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“Laudati disse: ‘Sono amico di Alfano, poi tentò di insabbiare il caso escort”

 Nelle deposizioni dei pm Scelsi e Pontassuglia, le presunte manovre del procuratore di Bari per neutralizzare l’indagine su Tarantini e Berlusconi: “Si vantò di dare del tu al Guardasigilli”. Giornata nera per il procuratore di Bari Antonio Laudati, messo sotto indagine dai colleghi di Lecce e accusato davanti al Csm di aver avviato “un’inchiesta parallela” sul delicatissimo caso Tarantini, gestito dai suoi sostituti. Laudati è indagato dalla Procura di Lecce per abuso d’ufficio, favoreggiamento e violenza privata. Il procuratore si sarebbe adoperato per rallentare la chiusura delle indagini sulle escort che Gianpaolo Tarantini portava nelle residenze del premier Silvio Berlusconi. Il caso è stato sollevato dall’ex pm Giuseppe Scelsi, titolare dell’inchiesta escort fino al trasferimento in Procura generale, avvenuto a giugno. Secondo un esposto presentato da Scelsi al Consiglio superiore della magistratura, Laudati avrebbe ostacolato le indagini e accelerato il suo trasferimento, anche in seguito a pressioni del governo. Sentito dalla prima commissione del Csm, l’ex pm ha rincarato la dose. Secondo il suo racconto, Laudati avrebbe avviato un’indagine parallela sull’inchiesta escort, con accertamenti “extra” svolti da militari della Guardia di finanza ritenuti vicini a Laudati e al suo ufficio. (da Il Fatto Quotidiano.it)