Cinquantaquattro morti.
Erano tutti immigrati che cercavano di raggiungere l’Italia dalla Libia. I rifugiati si erano imbarcati a Tripoli per arrivare nel nostro Paese. Lo rivela l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che lo ha appreso dall’unico superstite, un cittadino eritreo.
Lui, il 55esimo passeggero della barca ha visto i suoi compagni di viaggio morire per disidratazione dopo un calvario durato 15 giorni. L’uomo è stato soccorso mentre era aggrappato ai resti di un imbarcazione. Il racconto del l’unico superstite: “Siamo partiti da Tripoli per l’Italia: siamo morti disidratati dopo un calvario durato 15 giorni”.
L’uomo è stato immediatamente portato all’ospedale di Zarzis (Malta)dove è ricoverato per assideramento e disidratazione. Dopo un giorno di navigazione l’imbarcazione sarebbe giunta in prossimità della costa italiana ma i forti venti l’avrebbero spinta indietro. Nel giro di pochi giorni il gommone ha iniziato a sgonfiarsi. Sono morti uno ad uno disidradati. In base alla testimonianza del sopravvissuto non c’era acqua a bordo ed i passeggeri avrebbero iniziato a morire di disidratazione.
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