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lombardia | il Fendente

Fondi Lombardia: condannati Bossi jr e Nicole Minetti

Il tribunale ha condannato 52 imputati fino a 4 anni e 8 mesi. A Romeo un anno e 8 mesi. “Il sistema c’era da 30 anni”

(Nella foto: Renzo Bossi e Nicole Minetti)  

Il Tribunale di Milano ha condannato a due anni e sei mesi Renzo Bossi, figlio di Umberto Bossi detto il Trota, e a un anno e 8 mesi l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi Nicole Minetti, tra i 57 imputati al processo sulla cosiddetta ‘Rimborsopoli’ al Pirellone, tutti ex consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia tranne uno.

I due sono stati ex consiglieri della Lega e del Pdl.  (altro…)

Ecco i redditi del consiglio lombardo. Con auto, jeep dell’esercito e fabbricati

regione_lombardia_2Le indagini getteranno una nuova luce (sinistra oppure no, non si sa), sul consiglio regionale lombardo e sui rimborsi dei consiglieri.

Milano – Intanto, nella deliberazione numero 316, che Affaritaliani.it ha visionato, sono stati resi noti tutti i redditi (leciti, legittimi e senza ombre) dei consiglieri regionali. Così, si scopre ad esempio che Paola Maria Camillo, subentrata a Giorgio Pozzi, dichiarato ineleggibile, ha fatto proprio un buon affare a entrare in consiglio regionale. Ha speso per la sua campagna elettorale esattamente 3085 euro. Il suo reddito imponibile era 18mila euro. Ma nella prossima dichiarazione avrà una gradita sorpresa: lieviterà a 110mila euro come tutti gli altri. E gli saranno pure rimborsati i 3085 di cui sopra. A proposito, la Camilloha chiesto, nel primo intervento in consiglio, pure i 250mila euro di arretrati. Buon affare anche per Franco Spada. Il suo esordio in consiglio è arrivato, tra le fila dell’Idv, grazie alle dimissioni di Gabriele Sola (che però cerca la riconferma). Gli sono stati rimborsati  16mila euro di spese elettorali. Nel frattempo lui, che guadagnava 44336 euro, schizzerà a 110mila. Ma non nell’Idv perché la sua esperienza è stata breve ma intensa: è subito approdato nel gruppo pro Ambrosoli insieme a Marcora e a Bettoni.

Poi c’è chi lavora, mentre fa il consigliere. E’ il caso di Rienzo Azzi (Pdl): reddito dichiarato 205mila euro a fronte dei 112mila che gli paga la Regione. Davide Boni, invece, l’anno scorso era presidente del consiglio: 218mila euro di stipendio. Si è comprato 100 azioni della Banca Popolare di Milano e un Suv Q7 dell’Audi. Enrico Brambilla, del Pd, nel 2011 ha comprato la casa dei genitori con il sistema della nuda proprietà, in quel di Vimercate. Niente a confronto di Massimo Buscemi, imponibile di 152mila euro, che si è comprato tre fabbricati a Gallarate e azioni nella Lux Srl di Mariano Comense e nella Jol Srl di Milano. Altro reddito da lavoro importante è quello del consigliere Stefano Carugo (Pdl): 229mila euro a fronte di 112 percepiti dalla Regione. Raffaele Cattaneo, ex assessore alle infrastrutture, ha percepito dalla Regione come consigliere 140mila euro, ma il suo reddito imponibile è stato di quasi 205mila euro (era assessore). Giulio Cavalli, attore antimafia di Sel, si accontenta di poco per calcare le scene: su 126mila euro di imponibile, 112 sono lo stipendio da consigliere. Movimentata la situazione dell’ex assessore Alessandro Colucci. Nel 2011 ha comprato un fabbricato e venduto un fabbricato, ha comprato una Mercedes e venduto una Bmw. Elisabetta Fatuzzo, leader dei Pensionati, si è comprata invece un bilocale di 50 metri quadri a Milano e un box auto a Curno, nel bergamasco. E Roberto Formigoni? Il presidente ha un imponibile di 186mila euro. Niente case e niente auto comprate o vendute. Romano La Russa, capolista alle prossime elezioni di Fratelli d’Italia ed ex assessore, ha un imponibile di 230mila euro. Tra le note, l’incarico nel cda di Monterosa 2000 Srl. Si è comprato invece 350 azioni della Banca Popolare di Verona Carlo Maccari, che raggiunge quota 231mila euro di reddito lordo. Molto indietro rispetto a Enrico Marcora, ex consigliere dell’Udc, che ha 278mila euro lordi di imponibile e un ruolo da consigliere nella Cantoni Srl. Maurizio Martina, capogruppo del Pd in Regione Lombardia, ha venduto e acquistato (insieme alla moglie) un’abitazione a Ghisalba e una a Mornico, entrambi paesi della bergamasca. Ma il recordman dei consiglieri regionali chi è? Si chiama Mauro Parolini, ed è davvero inarrivabile: 445mila euro di reddito dichiarato a fronte dei 120mila percepiti da consigliere. Fabio Pizzul, del Pd, nel 2011 si è comprato una Fiat Punto (a metano). Massimiliano Romeo della Lega Nord ha invece venduto la sua Classe A del 2005 per acquistare il piccolo SUv Bmw X3. E Stefano Zamponi, avvocato dell’Idv molto celebre a Monza? Si deve accontentare di 282mila euro di imponibile, piazzandosi così secondo tra i più “ricchi” dopo Parolini.

