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gioco | il Fendente

No al gioco d’azzardo!

imagesIl Sindaco di Novellara Raul Daoli ha sottoscritto il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”, promosso da Terre di mezzo e Legautonomie, unendosi ad oltre duecento amministratori locali che chiedono di essere messi in condizione di agire a contrasto del fenomeno, allo scopo di limitarne le conseguenzenegative sulle comunità che amministrano

Novellara – Attraverso la sottoscrizione del Manifesto, il Comune di Novellara lancia un appello importante già molto sentito su tutto il territorio reggiano: i Sindaci devono avere il potere di emettere delle ordinanze per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghisensibili, devono poter dare parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Solo aggiungendo questi strumenti si può intervenire in modo più incisivo e coerente attraverso gli Statuti Comunali, i Piani di Governo del Territorio, i Regolamenti (di Polizia Locale, del commercio, della pubblicità, delle sale gioco). (altro…)

Gioco d’azzardo e dipendenza, per i gestori scatta l’obbligo di avvisare i clienti

videopoker_2012mod-300x199Dalla Regione una locandina da esporre all’ingresso dei locali.

Arezzo  –  Dal 1° gennaio 2013, tutti i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, o anche di scommesse, avranno l’obbligo di esporre ben visibile materiale informativo sul gioco d’azzardo.

L’iniziativa è prevista dalla legge “Balduzzi”, che obbliga i gestori a “esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie locali, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio di servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al gioco d’azzardo patologico (GAP)”.

In Toscana, il materiale informativo è stato predisposto dall’assessorato al diritto alla salute, avvalendosi del contributo di professionisti esperti nella prevenzione e cura delle persone con problemi di GAP. Le locandine sono state  “personalizzate” da ciascuna Asl, con il logo della Asl stessa, e i recapiti telefonici dell’Urp (Ufficio relazioni con il pubblico), per avere informazioni sui servizi di cura.

Nella locandina, si spiega che il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportamento che rientra nell’area delle cosiddette “dipendenze senza sostanze”; che può sembrare innocuo, ma in realtà può provocare una pericolosa dipendenza in tutte le fasce di età. Si elencano i vari tipi di gioco d’azzardo: slot machine, lotterie, gratta e vinci, poker on line, scommesse sportive, bingo, casinò on line, ecc.

“Il giocatore patologicospiega il volantinosviluppa un legame sempre più forte con il gioco, trascura la famiglia, gli impegni lavorativi e la vita sociale. Aumenta progressivamente la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare e la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, nella speranza di rifarsi”. Il rischio è quello di spendere sempre più denaro e trascorrere sempre più tempo a giocare, pensando di poter controllare la propria voglia ma senza riuscirci, diventando irritabili quando non si gioca, mentendo a familiari e amici, giungendo a commettere atti illeciti per procurarsi denaro.

In fondo alla locandina, anche due domande per scoprire se si rischia la dipendenza da gioco, e i contatti a cui rivolgersi per avere informazioni e aiuto. Ecco le domande: “Hai mai sentito l’impulso a giocare somme di denaro sempre più elevate? Hai mai voluto tenere nascosta l’entità del tuo giocare alle persone che ti stanno più vicino? Se hai risposto positivamente ad almeno una di queste domande, stai rischiando di avere problemi con il gioco”.

I gestori, che hanno l’obbligo di esporre la locandina, possono scaricarla direttamente dal sito web della Usl8: www.usl8.toscana.it

Giovani e anziani: le due facce del gioco

Incontri di sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo. Si inizia mercoledì. Il diritto alla cura del gioco d’azzardo patologico inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.). Ad Arezzo 180 i pazienti in carico al Sert dall’inizio dell’anno ad oggi.

Arezzo – In un quadro nazionale in cui il gioco d’azzardo è diventato un comportamento di massa, anche a causa del periodo economico che stiamo vivendo, ed i dati epidemiologici parlano di un’indubbia problematica sociale e sanitaria con la prevalenza dell‘1-3% di giocatori patologici, le politiche di salute pubblica, con il Decreto Legge Balduzzi del settembre scorso, riconoscono finalmente ai giocatori il diritto alla cura inserendo il gioco d’azzardo patologico nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.).

