Sindaci, proposte per indennità più alta

Quanto guadagnano i sindaci? Poco, a leggere le proposte di legge depositate in Parlamento che puntano ad aumentare il trattamento economico riservato ai primi cittadini degli 8.057 Comuni italiani.

Iniziative che arrivano sia dall’(ampia) maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi, sia dall’opposizione (che in questo momento è rappresentata solo da Fratelli d’Italia). In entrambi i casi l’indennità per chi guida grandi centri viene portata sopra la soglia dei 10mila euro (lordi).

 L’ex ministro dell’Interno del primo governo Conte ha depositato al Senato una proposta di legge per adeguare gli stipendi dei primi cittadini avendo come parametro il trattamento economico che spetta al presidente della Corte di cassazione (240mila euro).

La retribuzione verrebbe calcolata applicando percentuali che scendono al diminuire degli abitanti dei comuni. Così per i sindaci delle città metropolitane come Roma e Milano la misura sarebbe del75%, quindi 180mila euro, pari a un importo mensile di 15mila euro.

L’indennità di funzione mensile attuale è fissata a 7.800 euro.

I sindaci dei comuni con popolazione tra 250mila e 500mila abitanti avrebbero diritto invece a un’indennità pari al60% di quella accordata al presidente della Corte di cassazione: 144mila euro annui, 12mila euro mensili. Più del doppio rispetto ai circa 5.800 euro attuali. Lo schema salviniano si chiude con i sindaci di non oltre 3mila abitanti: 3mila euro mensili rispetto ai circa 2mila attuali.

Il costo dell’operazione immaginato dal capo della Lega sarebbe di43,6 milioni di euro per l’anno 2021 e di 174,3 milioni di euro annui a decorrere dal 2022. Le risorse? Verrebbero dal «Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione.

Anche per il senatore del Pd Luigi Zanda l’indennità di funzione dei sindaci e degli amministratori locali va rivista per mettere «in evidenza il valore che la Repubblica riconosce ai suoi sindaci», come si legge nella relazione alla proposta di legge depositata a Palazzo Madama. Un testo che prevede di adeguare lo “stipendio” dei sindaci metropolitani al trattamento economico riservato ai presidenti delle giunte regionali: vale a dire 13.800 euro mensili.

Nei comuni capoluogo di provincia la retribuzione dovrà invece essere pari al 90% dell’indennità riservata ai consiglieri regionali (11.200 euro): quindi 10.080 euro mensili. La percentuale scende poi (dall’80 al 25%) nelle varie classi demografiche.

Costo dell’operazione: 220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2021. Per le risorse viene indicata la stessa fonte proposta da Salvini: Fondo di riserva per le spese impreviste.

Una terza proposta depositata in Senato (come quelle di Salvini e Zanda in discussione nella commissione Affari costituzionali) porta la firma di Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d’Italia.

L’ex ministro della Difesa intende «adeguare la misura delle indennità previste per l’incarico di sindaco nelle grandi città a quello garantito a senatori e deputati del Parlamento visto «l’elevato livello di responsabilità amministrativa, di certo non inferiore rispetto a chi esercita la carica di membro del Parlamento».

Come spiegato dal sito del Senato l’importo lordo dell’indennità dei senatori è pari a 10.385,31 euro che, al netto delle ritenute fiscali e dei contributi obbligatori, portano l’indennità mensile a 5.304,89 euro (una cifra che non tiene conto di altre voci come la “diaria”, il rimborso forfetario delle spese generali e di quelle per l’esercizio del mandato).

Costo dell’intervento: 10 milioni di euro annui.

-art.di di Riccardo Ferrazza-

Pubblicato da Redazione