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Casa “a sua insaputa” è come dire: “la luna sul pozzo”!

Scajola non si presenterà dai pm

L’avvocato dell’ex ministro: “Riteniamo che alcuni testimoni non abbiamo detto la verità. E perciò prima di offrire una spiegazione dei fatti il mio assistito vuole conoscere il contenuto degli atti processuali”Il 21 settembre l’ex ministro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola, non si presenterà davanti ai magistrati che gli avevano notificato un invito a comparire per violazione della legge sul finanziamento ai partiti. La vicenda è nota: si tratta della compravendita e dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento di via del Fagutale, a due passi dal Colosseo, ovvero la casa che sarebbe stata acquistata e ristrutturata da Scajola nel 2004 anche grazie agli 900mila euro versati da Diego Anenome (l’imprenditore della cosiddetta “cricca” romana) all’ “insaputa” del politico ligure. A far da tramite all’operazione immobiliare sarebbe stato un ex collaboratore di Anemone, l’architetto Angelo Zampolini, che ora i pm potrebbero convocare nella veste di testimone assistito per far andare avanti l’inchiesta. E’ molto probabile, infatti, che anche Diego Anemone, se venisse convocato, si avvarrebbe della facoltà di non rispondere, per cui ai magistrati romani non resterebbe che convocare proprio Zampolini, che nell’inchiesta parallela di Perugia sugli appalti alla cricca ha patteggiato una condanna a undici mesi di reclusione per favoreggiamento.

L’assenza dell’ex ministro all’interrogatorio chiesto dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal pm Ilaria Calo conferma le indiscrezioni di agosto, che pronosticavano il forfait dell’esponente di spicco del Pdl, il quale già in passato aveva fatto sapere che probabilmente avrebbe presentato solo una memoria difensiva. Anche quest’ultima, tuttavia, a meno di ripensamenti dell’ultim’ora, non dovrebbe essere presentata.

La decisione è stata comunicata oggi dal legale di Scajola, Giorgio Perroni. “Il mio assistito, quale indagato, ha il diritto di consultare gli atti dell’indagine e conoscere in base a quali circostanze viene chiamato in causa – ha detto l’avvocato difensore – . Poi deciderà se rispondere al pm. Sulla base di notizie di stampa riteniamo che alcuni testimoni su questa vicenda non abbiamo detto la verità. E perciò Scajola prima di offrire una spiegazione dei fatti vuole conoscere il contenuto degli atti processuali“.

Scajola non si presenterà dai pm

L’avvocato dell’ex ministro: “Riteniamo che alcuni testimoni non abbiamo detto la verità. E perciò prima di offrire una spiegazione dei fatti il mio assistito vuole conoscere il contenuto degli atti processuali.”

Il 21 settembre l’ex ministro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola, non si presenterà davanti ai magistrati che gli avevano notificato un invito a comparire per violazione della legge sul finanziamento ai partiti. La vicenda è nota: si tratta della compravendita e dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento di via del Fagutale, a due passi dal Colosseo, ovvero la casa che sarebbe stata acquistata e ristrutturata da Scajola nel 2004 anche grazie agli 900mila euro versati da Diego Anenome (l’imprenditore della cosiddetta “cricca” romana) all’ “insaputa” del politico ligure. A far da tramite all’operazione immobiliare sarebbe stato un ex collaboratore di Anemone, l’architetto Angelo Zampolini, che ora i pm potrebbero convocare nella veste di testimone assistito per far andare avanti l’inchiesta. E’ molto probabile, infatti, che anche Diego Anemone, se venisse convocato, si avvarrebbe della facoltà di non rispondere, per cui ai magistrati romani non resterebbe che convocare proprio Zampolini, che nell’inchiesta parallela di Perugia sugli appalti alla cricca ha patteggiato una condanna a undici mesi di reclusione per favoreggiamento.
L’assenza dell’ex ministro all’interrogatorio chiesto dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal pm Ilaria Calo conferma le indiscrezioni di agosto, che pronosticavano il forfait dell’esponente di spicco del Pdl, il quale già in passato aveva fatto sapere che probabilmente avrebbe presentato solo una memoria difensiva. Anche quest’ultima, tuttavia, a meno di ripensamenti dell’ultim’ora, non dovrebbe essere presentata.
La decisione è stata comunicata oggi dal legale di Scajola, Giorgio Perroni. “Il mio assistito, quale indagato, ha il diritto di consultare gli atti dell’indagine e conoscere in base a quali circostanze viene chiamato in causa – ha detto l’avvocato difensore – . Poi deciderà se rispondere al pm. Sulla base di notizie di stampa riteniamo che alcuni testimoni su questa vicenda non abbiamo detto la verità. E perciò Scajola prima di offrire una spiegazione dei fatti vuole conoscere il contenuto degli atti processuali“.