Parco Campo alla Fiera, quando impera la maleducazione e quasi non esistono i controlli

DIGITAL CAMERA“Il biglietto da visita” di una cittadina, per quanto abbia visualizzato dall’esterno  un “abito bellissimo”, non sempre produce l’effetto sperato e lascia dopo la visita , purtroppo, il turista interdetto.

Ci spieghiamo meglio e lo documentiamo con foto nonostante le ripetute, dimostrabili osservazioni fatte  agli addetti ai lavori  dell’amministrazione comunale, ma prima vogliamo ricordare al lettore il significato di “vero giornalista” che spesso è considerato un dissacratore quando rifiuta di essere  succube  o ruffiano del potere.

DIGITAL CAMERADIGITAL CAMERADIGITAL CAMERAIl giornalista “libero” è un intermediario di realtà complesse, che devono in qualche modo essere semplificate per un lettore che, grazie a questa opera di intermediazione, diventa a sua volta un cittadino consapevole e quindi un protagonista del suo tempo.

Il giornalista “libero” si occupa di tutto, riesce a descrivere e ad interpretare la realtà, purchè l’umiltà lo solleciti sempre ad essere preciso nella descrizione, competente ed onesto nell’interpretazione.
Ciò  significa difendere la propria autonomia, saper ascoltare e riferire, mettere insieme le notizie e saperle scegliere, stabilire una gerarchia di valori e proporre un ordine di essi.

Significa avvicinarsi all’obiettività, che non è lontananza nè distacco, che consente di coniugare libertà e responsabilità.
L’importante è che un giornalista rimanga una persona libera, autentica nei suoi pregi e nei suoi difetti.

Si può essere persone libere di spirito anche quando si hanno padroni, anche quando si ha un’etichetta addosso.

Nei giornali c’è la libertà che ogni giornalista sa conquistarsi. Se uno è autorevole e ha le notizie difficilmente viene bloccato.

Le inchieste di prima mano sono un efficace servizio all’opinione pubblica, ma costano parecchio, richiedono tempi lunghi e…disturbano i ruffiani ed i poteri occulti.

Sperando di essere compreso dal lettore , chiediamo ancora una volta che gli addetti ai lavori si diano una smossa in fatto di sorveglianza affinchè non sia danneggiato in modo incivile  il bene comune , come dimostrano le foto  pubblicate, per ora relative solo ai “bagni pubblici” del parco il Campo alla Fiera con scritte offensive e blasfeme oltre alla rottura del faretto (seconda foto)  che illuminava quel luogo ormai diventato, di notte, punto fisso forse “per fumare  al buio il calumet della pace”.

Seguiranno altre foto, NON per denigrare il bellissimo Anghiari, ma per porre freno ai distruttori del bene comune e per sollecitare chi di dovere a prendere i provvedimenti del caso.

-Redazione-