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Cosa è la “solitudine”

Nel corso della vita ogni uomo ha provato sicuramente  l’esperienza della solitudine, e quando l’ha confrontata con gli altri si è accorto che non ne esiste una sola.
Ognuno di noi ha un modo proprio di rappresentarsela, di viverla e perché no, d’immaginarsela. Esiste dunque una solitudine diversa per ognuno di noi?

Crediamo proprio di sì, anche  se non è sempre facile spiegarla.

Rileggendo “Il Piccolo Principe” da adulti possiamo  cogliere tra le righe delle nuove sfumature e dei significati a cui prima non avevate mai pensato.

“Degli uomini coltivano cinquemila rose nello stesso giardino… ma non trovano quello che cercano.  Tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua e se  gli occhi sono ciechi,  bisogna cercare col cuore “
(Saint-Exupéry, 1943, pag. 108).

Queste parole esprimano la condizione umana d’oggi; protesa nel ricercare all’esterno i significati delle cose, non  rendendosi  conto che s’allontana sempre più dalla fonte originaria interiore.

Perché parlare, dunque, della solitudine?
Se esiste una spiegazione essa può essere ricondotta alla natura della solitudine: essa tocca profondamente tutti , ci accompagna per tutta la vita.
La solitudine è una condizione spiacevole,  un nemico da fuggire a qualsiasi costo, in genere imposta dalle circostanze della vita, quali la prigionia, gli handicap e la malattia, l’isolamento percettivo o l’abbandono di una persona cara.
Vi sono poi solitudini volute e ricercate, quelle di chi, nella quotidianità, sente il bisogno di ricercare un momento suo, per recuperare le energie disperse, per ritrovare quella parte oppressa dall’affanno della vita, o per la fuga dalle situazioni che non riesce a gestire.
Vi  è  ancora la solitudine imposta dalla società, dovuta  ad espressioni od a  modi di vita “unici”  accentuanti  l’individualismo, come  messaggi,  però, che  per loro natura contraddittori,   limitano la crescita e lo sviluppo dell’autonomia individuale  nel tentativo di placare l’immagine della solitudine  come, ad esempio:   il continuo bisogno di potere, espresso da persone influenti o da intere nazioni, può essere interpretato come una reazione alla solitudine.
La solitudine contiene, quindi, sia la depressione sia la reazione;  la fuga  ma anche  la ricerca e,  quando l’uomo riesce a contrapporre la disperazione della vita alla speranza,  le opere che realizza,  fanno  apparire: una specie di felicità nella solitudine,  nel riconoscimento di una propria individualità.

Esistono però dei casi in cui l’individuo non può sfuggire alla solitudine, condizioni in cui l’esterno la impone alle persone.

In questo caso all’uomo non rimane altro che soccombervi o servirsene, così  in alcuni casi, la solitudine forzata è diventata, per qualche personaggio, la condizione che ha permesso l’espressione della sua fantasia creativa dando l’opportunità di esprimersi.

Esiste però anche  una forma di solitudine, quella che si realizza come via di fuga dalla tensione della vita quotidiana, forse per  l’incapacità di reggere le emozioni di una relazione umana.

Così, per concludere chiediamoci  quale potrà essere  il destino dell’uomo,  e se  potrà uscire dalla solitudine.
Probabilmente la risposta è: “ no “, perchè l’uomo vivendo in solitudine ha imparato a conviverci.

-Redazione-