Verdini (o Berlusconi) al posto della sinistra Pd / Il piano di Renzi

renzi_verdini_berlusconiMatteo Renzi porta avanti una strategia ben precisa: sostituire la minoranza dem con un pezzo (o tutta) Forza Italia.

Così vanno lette le polemiche contro i sindacati, i tagli alla sanità e molto altro…
Nuova regolamentazione degli scioperi. Riforme istituzionali. Rai. Eurotassa. Tagli alla sanità. Il tutto dopo la Buona Scuola e l’Italicum.
Matteo Renzi – con le eccezioni delle unioni civili e dell’Imu alle scuole cattoliche (temi sui quali comunque verrà trovato un compromesso) – sta proseguendo nel suo lento cambio di maggioranza che prevede la sostituzione della sinistra Pd con una parte (o tutta) di Forza Italia.
L’ingresso di Denis Verdini e dei suoi fedelissimi è il primo step del mini-Nazareno o, come qualcuno sospetta, del Nazareno-bis.
L’uscita di Fassina e Civati dal Pd sta scavando un solco tra il segretario-premier e la minoranza del suo stesso partito. I vari Bersani, Speranza, Cuperlo, D’Alema e Bindi potrebbero presto decidere di lasciare il Pd renziano per contribuire alla costruzione di un nuovo soggetto politico di sinistra.
L’ex sindaco di Firenze sembra assecondare questo processo attraverso scelte di governo sempre meno di sinistra.
La riforma degli scioperi e il nuovo Senato potrebbero segnare la definitiva rottura con la sinistra dem e il cambio di maggioranza.
Ma i verdiniani non sono più di 9-10 a Palazzo Madama e i senatori della minoranza Pd pronti a seguire le sirene di Tsipras (declinate nella Syriza italiana) sarebbero 20 o forse addirittura 25.
Ed è così che il pensiero corre inevitabilmente a Silvio Berlusconi.

Il leader azzurro, ormai sempre più isolato dopo gli addii di Fitto e Verdini, sarebbe tentato (e spinto dai figli e dai vertici di Mediaset e Fininvest) dall’idea di riallacciare i rapporti con Renzi e la maggioranza piuttosto che seguire Salvini e la Meloni nell’opposizione dura e pura al governo.
Berlusconi spera di poter tornare a sedersi sui tavoli che contano (la Rai in primo luogo) dopo la rottura con Palazzo Chigi sull’elezione di Mattarella al Quirinale.

Il premier, quindi, starebbe favorendo lo spostamento al centro degli equilibri politici sui quali si regge l’esecutivo senza escludere, in caso di bisogno, di ricorrere al soccorso di Berlusconi. Sapendo perfettamente che l’ex Cav non vuole le elezioni e teme la leadership del Centrodestra di Salvini.
Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)Tratto da Affaritaliani.it-

Pubblicato da Redazione