Al fine di sensibilizzare la popolazione aretina sui rischi del gioco lecito e del gioco on-line, il SerT Zona Aretina, in collaborazione con Mirimettoingioco (Associazione di ex-giocatori e loro familiari), organizza due incontri aperti al pubblico su “Giovani e anziani: le due facce del gioco”.
La prima iniziativa è prevista per mercoledì 14 novembre, alle ore 17.00 presso il Centro Documentazione del SerT di Arezzo (via Fonte Veneziana 17). La dr.ssa Valentina Cocci (psicologa) e la dr.ssa M. Patrizia Severi (assistente sociale) affronteranno le problematiche psicologiche, familiari e sociali della dipendenza da gioco.
La seconda iniziativa in programma è per mercoledì 28 novembre, alle ore 18.00, presso la sede di Mirimettoingioco, in via Cavour 97 Arezzo. Nel corso dell’incontro sono previste  le testimonianza di giocatori e familiari del gruppo di auto-aiuto dell’Associazione.

L’attività del Sert, i dati ed il profilo dei giocatori aretini

Il Dipartimento delle Dipendenze dell‘Azienda Usl 8 di Arezzo offre da diversi anni percorsi assistenziali specifici ai giocatori e alle loro famiglie garantendo gratuità e riservatezza dei trattamenti presso i cinque SerT della provincia. Inoltre, per rendere più efficaci le azioni di cura e prevenzione, il Dipartimento delle Dipendenze coordina dal 2005 una rete di istituzioni che a diverso titolo si occupano di gioco d’azzardo nel territorio aretino: Enti Locali, Prefettura, Caritas, Associazioni di volontariato, Categorie Economiche, Misericordia.

Dal 2001 ad oggi il Dipartimento delle Dipendenze ha avuto in cura 229 utenti. In particolare, nel 2012 (dati ad ottobre 2012) gli utenti in carico per gioco d’azzardo patologico sono 180 dei quali il 75% sono maschi con età media di 40 anni e il 25% sono femmine con età media di 52 anni. Rispetto allo stato civile, il 57% è coniugato/convivente, il 28% è celibe, il 13% separato/divorziato e il 2% vedovo. Per quanto riguarda l’occupazione, il 65% lavora, il 15% è disoccupato, il 20% è non occupato (pensionati, casalinghe e studenti).

Se il gioco preferito da circa il 70% dell’utenza sono le slotmachine, il gioco preferito dai giovani sotto i 34 anni sono le scommesse sportive o le slotmachine in abbinamento al poker-on-line; i pensionati, invece, sono soprattutto donne e si dividono tra slotmachine e gratta-e-vinci.

Per informazioni, chiamare la Dr.ssa V. Cocci 0575-255943

 

Apartheid, il gioco preferito della Lega

Quando le parole di Napoletano scatenarono l’ira dei tre ex ministri: i bambini si trasformano in “clandestini”.

Quelli della Lega, come Erode, hanno il terrore dei bambini che non siano razza pura italiana. Strano, direte voi, visto che dell’Italia a loro non importa niente. Detestano il tricolore, giurano, da ministri, su una cosa chiamata Padania, parlano di secessione che vuol dire ex Yugoslavia. Anzi, più complicata e pericolosa la loro secessione,perché è impossibile. Dunque di che Italia parlano quei tre ex ministri (due inutili, ma uno era ministro dell’Interno, pensate il pericolo che l’Italia ha corso) quando rispondono con violenza e furore, ad una frase del Presidente della Repubblica? Per capire bene, ricordiamo la frase: “È folle ed è anche assurdo che un bambino nato in Italia da genitori immigrati, che resta, vive, cresce studia in Italia, non sia italiano”.

