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palestina | il Fendente

Palestina, una svolta il “sì” italiano

“La Palestina può avere l’accesso alla Corte internazionale. Ovvero, una volta entrata, potrebbe denunciare gli insediamenti israeliani come crimine internazionale e avere su questo l’intervento della Corte stessa”.

Paolo Magri (foto), direttore dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Estera), con un’intervista ad Affaritaliani.it, commenta il voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite con il quale la Palestina entra nell’Onu come stato non membro ‘osservatore’. Poi Magri sottolinea il voto favorevole dell’Italia: “‘L’Italia ha preso una posizione netta. Non ha scelto, come spesso le è capitato in passato, la via dell’ambiguità. Inoltre ha adottato una discontinuità precisa col governo Berlusconi. Entrambe le cose sono insolite se pensiamo che abbiamo un governo tecnico”.

Come valuta il voto dell’assemblea dell’Onu che ha ratificato l’ingresso della Palestina come stato non membro ‘osservatore’?
“Positivo per Fatah, negativo per l’Europa e interessante  per l’Italia”.

Perché positivo per Fatah?
“Era decisamente in crisi in questi ultimi anni e soprattutto nelle ultime settimane perché stava emergendo, nella popolazione palestinese, come modello vincente quello militare di Hamas rispetto a quello diplomatico incarnato da Fatah.  Hamas, con la primavera araba, ha goduto di un clima positivo da parte dei paesi confinanti. Questo clima è confermato dalle numerose visite degli esponenti di governo dei Paesi della regione nella striscia di Gaza nelle ultime settimane. In sintesi, con questa iniziativa, Fatah porta  a casa un indubbio risultato positivo”.

Perché questo voto è negativo per l’Europa?
“Perché nuovamente si presenta divisa su un tema così importante con una parte di Paesi che ha votato  a favore e due Paesi, come Inghilterra e Germania,  che si sono astenuti. Di nuovo l’Europa non trova una voce unitaria”.

Come commenta il sì dell’Italia?
“Ha preso una posizione netta. Non ha scelto, come spesso le è capitato in passato, la via dell’ambiguità. Inoltre ha adottato una discontinuità precisa col governo Berlusconi. Entrambe le cose sono insolite se pensiamo che abbiamo un governo tecnico. Sicuramente la scelta della chiarezza è stata favorita dalla nuova posizione dell’Italia tesa a riconquistare uno spazio politico con i nuovi Paesi della sponda meridionale dopo la primavera araba”,

Come cambieranno i rapporti tra israeliani e palestinesi in concreto?
“Intanto la Palestina dopo il voto passa da osservatore permanente a Paese non membro osservatore”.

Ovvero?
“C’è sicuramente una questione di prestigio, cioè una vittoria politica. Ma può cambiare anche qualche cosa di sostanziale: con questo nuovo status la Palestina può richiedere l’ingresso in altre organizzazioni che fanno parte dell’Onu. Per entrare nelle Nazioni Unite  invece bisogna essere uno stato membro e per esserlo serve il  via libera del Consiglio di sicurezza ma questo è impedito dal veto americano. Ma anche come stato osservatore non membro la Palestina può chiedere di entrare in agenzie specializzate e in organi sussidiari delle Nazioni unite”

In concreto cosa può chiedere la Palestina?
“L’accesso alla Corte internazionale di giustizia internazionale . Ovvero, una volta entrata, potrebbe denunciare gli insediamenti israeliani come crimine internazionale e avere su questo l’intervento della Corte stessa. Un fatto sostanziale che ha portato la Gran Bretagna ad astenersi. Londra avrebbe votato sì se la Palestina avesse per iscritto confermato di non voler subito chiedere  l’ingresso alla Corte. Mentre l’Italia su questo punto ha accettato solo le promesse verbali”.

-Daniele Riosa-

 

Evviva, finalmente svolta Onu / “Sì” dell’Italia alla Palestina

Voto storico dell’Assemblea Generale dell’Onu che, con 138 voti a favore, 9 contro e 41 astensioni, ha approvato con una risoluzione l’ingresso della Palestina come stato ‘osservatore’.

Il voto e’ stato preceduto da  un lungo e applauditissimo discorso del presidente palestinese Abu Mazen che ha chiesto il “certificato di nascita” dello Stato palestinese. Il voto dell’Assemblea, ha detto Abu Mazen, e’ una occasione “storica” per la comunita’ internazionale, “l’ultima per poter salvare la soluzione a due Stati”. “Vogliamo raggiungere la pace e portare nuova vita al negoziato” con Israele, ha spiegato il presidente, ammonendo che “e’ arrivato il momento di dire basta all’occupazione e ai coloni”. Durissimo all’Assemblea l’intervento di Israele. Intanto a Ramallah la gente e’ uscita in piazza per festeggiare.

I ‘no’ alla risoluzione erano comunque tutti previsti. Oltre Usa e Israele si sono detti contrari Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica ceca e Micronesia.

