Galleria Comunale d’Arte Contemporanea: Cos’è la Galleria e cosa abbiamo dimenticato

COMUNICATO STAMPA che riceviamo e pubblichiamo:

 Arezzo ha il potenziale per diventare un polo artistico di fama internazionale.

All’interno della Galleria d’Arte Contemporanea e nei magazzini comunali si trova una collezione di circa 400 pezzi tra dipinti e sculture, raccolti dal 1959 fino alle ultime donazioni (il cavallo di Aceves, che aveva trovato la sua collocazione di fronte alla chiesa di San Francesco, è uno di questi).

Negli anni sono state fatte alcune ricognizioni di queste opere sia dal critico d’arte aretino Danilo Sensi, sia da alcuni studenti universitari in sede di tesi di laurea.

Purtroppo queste ricognizioni hanno evidenziato che spesso le opere sono mantenute nell’incuria e in condizioni non adatte alla loro conservazione, con il rischio di perderle per sempre.

La Galleria d’Arte Contemporanea di Arezzo, che dovrebbe contenerle e renderle fruibili ai turisti e soprattutto agli aretini che sono proprietari di questo meraviglioso patrimonio, viene da tempo utilizzata esclusivamente come uno spazio affittabile per mostre temporanee private non svolgendo quella che dovrebbe essere la sua funzione principale: essere l’esposizione permanente dell’arte di cui Arezzo è proprietaria.

Possiamo dire che la città ha perso e continua a perdere la sua Galleria d’Arte Contemporanea, ma sarebbe falso dire che questa galleria non c’è più. C’è, sappiamo dove si trova, ma serve la volontà di rendere la città di Arezzo un polo artistico iniziando con il riportare alla luce ciò che è ormai da tempo nascosto nell’ombra.

Ciò di cui abbiamo bisogno è creare un museo come contenitore aperto di opere. Un museo per la città, non solo della città, dove guardare queste opere come se fossero una lente d’ingrandimento sull’identità di Arezzo.

Facciamo chiarezza a livello terminologico, quella che noi chiamiamo “Galleria Comunale” in realtà dovrebbe essere un museo, o almeno non dovrebbe essere esclusivamente una galleria per esposizioni private, dunque in quanto tale segue un’etica: «Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo …» (ICOM codice etico) 

Recuperiamo quindi la progettualità artistica della Città di Arezzo: la collezione permanente è solo un primo passo, necessario, di un lungo percorso. C’è bisogno di attrarre, fare ricerca e muoversi con delle azioni mirate per rendere il museo sostenibile e soprattutto vivo, con la convinzione che il museo è chiamato sempre più a svolgere una funzione connettiva, e soprattutto dobbiamo compiere una transizione digitale per avvicinare la cultura a tutti, soprattutto ai giovani.

Si potrebbero esporre mostre itineranti da far circuitare nel territorio, attivare un dipartimento cinematografico, una radio trasmissione, istituire dei corsi di formazione online e un’editoria dedicata all’arte. Si potrebbe digitalizzare il museo e le sue opere d’arte, rendendo il catalogo fruibile anche online da ricercatori di tutto il mondo e da studenti e scuole di ogni parte d’Italia.

Vogliamo segnalare che un progetto dettagliato per ricreare la Galleria d’Arte Contemporanea esiste già, ed è stato ideato da Matilde Puleo. Siamo certi che, in collaborazione con gli esperti d’arte e con le associazioni del territorio, l’Amministrazione comunale aretina possa finalmente dare vita ad una progettualità mirata alla crescita del sistema artistico e culturale della Città, partendo dalla valorizzazione di ciò che è già presente e in attesa di essere, finalmente, esposto.

Per questo, i gruppi consiliari di minoranza, presenteranno un atto d’indirizzo che chiederà al Sindaco Ghinelli un impegno chiaro in questa direzione.

-art.di Francesco Romizi- 

-Pubblicato da Redazione-