Patto territoriale della zona-distretto del Casentino, tutto pronto per i cambiamenti che scattano dal primo giugno

aEcco cosa cambia:

Investimenti consistenti in risorse umane ed economiche. Azienda e sindaci concordano azione di monitoraggio. Da settembre ampliata l’attività di riabilitazione

 Bibbiena – Dopo 3 mesi di lavoro intenso, di continue verifiche, di simulazioni dei riorganizzati percorsi assistenziali, di impiego di personale aggiuntivo, di acquisizione di attrezzature per oltre 400.000 euro, e l’avvio di implementazioni di ulteriori attività extrapatto (vedi il percorso di riabilitazione che scatterà a settembre), da mercoledì primo giugno diventa pienamente operativo il Patto territoriale della zona-distretto del Casentino.

L’ultima verifica ha avuto luogo martedì con un esame attento da parte delle strutture aziendali ad ogni livello, con gli amministratori della vallata che non hanno mancato mai di seguire le fasi operative dal giorno della firma risalente al febbraio scorso.

Un passaggio straordinario per la sanità in Casentino, accompagnato anche da non poche incomprensioni e polemiche.

I cambiamenti nascono dalla analisi dei bisogni e dalla offerta esistente, incrociandoli a loro volta con le osservazioni e le percezioni ricavate dalle popolazioni da parte dei sindaci. La sintesi è rappresentata dal progetto ora diventato operativo.

Così l’offerta fino ad oggi

Nei 10 comuni del Casentino risiedono quasi trentaseimila persone. Il 5% ha più di 84 anni. Il 25,7% è fra i 64 e gli 84 anni. La natalità è di 7,7 nuovi nati ogni mille abitanti all’anno.

Le malattie croniche sono quelle verso le quali vanno attivati i maggiori processi di offerta.  In Casentino risultano oltre la media regionale i tassi di mortalità per infarto e malattie cerebrovascolari. La ospedalizzazione è superiore sempre alla media regionale per malattie respiratorie.

L’ospedale del Casentino, interessato da continui investimenti sia strutturali che strumentali, copre il 92% del bisogno di ricoveri di residenti di area medica: un reparto che prende in carico anche patologie specialistiche di natura cardiovascolare, neurologica respiratorie e gastroenterologhe. Per quanto concerne l’area chirurgica generale garantisce una risposta interventistica al 74% dei cittadini casentinesi, mentre la chirurgia ostetrico-ginecologica  arriva al 78%.  La qualità professionale e strutturale di questi reparti e il loro inserimento a pieno titolo nella rete ospedaliera di area vasta e regionale, consente anche il loro utilizzo per cittadini “attratti” da altre aree per il 30% in ginecologia e per il 40%  in chirurgia.

Per quanto riguarda i servizi territoriali gestiti dal Distretto Socio-sanitario, sempre correlati nel continuo scambio con le specialistiche ospedaliere, il valore è “accertato” non solo dalla percezione riportata dagli amministratori, da anche dal rilevamento del Mes i cui indicatori certificano che il 92% degli obiettivi è nella fascia da ottimo a medio.

Cosa cambia  mercoledì primo giugno

Il Patto di febbraio ha fissato le linee di sviluppo per l’intero territorio.

Al primo punto il mantenimento dell’offerta complessiva dei servizi esistenti sia territoriali che ospedalieri, nonché del sistema di emergenza urgenza per il quale scatterà un dettagliato piano di sviluppo.

Sarà potenziata la rete dell’emergenza territoriale con l’introduzione dell’automedica (con a bordo medico e infermiere) e il raddoppio delle ambulanze blsd (si ricalca il modello da anni attuato nelle zone di Arezzo e del Valdarno).

Potenziamento per il Pronto Soccorso attraverso l’incremento dei letti di osservazione e la realizzazione della “piastra dell’emergenza” (un modello organizzativo di integrazione professionale fra medici dell’emergenza e medici dell’area critica, cioè anestesisti, per la gestione congiunta delle patologie critiche e ad alta instabilità, quali ictus, post operatorio complesso, insufficienza respiratoria grave, ecc), con un aumento di sei infermieri formati per questa disciplina, e un investimento di circa 400.000 euro.

Riorganizzazione del percorso nascita, con la piena e completa presa in carica della gravidanza e del puerperio da parte dei servizi zonali comprese prestazioni attualmente erogate solo ad Arezzo (ambulatorio partoanalgesia, prelievo duo test) ad eccezione del solo momento del parto che sarà centralizzato ad Arezzo. E’ lo stesso modello sperimentato e consolidato da anni in Valtiberina e Valdichiana.

Potenziamento delle attività pediatriche ospedaliere con attivazione dei day service pediatrico e potenziamento ambulatorio allergologico e attivazione del’ambulatorio pneumologico pediatrico. Per la pediatria e l’ostetricia viene attivato un servizio di reperibilità a servizio del pronto soccorso.

Potenziamento della attività consultoriale con aumento degli orari di apertura (da giugno sarà dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì).

Incremento della presenza del ginecologo in consultorio da due a tre ambulatori settimanali, attivazione incontri informativi per partoanalgesia, attivazione ambulatori per la gestione della gravidanza a basso rischio ostetrico.

Realizzazione della rete clinica integrata fra specialisti ospedalieri e medici di medicina generale per la gestione delle patologie croniche (con l’utilizzo anche della telemedicina).

Attivazione di agende per la programmazione delle visite puerperali al rientro a domicilio della donna con il neonato.

Sviluppo dei “day service medici” in collaborazione con i medici di famiglia. Sarà aperto anche un servizio di Mo.Di.CA. con 5 posti letto.

Mantenimento dei posti letto di area critica (4 di terapia intensiva e due di terapia sub-intensiva).

Potenziamento delle attività sia di chirurgia generale che di chirurgia ginecologica con introduzione di nuove attività (chirurgia pavimento pelvico) ed incremento di quelle esistenti con aumento del numero di interventi. Potenziamento della attività diagnostica ginecologica isteroscopica con acquisizione di nuova strumentazione già inserita nel piano investimenti (il colposcopio).

Monitoraggio  continuo con Azienda e Sindaci

Tutto questo, come detto, scatta da mercoledì primo giugno. Azienda sanitaria e amministratori locali hanno concordato di lavorare ad un tavolo unico per il monitoraggio di tutti i servizi (nuovi e già esistenti), al fine di  valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

In occasione dell’ultimo incontro è stato deciso anche di attivare un nuovo importante servizio aggiuntivo, non previsto nel Patto: da settembre verrà implementata l’offerta per la riabilitazione funzionale (ex art. 26) e l’attività ambulatoriale presso la struttura di Poppi.

-Ufficio stampa Azienda Usl Toscana Sud-Est-