terrestri
Vedere la Terra dallo spazio è un’esperienza straordinaria, che AstroPaolo non può fare a meno di augurare a tutti: “non è più un sogno per pochi, ma una possibilità che potrà concretizzarsi con il turismo spaziale“, ha detto Paolo Nespoli. “Aspetto con ansia la possibilità per tutti di poter volare nello spazio: vedere da lì la Terra, con l’alternarsi di alba e tramonto ogni ora e mezza è un’esperienza straordinaria. Senza dubbio diventeremmo molto meglio dei terrestri”, ha aggiunto scherzando su come le sue tre missioni, negli ultimi dieci anni, lo abbiano reso sempre più simile ad un extraterrestre.
La grande differenza rispetto a una vita concentrata sulla Terra è soprattutto nel fatto, ha aggiunto, che dallo spazio “si fa attenzione a cose più macroscopiche, mentre da Terra ci concentriamo su quelle microscopiche“.
La Stazione Spaziale, ha proseguito l’astronauta rispondendo al presidente dell’Asi, Roberto Battiston, “è un posto un po’ isolato, eravamo scevri di notizie terrestri, ma da lì abbiamo visto gli uragani e gli incendi in California”, abbiamo osservato la “Terra senza confini e con le sue luci, abbiamo visto meteoriti che arrivano e satelliti che brillavano e la sera tutti insieme parlavamo di queste cose”. Soprattutto quando il venerdì sera tutto l’equipaggio cenava nel settore russo della Stazione Spaziale e poi il sabato, “da noi, quando alla cena seguiva sempre un film”.

Non volo più ma non è finita, sono lavoratore spazio
Con i suoi 60 anni, che non sente affatto di avere, e con tre missioni all’attivo, Paolo Nespoli sa che per lui sarà “difficile continuare ad essere un astronauta attivo: non vedo missioni future“, ma “forse … chissà!”. Di sicuro “non è finita!“.
AstroPaolo parla del suo futuro: “verrà momento in cui lascerò l’Esa – ha detto – e fin da adesso voglio cercare di capire che cosa fare da grande”.

Non si sente certamente un eroe, come ha sempre detto, ma un “lavoratore dello spazio“: “mi sento a mio agio in questo ruolo, ma non in quello dell’eroe, mi piacerebbe fare ancora un po’ l’idraulico spaziale e continuare a dare il mio contributo”. In che modo non lo sa ancora: “sono in un momento di cambiamento, vedremo. Per il momento posso dire mi diverto. Mi sto guardando attorno per capire quali sono le possibilità”.
Il suo programma a breve termine prevede ancora qualche settimana dedicata ai test e alla riabilitazione, in primo luogo quella fisica necessaria perché i suoi muscoli riprendano confidenza con la gravità e perché il suo equilibrio e il sistema vestibolare torni a percepire alto e basso, cancellati da cinque mesi in assenza di peso.
Al momento i muscoli del collo sono quelli che danno più fastidio e gli richiedono più fatica, così come gli manca la “pace assoluta” che gli dava il “galleggiare nel sonno“.

La riabilitazione psicologica non è meno faticosa: “per esempio i miei figli, di otto e quattro anni, non più abituati a vedermi in casa, ora dovranno avere a che fare anche con me”.
Accanto alla ripresa della vita normale, AstroPaolo sta affrontando tanti incontri tecnici, poi si prenderà una vacanza e in febbraio prevede di essere in Italia: “mi piacerebbe tornare a parlare nelle scuole e alla gente”, ha detto.

A lungo termine, invece, guarda con interesse al turismo spaziale, che considera una possibilità concreta nella quale le aziende private possono giocare un ruolo di primo piano.

“Chissà, fra 20 anni tornare in orbita come turista …”, e alla domanda su quale delle tre missioni della sua carriera consideri la più bella non resiste alla tentazione di rispondere: “La quarta, chissà!”.
A pochi giorni dal rientro a Terra, l’astronauta Paolo Nespoli è in ottima forma e contento della sua missione, Vita, dell’Asi.
Mai come in questa missione, la terza della sua carriera, AstroPaolo si è reso conto che: “la Stazione Spaziale è una risorsa importante dell’umanità. Io – ha aggiunto – mi sento un terrestre fiero di aver portato la bandiera italiana in orbita e di avere collaborato a questo progetto globale“. A bordo, ha proseguito, “non mi sono sentito particolarmente speciale o diverso: sono stato un lavoratore spaziale, ho cercato di mettere a disposizione il mio tempo, la mia capacità e la mia intuizione per fare in modo che tutto funzionasse nel modo migliore. Forse, con i cambiamenti che abbiamo fatto, l’ho lasciata un po’ migliore“.
Dopo essere rientrato a Terra il 14 dicembre , a conclusione della missione Vita, AstroPaolo si trova adesso a Houston, dove e’ impegnato nei test tesi a controllare il suo stato di salute e utili per capire come l’organismo umano si adatta a vivere in assenza di gravita’.
L’astronauta dell’Esa ha affrontato il primo collegamento con l’Italia, che è stato trasmesso in diretta streaming con ASI TV, per rispondere alle domande dei giornalisti che lo hanno seguito durante la sua lunga missione e, prima ancora, durante il periodo di addestramento.

La riabilitazione, necessaria dopo i 139 giorni trascosi in orbita, lo terra’ impegnato ancora un po’, ma Paolo Nespoli pensa gia’ a tornare nel suo Paese in febbraio.

-da Redazione ANSA-

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