La frase va ambientata tre volte. La prima, nel contesto di un Capo di Stato che enuncia un principio di buon senso e valore morale. Buon senso perché il bambino di cui stiamo parlando non ha altro Paese che quello in cui è nato, cresciuto, di cui parla la lingua (spesso la sola lingua), in cui è andato a scuola. Di valore morale perché dice che accoglienza e integrazione sono il solo percorso per i nuovi arrivati in un Paese civile. C’è naturalmente una opinione pubblica che riceve il messaggio. È una Italia che si è incattivita e che ha paura. Ma non dedica la sua paura agli immigrati e non ripone le sue speranze di salvezza nella Lega Nord. E in più tende a stare attenta a ciò che dice il presidente della Repubblica. Ma quando il messaggio raggiunge i destinatari, che hanno dedicato anni di devastazione alle leggi, ai regolamenti e alla burocrazia, pur di creare ostacoli a chi veniva per lavorare, e col proprio lavoro ha fatto funzionare in questi anni mezza Italia, dalla raccolta dei pomodori nel Sud alle migliaia di minifabbriche del Nord e specialmente del Nord Est detto “padano”, esplode furore, invettiva, minaccia.

Maroni, come ha sempre fatto mentre, da secessionista, era ministro chiave della Repubblica, ha cambiato la parola. Invece di “immigrato” lui ha fatto finta di avere capito “clandestino”.“Clandestino” è una parola cara alla Lega perché porta, con due passaggi, in prigione. Sembra un gioco da tavolo e invece è una trovata crudele, specialità di brave persone come Maroni, Calderoli, Borghezio. Si fa così. Di qua c’è la burocrazia che farà di tutto per rallentare, procrastinare, negare, rinviare il permesso anche se l’immigrato ha tutte le carte in regola e lavora. Te lo raccontano, umiliati, alcuni prefetti che dicono: “Lei non sa che cosa si adattano a fare certi colleghi per la carriera”. E infatti il prefetto Mosca di Roma, sotto il governo Bossi-Maroni-Berlusconi ha dovuto dimettersi perché ha rifiutato l’idea odiosa delle impronte digitali ai bambini Rom. Ma nel cosiddetto “pacchetto sicurezza” di Maroni la cui approvazione svergogna il Parlamento italiano, “clandestino” diventa reato. Il reato non dipende dal fare ma dall’essere, come in ogni serio regime razzista. E sei nelle mani di quei poliziotti o padroni (non tutti, e forse non tanti, per fortuna) che stanno al gioco sporco della Lega. Quando sei “clandestino” o vieni rimpatriato dove non sai, o vai in prigione o, altra variante barbara, ti rinchiudono nei centri di identificazione e di espulsione, dove nessuno ti identifica, dove l’ottanta per cento dei detenuti è in regola (lo certificano le periodiche visite di parlamentari radicali e Pd ), dove ti tengono per un anno e mezzo senza assistenza legale o sanitaria e senza regole, sorvegliati da poliziotti e soldati che non hanno alcuna preparazione nè alcun voglia di fare quel lavoro. Direte che è tutto assurdo.

Ma questo è il mondo della Lega finchè è durato, fondato sulla paura, sul rapporto inesistente tra sicurezza e immigrazione (nel Paese di ‘ndrangheta, mafia e camorra , dove ci sono due morti al giorno di attentati malavitosi a Roma), fondato sul sostegno non gratuito di Berlusconi, a cui i voti leghisti davano ossigeno, e che lui ricambiava dando via libera alla Italia dell’apartheid.

Quelli del mondo di Berlusconi si ricordano anche adesso del dovere di sostenere le barbare assurdità della Lega e il linguaggio deformato dei leghisti. “Napolitano adotta i clandestini” intitola Libero del 23 novembre, facendo subito uso truffaldino della parola “clandestino” come hanno imparato da Maroni, per vedere se si può spaventare qualcuno.

“Non vorrei – suggerisce su Il Giornale l’astuto Calderoli – che fosse un cavallo di Troia per concedere il diritto di voto agli immigrati”. E crede di avere annunciato il colmo del colpo di mano, della indecenza, della paura.

Però attenti a ciò che ha da dire Cicchitto: “Se invece di economia vi occupate di diritti, noi potremmo difenderci con la nostra riforma della giustizia”. Conoscendo autori e intenzioni, la minaccia è chiara e malevola.

Ma sentite La Russa, che un tempo usava il tricolore come sciarpa. “Questa è la strada per rompere subito e andare dritti alle elezioni”.

Pensate: la minaccia inaccettabile sono bambini nati in Italia che diventano italiani.

Diciamo che poche parole umane, chiare, quasi ovvie, hanno portato allo scoperto la vera natura del mondo berlusconianola vera natura della Lega, incompatibile con un normale livello di civiltà.

-F.C.-