Fare giornalismo. quello vero, non quello di parte ricercato dai più

Non possiamo dimenticare che anche il giornalismo comporta diritti e doveri, libertà e responsabilità, per  un comportamento etico che sia garanzia di correttezza ed obiettività.
Come recita la Carta di Roma, “… tutti i colleghi, ed i responsabili di redazione in particolare,” devono riflettere “sul danno che può essere arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati”.

In tutte le norme di autodisciplina dei giornalisti, dalla Carta di Treviso a quella dei Doveri, è evidente la volontà di contribuire all’affermarsi di un’informazione che risponda sempre meglio ai criteri di “veridicità, trasparenza, rispetto della persona”.
Chi esercita la professione deve essere consapevole della potenzialità degli strumenti che ha a disposizione, strumenti che permettono una partecipazione sempre più diffusa e capillare e che proprio per questo devono essere utilizzati con responsabilità e con l’indispensabile trasparenza e indipendenza rispetto a interessi terzi.

Oggi la vera informazione corre il rischio di venire soffocata da un «rumore dispersivo ».

Il giornalista  DEVE ritenersi difensore del servizio pubblico e garante dell’informazione corretta, attendibile, autentica e puntuale  che sappia anteporre la verità agli interessi personali o di corporazioni, NON ( in poche parole) ‘il ruffiano di turno che certuni vorrebbero.».

Tutti sappiamo che un giornalista è chiamato a scrivere ciò che pensa, ciò che corrisponde alla sua consapevole e responsabile comprensione di un evento . È necessario essere molto esigenti con sé stessi per non cadere nella trappola delle logiche di contrapposizione per interessi o per ideologie.

Oggi, in un mondo dove tutto è veloce, è sempre più urgente fare appello alla sofferta e faticosa legge della ricerca approfondita, del confronto e, se necessario, anche del tacere piuttosto che ferire una persona o un gruppo di persone o delegittimare un evento.

E’ difficile, ma la storia di una vita si comprende alla fine, e questo deve aiutarci a diventare coraggiosi e profetici.

Non si tratta di raccontare un mondo senza problemi poichè sarebbe un’illusione,  si tratta però di aprire spazi di speranza mentre si denunciano situazioni di degrado e di disperazione.

Un giornalista non dovrebbe sentirsi a posto per il solo fatto di aver raccontato, secondo la propria libera e consapevole responsabilità, un evento, ma  è chiamato a tenere aperto uno spazio di uscita, di senso, di speranza. 

La verità deve essere anteposta agli interessi personali o di corporazioni.

Il lavoro del giornalista si ispira quindi  ai principi della libertà d’informazione e di opinione, sanciti dalla Costituzione italiana, ed è regolato dall’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963:
«E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede”.

-Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile.
-Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per
garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici.
-Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell’editore, del governo o di altri organismi dello Stato.
-Il giornalista corregge tempestivamente e accuratamente i suoi errori o le inesattezze, in conformità con il dovere di rettifica nei modi stabiliti dalla legge, e
favorisce la possibilità di replica..
-il giornalista è tenuto ad osservare il segreto professionale, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario delle sue fonti.

-Il giornalista non può accettare privilegi, favori o incarichi che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità professionale.
– Il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell’avvenimento.

Il commento e l’opinione appartengono al diritto di parola e di critica e pertanto devono essere assolutamente liberi da qualsiasi vincolo, che non sia quello posto dalla legge per l’offesa e la diffamazione delle persone.

-Il giornalista è responsabile del proprio lavoro verso i cittadini e deve favorire il loro dialogo con gli organi d’informazione.
-Il giornalista accetta indicazioni e direttive soltanto dalle gerarchie redazionali della sua testata, purché le disposizioni non siano contrarie alla legge
professionale,  e alla Carta dei doveri.

-Il giornalista rispetta il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive.

Gino Dentegiornalista  pubblicista-