Anghiari: forse è vietato dare consigli per la salute dei cittadini

in“Il giornalista è tenuto a pubblicare tutto ciò di cui viene a conoscenza, purché di interesse pubblico e purché nei limiti della legge e delle norme deontologiche. E’ diritto insopprimibile del giornalista (art.2 della legge n.69 del 3 febbraio 1963) la libertà d’informazione e di critica, limitata all’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. In nessun caso il giornalista accetta condizionamenti dalle fonti per la pubblicazione o la soppressione di una notizia”.
Anghiari – In questo periodo si è parlato e scitto di “preparazione del terreno”, di “coltura del tabacco”, di “essiccatoi”.
Se ne è parlato e scritto, non per combattere e bandire quella coltura, ma visti i continui comunicati della Asl, visti e letti i regolamenti regionali tutti tesi nel raccomandare certe precauzioni necessarie, indispensabili per la salute dei cittadini, deve ritenersi utile discuterne
Tale scopo ha avuto un nostro articolo in cui raccomandavamo il comportamento da tenere all’insorgere di certi sintomatici fastidi fisici e ricordavamo anche certe precauzioni da tenere quando il tabacco veniva irrorato di pesticidi. Precauzioni per i cittadini e per lo stesso operatore all’uopo destinato.
Siamo così rimasti sorpresi per il dissenso del sindaco di Anghiari espresso durante una riunione nei confronti per tale articolo.Dissenso non fattoci pervenire direttamente dall’ interlocutore politico, ma ci è giunto in modo indiretto facendoci sentire accusati come di aver annunciato cose proibite.
Premesso che non dobbiamo, come giornalismo vero, chiedere il permesso ad alcuno per scrivere di un qualche cosa che sia di utilità pubblica; premesso che tali accorgimenti, da noi enunciati possiamo averli letti da qualsiasi parte, ci chiediamo che male èpssiamo aver  fatto a renderli noti e che così enunciavano:
“”In caso di nausea, bruciore agli occhi, mal di testa… recarsi presso una struttura-
Ospedaliera, informare i medici che questi malesseri, se manifestati in concomitanza di irrorazione di fitofarmaci in agricoltura, sono presumibilmente imputabili alla loro distribuzione. I pesticidi, indipendentemente dalla classificazione di tossicità, possono causare intossicazioni acute, croniche o reazioni allergiche .
Gli stessi medici, una volta espletata la visita, hanno l’obbligo di denunciare il fatto
comunicando diagnosi e cure proposte ad Autorità Competenti (ASL) e Pubblica Sicurezza
Verificare se sono rispettate le seguenti regole:
(Chi non rispetta gli obblighi sotto esposti è punibile per legge)
1- Distanze della coltivazione che subisce il trattamento
La distanza minima per fare trattamenti con pesticidi:
10/20 metri da orti e abitazioni (distanza tutela da effetto deriva, secondo quanto indicato nell’ etichetta del prodotto);-
200 metri da pozzi o altre presenze idriche ad uso domestico o irriguo-
2- Quando e come irrorare
-E’ vietato fare i trattamenti in presenza di vento o con condizioni meteorologiche avverse e o con temperature elevate;
è fatto obbligo di irrorare puntando i getti sempre nella direzione opposta alle case/orti-
3 -Obblighi per chi fa i trattamenti
Avvisare i residenti prima dell’utilizzo delle sostanze affinchè- abbiano il tempo necessario per adottare precauzioni (chiudere porte e finestre, raccogliere i panni stesi, coprire gli orti con teli, non sostare nelle vicinanze dell’appezzamento da trattare);
l’area interessata dovrà essere segnalata :“area sottoposta a trattamento fitosanitario””.
Le domandiamo, signor Sindaco: “Abbiamo commesso un reato? Abbiamo scritto il falso? Forse abbiamo urtato la suscettibilità di qualcuno?”
Come giungono a noi, organi di stampa, i comunicati della Asl8 dovrebbero giungere anche alle Amministrazioni comunali.
