Addio Neil Armstrong primo uomo sulla Luna

L’ex astronauta aveva 82 anni.
“Uno dei più grandi eroi americani di sempre”: Neil Armstrong, il timido e tranquillo ingegnere dell’Ohio diventato un eroe globale quando il 20 luglio 1969 posò il primo piede sulla luna, ha lasciato questa Terra, quella che commosso riuscì a contemplare dalla superficie lunare. Si è spento ad 82 anni per complicazioni cardiovascolari, in seguito ad una delicatissima operazione al cuore subita all’inizio di agosto.
La costernazione per la scomparsa del primo “moonwalker” della storia coinvolge ogni angolo del mondo. Insieme a Edwin “Buzz” Aldrin e Michael Collins quel giorno di 43 anni fa emozionò un’intera generazione. E le sue prime parole, appena toccato il suolo lunare, sono rimaste impresse nella memoria e nei libri di storia: «That’s one small step for a man, one giant leap for mankind», un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità.
Armstrong  in quelle ore passate sulla Luna, insieme ad Aldrin raccolse reperti, scattò fotografie, fece esperimenti, gettando le basi per la futura esplorazione dello spazio. Dopo di loro altri dieci astronauti americani lasciarono le loro impronte sulla luna tra il 1969 e il 1972. Armstrong mostrò anche un enorme coraggio, lui che alcuni amici di infanzia ricordano come un giovane un po’ “nerdy”, imbranato: quando il computer del modulo lunare Eagle in fase di atterraggio fece le bizze, prese i comandi manuali e si rese protagonista di un atterraggio mozzafiato: «Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata», disse alla fine della spericolata ma decisiva manovra, facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo. Anche ai milioni di telespettatori che in tutto il mondo seguirono – in bianco e nero – l’evento. Forse il primo grande evento mediatico globale della storia della televisione.
Armstrong, nato in Ohio da genitori di origine tedesca, è rimasto schivo e poco avvezzo alle luci della ribalta anche dopo essere andato in pensione. Ha continuato a insegnare all’università e le sue apparizioni negli anni sono state sporadiche. I problemi al cuore lo avevano costretto ai primi di agosto ad un delicatissimo intervento per installare un bypass. Sembrava tutto fosse andato per il verso giusto, come la stessa moglie Carol aveva confermato. «Lo spirito pioneristico di Neil gli è stato utile in questo momento difficile», erano state le parole del numero uno della Nasa, Charles Bolden. Ma stavolta Neil non ce l’ha fatta.

-Redazione-