Interessante è anche la lettura dei redditi e delle proprietà dei nuovi assessori (nominati dopo il cambio voluto da Formigoni per l’arresto di Zambetti). Giovanni Bozzetti, assessore al commercio, ha un solo immobile, ma molte partecipazioni societarie. Per la precisione, in quattro società: Gioeco, EFG Consulting, Evolution Vision Advisory, Osprei Italia. Di tre su quattro è anche presidente. L’assessore all’agricoltura Giuseppe Elias ha invece molti incarichi in società private: è consigliere di Corte Piccola Srl e di Corte Grande Srl, nonché amministratore della Gallia Srl e della Gestione Aziende Bianchini. Andrea Gilardoni, assessore alle Infrastrutture, ha un reddito complessivo di 338mila euro, e 7 fabbricati tra Milano, Bellagio e Cervinia. In più ci sono le partecipazioni in società: Agici, Kinexia, Unicredit, Saes Getters. L’assessore allo Sport Filippo Grassia ha invece la gran parte delle proprietà immobiliari ad Ancona, dove è nato: 5 per la precisione. Incuriosisce l’assessore alla famiglia Elena Pellegrini. Oltre a beni immobili vari, ha forse la vettura più curiosa: una ford gpw del 1962. Praticamente, una jeep dell’esercito americano. In comproprietà al 25%. ( Fabio Massa)

 

 

Ondata di indagini in Regione Lombardia

Ristoranti, sigarette, spese varie. Si allarga ancora lo scandalo dei rimborsi per i consiglieri regionali, che arriva al Pirellone.

Milano – Nel mirino anche i rappresentanti della giunta uscente. L’accusa: aver ottenuto rimborsi con soldi pubblici per spese dubbie.

Gli investigatori della guardia di finanza hanno accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. Milioni di euro ogni anno per tutti i gruppi consiliari e che si aggiungono ai già tanti benefit dei politici. In particolare l’indagine – anticipata oggi da Repubblica – riguarderebbe spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici.

Tra gli indagati, i capigruppo in Regione del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli, sono indagati, da quanto si è saputo nell’inchiesta della Procura di Milano che vede al centro l’accusa di peculato e che riguarda una quarantina di consiglieri lombardi. A dare il via al nuovo scandalo, le verifiche per l’indagine di corruzione su Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lega e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, arrestato un anno fa con in casa una mazzetta da 100 mila euro.

Con i soldi pubblici dei rimborsi ottenuti al ‘Pirellone’, Nicole Minetti ha comprato anche il libro ‘Mignottocrazia’ di Paolo Guzzanti, pagato 16 euro. Lo scrive il Pm negli atti d’indagine. Minetti, insieme ad altri consiglieri Pdl e Lega e’ indagata per peculato nell’inchiesta sui costi della politica alla Regione Lombardia.

Con i soldi ottenuti attraverso i rimborsi in Regione, Nicole Minetti si sarebbe pagata una serata (indicata dai pm come ‘consumazione’) da 832 euro all’hotel Principe di Savoia a Milano. Nella “lista della spesa”, agli atti dell’inchiesta della procura di Milano sui costi della politica al Pirellone, ci sono anche 430 euro spesi al ristorante “Giannino”, tradizionale luogo di incontro per i vip del capoluogo lombardo, 750 euro per acquistare un i-pad (uno ce l’ha gia’ in dotazione in quanto consigliera regionale, quindi verosimilmente si tratta di un regalo). E ancora, secondo gli accertamenti dei pm basati sulla lettura di scontrini e ricevute usati come giustificativo per i rimborsi, Minetti si sarebbe pagata coi soldi pubblici diverse cene in ristoranti.

Ci sarebbero anche cocktail, macelleria, ma anche cappuccini e brioche o munizioni da caccia tra le spese finite ‘sotto la lente’ della procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta che vede una quarantina di indagati tra esponenti di Lega e Pdl.-(da Affaritaliani.it)-