L’Unione europea si era presentata al voto divisa. All’astensione di Germania, Gran Bretagna, Olanda, hanno fatto da contraltare il voto favorevole di 15 Paesi tra cui Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Spagna, Grecia e Irlanda a cui, ha sorpresa, si e’ aggiunta  l’Italia.

Tra le grandi potenze, luce verde per i palestinesi anche da Cina e Russia.

Uno degli effetti piu’ attesi della risoluzione e’ che consentira’ ai palestinesi di chiedere al Tribunale Penale Internazionale di indagare su eventuali crimini commessi dalla leadership israeliana durante il pluridecennale conflitto israelo-palestinese.

-Redazione-

 

Palestina all’Onu, l’Italia voterà sì / Israele: “Roma ci ha molto deluso”

Abu Mazen (foto) cerca sostegno. Francia, Spagna e Danimarca sono per l’ok

Roma –  In aperta sfida agli Usa e alle minacce israeliane di recedere dagli Accordi di Oslo, il presidente dell’Anp, Abu Mazen, cerca oggi all’Onu il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. La risoluzione, che darà un implicito seppur solo simbolico riconoscimento alla sovranità statuale palestinese, dovrebbe passare con un’ampia maggioranza: solo una manciata di Paesi, insieme a Israele e Usa, voteranno contro. Il voto arriverà nella tarda serata italiana.

Abu Mazen ha cercato di garantirsi quanti più voti possibili dalle consolidate democrazie europee: il risultato è la risoluzione avrà l’appoggio della maggioranza dei Paesi Ue, Francia e Spagna in testa.

Il Governo italiano intende dare il proprio sostegno alla risoluzione per attribuire alla palestinese lo status di `Stato non membro osservatore´ delle Nazioni Unite. Lo riferiscono fonti di governo. L’Ue, dal canto suo, ricorda che vuole uno Stato palestinese a pieno diritto nelle Nazioni Unite, ma che questo deve avvenire nel quadro di una soluzione del conflitto con Israele e quindi ha esortato le parti a riprendere da subito il negoziato.

“Siamo molto delusi dalla decisione dell’Italia – uno dei migliori amici di Israele – di sostenere l’iniziativa unilaterale dei Palestinesi alle Nazioni Unite”. Non si è lasciato attendere il commento a caldo dell’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon, secondo cui «tale iniziativa indebolisce le relazioni tra israeliani e palestinesi fondate sugli Accordi di Oslo”.(da La Stampa.it)

 

ONU, acconsenti ad uno Stato “subito” della Palestina per vivere fianco a fianco, in pace, con Israele

Mentre a Gaza piovono bombe Palestinesi e Israeliani sono sull’orlo di un’altra spirale di violenza e vendette. Ma, proprio ora, l’Autorità palestinese sta per chiedere il riconoscimento all’ONU e questa potrebbe essere un’opportunità incredibile per la pace. Aiutiamoli a farla diventare realtà.
Mentre nel sud di Israele la popolazione vive nella paura dei razzi, a Gaza i palestinesi vivono sotto assedio, imprigionati in una striscia di terreno strettissima. E in Cisgiordania la gente viene espropriata della terra occupata da insediamenti illegali, i malati sono bloccati per ore nel percorso verso gli ospedali dai posti di blocco israeliani e le famiglie sono divise da enormi muri che tagliano in due i loro campi.

Ma se i Palestinesi vinceranno la loro scommessa all’ONU per uno stato subito, potremmo assistere all’inizio della fine di 40 anni di occupazione e fare strada a due stati, Palestina e Israele, che possano vivere fianco a fianco in pace e totale sicurezza.
Gli USA e Israele stanno cercando di far saltare il voto all’ONU e l’attacco contro Gaza potrebbe essere un tentativo di spostare l’attenzione e di far apparire inaffidabili i palestinesi.

Ma l’Europa non ha ancora preso una decisione e i ministri degli esteri europei si incontreranno tra soli 4 giorni.

Quale miglior occasione di cambiare il corso degli eventi:  consentirebbe di mettere fine a trattative senza fine portate avanti dagli USA che coprono la costante e illegale colonizzazione delle terre palestinesi da parte degli “insediamenti” israeliani.

La risoluzione palestinese chiede la riattivazione e l’accelerazione dei negoziati.

Un voto a favore salverebbe la strada a un processo di pace più bilanciato ed equo tra due stati legittimi dopo che lo scorso gli USA hanno bloccato il riconoscimento della Palestina al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Ma se con il voto tra pochi giorni all’Assemblea generale dell’ONU, avverrà l’approvazione del riconoscimento dello Stato palestinese, potremmo assistere alla fine dell’egemonia degli USA e di Israele sul conflitto.

-Redazione-

Che sia riconosciuto lo Stato palestinese

La richiesta di riconoscimento dello stato palestinese è un tentativo pacifico, moderato e diplomatico di ottenere la pace e di restituire ai palestinesi la speranza dopo 40 anni di occupazione, oppressione e colonizzazione da parte degli insediamenti israeliani. Garantirebbe colloqui di pace più bilanciati e giusti fra due stati (altro…)