Vaccini: la stampa picchia duro ma faccia anche autocritica!

Non  prendiamoci  per i fondelli.

Doveva essere fatto prima,  quando la “frittata” non era ancora stata scodellata, quando, cioè si poteva impedire quanto avvenuto.

 

“La vera emergenza è l’informazione”, così titolava Giancarlo Magni un suo articolo pubblicato la scorsa settimana e, purtroppo, non abbiamo motivo alcuno per dargli torto.

Prendiamo l’argomento del giorno, la campagna di vaccinazione che fa acqua da tutte le parti, e non da oggi. La carta stampata, le televisioni, le emittenti radiofoniche, le testate ed i siti internet martellano duro, in questi giorni.

Siamo in ritardo con i numeri.

Le cifre sono impietose rapportate a quelle della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, di Israele e di altri Paesi virtuosi. Pazienza, si potrebbe dire: altri Paesi europei come Germania, Francia e Spagna sono più o meno al nostro livello. Passi pure: non si abbia a pensare che qualcuno vuole mettere in discussione le capacità organizzative di Conte, di Arcuri e la veridicità dei proclami trionfali di Casalino.

Ma come la mettiamo con l’ordine di somministrazione dei vaccini, ovvero con la mancata priorità data agli anziani?

La stampa di ogni tipo e di ogni colore è ora scatenata a denunciare questo scandalo. Bene: fa il suo dovere che è quello di rivedere le bucce al potere?

Non ci prendiamo per i fondelli.

Doveva farlo prima quando la frittata ancora non era stata scodellata, quando, cioè si poteva impedire quanto avvenuto.

La conclusione è sconfortante.

In Italia abbiamo centinaia di testate televisive, radiofoniche, della carta stampata, on line. Ma non abbiamo il vero pluralismo. Non solo quello politico, ma nemmeno il pluralismo dello stile giornalistico.

E’ come un indistinto rullo compressore, autoreferenziale, intrecciato con il potere (economico e politico) che si preoccupa molto del Palazzo e poco di dare corrette informazioni al lettore.

Al massimo si differenziano tra loro perché fiancheggiano partiti diversi: o destra o sinistra, o governo o opposizione. Ma il compito della stampa è cercare di raccontare i fatti. Tenendo bene a mente che indipendenza dal potere non significa lanciare invettive ma controllare e documentare l’attività che il potere svolge.

-Fonte: Pensalibero- Pubblicato da Redazione