Rossi taglia le Asl / Mugnai (FI): «Colpevolmente persi 4 anni di tempo»

image001Il Vicepresidente della Commissione sanità rivendica la sua battaglia storica: «Dal giugno 2012 avevamo formalizzato la proposta di riduzione delle aziende. Ma mentre le altre Regioni lo facevano qui si cincischiava…adesso i fatti»
«La nostra proposta sull’accorpamento delle aziende sanitarie giace in commissione sotto forma di mozione dal 9 giugno 2012. Niente di meno. Ha visto la giunta regionale perdere tutta la legislatura a cincischiare su un piano sociosanitario ormai costretto, di bozza in bozza, a rincorrere la realtà anziché orientarla. Intanto le altre Regioni hanno proceduto nella direzione che indicavamo, e i risultati si son visti al momento della scelta delle benchmark»: è durissimo, il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI), nel commentare l’annuncio del governatore Enrico Rossi sul taglio delle Asl toscane. La carta, calata dal governatore all’indomani della presentazione della legge di stabilità da parte del governo, è in realtà una battaglia storica del Pdl prima e di Fi adesso, di Mugnai sempre.
«In questi quattro anni di legislatura – rivendica Mugnai – mentre noi proponevamo di tagliare gli apparati della sanità a cominciare dalle Asl, la giunta regionale ha perseguito la ‘non-strategia’ del taglio ai servizi e dell’aumento dei ticket, penalizzando pazienti e operatori e tacciandoci di avanzare proposte strumentali e demagogiche. Oggi si rivela quanto questo atteggiamento fosse colpevole: si poteva sfoltire; si poteva risparmiare; si poteva garantire ai cittadini un miglior servizio di assistenza e cura. Sarà la vigilia della campagna elettorale, ma è interessante registrare come Rossi abbia iniziato a contraddire quanto di più caro avesse dimostrato di avere in tutti questi anni: dall’articolo 18 fino, addirittura, agli apparati sanitari fatti di 18 aziende sanitarie ovvero 12 Asl, 3 Aziende ospedaliere, Meyer, Ispo, Fondazione Monasterio».
Meglio tardi che mai? Certo: «Ciò che ci preme è il bene della Toscana – prosegue l’esponente di Fi – e per questo siamo pronti al confronto su una proposta, se di proposta concreta si tratterà e non solo di boutade improvvisata a favore di telecamere. Mica penserà, Rossi, di levarsela con un pronunciamento del consiglio regionale e poi rimandare il provvedimento a dopo le elezioni? C’è da riscrivere di sana pianta e quindi approvare in aula prima delle elezioni la legge 40 del 2005 che regola gli assetti anche organizzativi della sanità regionale. Ogni altra ipotesi significherebbe che le dichiarazioni di Rossi sono rese solo per scopi elettorali. Il rammarico è che se lo stesso Rossi avesse avuto il coraggio e la forza di darci ragione anni fa, avremmo avuto tutto il tempo di realizzare una riforma che avrebbe fatto ripartire la sanità toscana evitando le ipotesi scellerate di superticket ospedalieri che si sentono evocare in questi giorni. Adesso, per colpa della miopia politica di Rossi e della sua strenua ed inutile difesa di apparati che a lui rispondono, il tempo stringe. Per essere credibile, il voltafaccia sulla governance della sanità toscana deve realizzarsi concretamente prima delle elezioni. E sì che per comprendere che avevamo ragione non ci voleva un genio, bastava guardare cosa stavano facendo le altre Regioni, che procedevano proprio in questo senso ottenendo risultati confermati al momento in cui il ministero si è trovato a dover indicare la rosa delle cinque Regioni benchmark escludendo la Toscana».
Ma se avere avuto ragione, benché tardivamente, potrebbe essere per il Vicepresidente della Commissione sanità motivo di orgoglio per la lungimiranza politica che le sue proposte storiche dimostrano alla prova dei fatti, come già accaduto per l’accorpamento degli Estav, in realtà il retrogusto sa d’amaro: «Questo ritardo colpevole ha fatto consumare a vuoto fior di risorse sia economiche, stante il mantenimento di burocrazie sanitarie elefantiache, sia politiche e di programmazione, con la Commissione sanità costretta, ancora in questi giorni, ad esaminare una bozza di piano sociosanitario venusiana, surreale, slegata dalla realtà. Vorrei capire cosa dovremmo farcene, adesso. Ancora una volta, sarà stato del tutto inutile».

-Comunicato stampa-

Pubblicato da Redazione