Vendita di giornali’ in calo: cresce l’analfabetismo

E’ una follia tutt’italiana quella di voltare le spalle all’informazione professionale dei giornalisti; smettiamola di farci male da soli e guardiamo al resto d’Europa, che continua a sostenere i giornali e le edicole.

La situazione del nostro Paese sta volgendo verso una deriva a dir poco grave, complice la mania dei social e dell’abitudine che mina la salute dei giovani e meno giovani, di voler rimanere continuamente connessi alla “rete.

Si tratta di una malattia molto grave, che riguarda un numero sempre crescente di cittadini; milioni di persone sono affette da una sorte di sindrome che in modo inconscio induce a ciattare in continuazione.

Dei danni causati alla salute abbiamo parlato ripetutamente; questa volta  trattiamo  il problema dell’analfabetismo di ritorno.

Il 30 per cento degli italiani è analfabeta (incapace di leggere e commentare un testo).

Per cercare di comprendere il fenomeno, esaminiamo  alcuni dati della diffusione dei quotidiani in Italia e all’estero:

-In dieci anni, il Corriere della Sera ha perso quasi due terzi dei suoi lettori, passando da 500 mila a poco più di 200 mila;

-la Repubblica è ferma a 166 mila.

In Austria, nazione molto più piccola dell’Italia il Kronen-Zeitung vende 809 mila copie al giorno; in Germania Bild-Zeitung tira 2 miloni 100 mila quotidiani; in Inghilterra Sun arriva a 1milione800 acquirenti.

Ma è il Giappone a strabiliare con i tre quotidiani più venduti al mondo; la maggiore testata è lo Yomiuri con 13 milioni e 500 copie (avete letto bene: tredicimilioni e cinquecento mila copie giornaliere). Il 92% dei giapponesi legge tutti i giorni un quotidiano stampato su carta.

Di fronte a questi dati c’è da constatare che stiamo diventando un popolo di ignoranti; lasciamo da parte coloro che riescono a portare a termine l’università, quello che preoccupa è il ceto popolare, che non deve rinunciare all’istruzione.

Leggere un libro, acquistare un quotidiano o un periodico almeno una volta alla settimana; queste sono le cose necessarie anche al ceto popolare.

Tutti i giorni si registra la  chiusura di edicole, che sono un presidio del territorio.

Stiamo distruggendo un patrimonio di professionalità, di supporto alla cultura, per buttar via i soldi nei “giga” che creano dipendenza.

E’ una follia tutt’italiana quella di voltare le spalle all’informazione professionale dei giornalisti; smettiamola di farci male da soli e guardiamo al resto d’Europa, che continua a sostenere i giornali e le edicole.

A Bologna, Firenze, Cesena,Genova e Bari la Federazione editori giornali ha firmato un accordo che prevede uno sconto sulla occupazione del suolo pubblico che va dal 50 al 75%., oltre ad incentivi per la riqualificazione del punto vendita e la possibilità di diventare un “punto di informazioni e servizi comunali”.

Queste iniziative possono rappresentare un inizio, ma questa è la strada giusta per salvare almeno una parte costituita dal presidio territoriale rappresentato dalle edicole.

-Roberto Fronzuti – fonte. Pensalibero.it-

Pubblicato da Redazione