M.O: Spagna blocca vendita armi ad Israele / Emergency invita l’Italia a farlo

tank_israele-478x318Il conflitto insraelo-palestinese nella Striscia di Gaza sta incontrando le prime conseguenze sul piano delle relazioni diplomatiche.
Il governo spagnolo ha deciso di “bloccare cautelarmente” la vendita di materiale militare ad Israele.
Secondo quanto riporta il quotidiano locale El Pais, la misura è stata presa dalla giunta interministeriale che regola il commercio con l’estero di materiale bellico.
Secondo le stime, le vendita di armi spagnole ad Israele sono comunque limitate e pertanto la decisione sarebbe strettamente politica: come riporta l’Ansa, nel 2013 hanno raggiunto 4,9 milioni di euro di fatturato.
La Spagna ha adottato misure analoghe nei confronti dell’Egitto, l’Ucraina e il Venezuela.
Il provvedimento suppone tra l’altro che non siano concesse nuove licenze di vendita e che siano sospese a tempo indeterminato quelle già in vigore.
La giunta sarà di nuovo convocata a settembre per valutare se prorogare la sospensione nei confronti di Israele.
Sulla scia della forte azione del governo spagnolo, l’organizzazione per la tutela dei diritti umani, Emergency, ha lanciato un appello all’Italia che “all’interno dell’Unione Europea, è il principale fornitore di sistemi militari a Israele”.
Chiediamo che il nostro Stato, la nostra Repubblica che ripudia la guerra, non sia complice di questa delirante spirale di violenza” ha detto Emergency, sottolineando che “guarda con dolore e indignazione il bilancio degli attacchi contro i civili e le gravi violazioni del diritto umanitario” nella Striscia di Gaza che definisce “un massacro di civili inaccettabile”.
“Chiediamo che il governo italiano sospenda immediatamente l’accordo di cooperazione militare con Israele, le prossime esercitazioni dei caccia israeliani nei cieli di Sardegna e la fornitura di sistemi militari, nel rispetto della legge italiana (la legge 185/90 vieta di vendere armi a Paesi in conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani) e dell’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra”, scrive l’organizzazione, concludendo che “ci uniamo a tante voci, italiane e internazionali, nel chiedere che l’Italia, nel semestre di presidenza dell’Unione Europea, si faccia promotrice di un vero percorso di pace, con gli strumenti della diplomazia e dei diritti”. -(da Affaritaliani.it)-

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