Strage della caserma di Anghiari / 18 agosto 1944, ore 10.30

“A settantaquattro  anni di distanza sono vivi il ricordo e la commozione per il vile attentato alla Caserma dei Carabinieri di Anghiari (edificio cerchiato di bianco  )in cui persero la vita 15 (quindici) persone, 12 civili e tre militari.”

Sono il figlio orgoglioso di avere avuto un padre ”Carabiniere” che in quel 18 agosto fu l’unico, anche se ferito gravemente, a rimanere in vita per qualche altro anno.

Sono stato testimone, avevo 6 anni,  quando alle 10.30 circa avvenne l’esplosione di quella Caserma dove era mio padre

Anghiari: 18 Agosto 1944: improvvisamente alle 10,30 circa un forte boato; la terra tremò ed una nuvola di polvere fittissima si alzò verso il cielo.

Dove c’era la caserma ora appariva il vuoto ed un ammasso di macerie.

A conti fatti, tutto si era macchiato di orrori.

Anche quelli che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorderà nel suo primo messaggio al Parlamento, il 16 maggio 2006, con tre parole senza scampo:

«Zone d’ombra, eccessi, aberrazioni». Un’eredità pesante, tenuta nascosta per decenni da un insieme di complicità.

L’opportunismo politico che imponeva di esaltare sempre e comunque un ‘certo tipo di lotta’

Intanto la via Nova era diventata una larga e profonda voragine.

Dalle calligrafie dei volenterosi operanti, abbiamo le annotazioni di nomi e date di quelle giornate, un doloroso iter, ma pur sempre degno di essere ricordato nella sua semplicità, quale attendibile e unica rassegna degli avvenimenti.

Questo è il:  “Giorno della Memoria per la cittadina anghiarese”

-18 agosto 1944 – -È estratto dalle macerie, in gravi condizioni, il carabiniere Giovanni Dente, concittadino, mio padre;

-estratte le salme di Pasquale Meoni e Mafalda Leucalitti.

-19 agosto 1944 – Trasportate con carro funebre dalla stanza dell’obitorio le salme di Probo, Roberto e Arnaldo Palombini, del maresciallo dei carabinieri Adamo Capulzini e del carabiniere Girolamo Fiorini.

-20 agosto 1944 – Trasportata la salma di Elena Bartolomei dalla Propositura al cimitero; trasportate le salme di Ida Sanleonini e Teresa Socali;

-trasportata la salma di Dante Meoni e Maria Giuseppa Locci.

-21 agosto 1944 – Trasportata la salma di Maria Pieracci Redenti dal luogo del sinistro al cimitero.

-22 agosto 1944 – Trasportata la salma del vicebrigadiere CC. Saverio Faraone dal luogo del sinistro al cimitero.

-23 agosto 1944 – Trasportata la salma di Inci Marietta dal luogo del sinistro al cimitero».

Totale: 15 morti (12 civili e 3 militari + 1 ferito grave).

Una Caserma dei Carabinieri Reali sparita.

I tedeschi che il 29 luglio si erano ritirati da Anghiari avevano lasciano un ordigno bellico ad alto potenziale distruttivo (molti erano i presumibili chili di tritolo) che esplode  dopo ben 20 giorni (!!!).

Nell’unico documento ritrovato che è riprodotto nel librtto da me scritto, un   documento chiarissimo in cui si  afferma:

-“il maresciallo Capulzini venuto a conoscenza dell’esistenza di tale ordigno aveva adempiuto a tutti gli incombenti inerenti alla denunzia e alla richiesta dell’intervento tecnico per l’inattivazione dello stesso ordigno”.

Una Stazione dei Carabinieri Reali di cui sembrano essere perse (volutamente ? ) le tracce della sua esistenza sia a livello di Istituzioni superiori civili e militari quasi trattarsi di una “caserma fantasma“.

Nonostante  tutte le corrispondenze e relative risposte intercorse con la Presidenzadella Repubblica, risposte tutte eguali in cui vengono elencate circolari ministeriali di quei tempi che inducono all’impossibilità di poter dare decorazioni alla memoria, al “Gonfalone” del Comune,  ho scoperto alcune cose che inducono a chiedermi:

-“E se quell’ordigno esplosivo non fosse stato innescato da mano tedesca ? “

Già, l’ordigno bellico sicuramente nemico, ma la mano che ha fatto esplodere  e morire 15 cittadini anghiaresi, quasi sicuramente di uno ‘pseudo eroe nostrano’.

-Esisteva in quel periodo nel Palazzo Martini, distante circa centro metri dalla Caserma, una specie di polizia costituita da partigiani che dovevano collaborare con i carabinieri per mantenere l’ordine pubblico secondo le direttive dell’Allied Military Governement  (A.M.G.) e venne chiamata Field Security Section-FSS.

Questa specie di riconoscimento ufficiale (così si legge su “I Sentieri della Guerra” scritto da Giuseppe Bartolomei ) dava ad alcuni una certa autorità che non sempre fu aliena dalle passioni del momento”.

A questo punto l’articolo-ricordo-memoria è giunto alla sua conclusione mentre sento suonre i rintocchi della campane che indicano l’ora dell’esplosione:

-sono le 10,30 e doverosamente lo chiudo ripetendo ancora  la  frase scritta dal Comando Stazione Carabinieri di Anghiari leggibile nel libretto racconto mentre “sincere lacrime mi sgorgano dagli occhi”:

“ONORE a quei militari che con tanto coraggio si trovavano fermi sul posto di lavoro…”;

“ONORE ai civili morti”;

“ONORE alla città di Anghiari che con le sue quindici vittime ha pagato il suo alto tributo di sangue a quell’orribile guerra”.

“Davanti a simili esempi, il nostro operato pare essere veramente poca cosa, ma la memoria aiuterà a migliorarci.”

-gino dente-

 

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