Se poi per caso non vi arrivano, riportiamo due esempi:-
Arezzo, 30 maggio 2014
Ai giornali, radio e tv locali
COMUNICATO STAMPA
31 maggio, Giornata mondiale contro il fumo di tabacco e Giornata del Respiro

Domani al San Donato postazione con materiali informativi e possibilità di effettuare gratuitamente la misurazione delle funzionalità respiratoria e una valutazione pneumologica
Arezzo – Ogni anno, il 31 maggio, l’OMS e i partner in tutto il mondo celebrano la Giornata Mondiale senza Tabacco.
L’uso del tabacco è la prima causa di morte evitabile a livello globale e attualmente è responsabile della morte di un adulto su 10 in tutto il mondo.
Domani all’ingresso dell’ospedale San Donato sarà predisposta una postazione-gazebo per la diffusione di materiali informativi e possibilità di effettuare gratuitamente la misurazione delle funzionalità respiratoria e una valutazione pneumologica specialistica (con la collaborazione di Calcit, Lilt, Aisla, Uildm, Asim).
Siamo di fronte ad una vera epidemia
L’epidemia globale di tabacco uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno, di cui più di 600.000 sono non fumatori che muoiono a causa del fumo passivo. Se non si agisce, l’epidemia ucciderà più di 8 milioni di persone ogni anno entro il 2.030. L’obiettivo della Giornata Mondiale senza Tabacco è quello di contribuire a proteggere le generazioni presenti e future non solo da queste conseguenze devastanti per la salute, ma anche dai flagelli sociali, ambientali ed economici derivanti dal consumo di tabacco e l’esposizione al fumo di tabacco.
Per quanto riguarda la Asl8, punto di riferimento per il tabagismo sono i centri antifumo dove, presso ogni SerT di Zona, è stabilmente attiva da anni un’equipe che offre la possibilità di trattamenti di gruppo e individuali, e organizza specifica attività di sensibilizzazione e prevenzione.
In aumento le malattie respiratorie
L’ aria “sporca” che respiriamo apre la strada a tumori, asma e allergie respiratorie, broncopneumopatia cronica ostruttiva, polmoniti, malattie interstiziali del polmone, malattie della pleura e molte altre. In piu’ anche il cibo in eccesso che mangiamo con l’obesità ha fatto esplodere il problema delle malattie respiratorie durante il sonno. Per combattere queste patologie c’è una branca apposita della medicina, la pneumologia, un settore in forte evoluzione che negli ultimi anni sta avanzando in modo importante nella cura e nella diagnosi di patologie acute e croniche dell’apparato respiratorio. Basti pensare che l’aria che entra nei nostri polmoni dà la vita per capire quanto sia importante prenderci cura del nostro respiro.
Non dimentichiamo anche che il polmone oltre a funzionare da “filtro” nei confronti dell’ambiente esterno costituisce un punto di partenza e di arrivo di malattie che possono interessare altri organi e apparati: basta pensare agli effetti del suo cattivo funzionamento in caso di insufficienza respiratoria sul cuore, fegato, reni e cervello e viceversa il danno a cui vanno incontro i polmoni in caso di malattie cardiache, immunologiche, infettive, e neurologiche: un esempio per tutti la distrofia muscolare e la SLA. Quindi, in sintesi, il polmone rappresenta una vera “bussola” per l’organismo che se alterata porta a conseguenze gravi per l’individuo. Non è a caso che le malattie respiratorie hanno raggiunto il triste primato di seconda causa di mortalità in tutto il mondo.
NUMERI DA CAPOGIRO NELLA NOSTRA PROVINCIA
Le cifre riguardanti la provincia di Arezzo parlano da soli: sono poco meno di 20.000 le persone affette da BPCO, oltre 10.000 che combattono per problemi di allergie respiratorie e altrettante per curare le malattie respiratorie correlate al sonno; poco piu’ di 500 aretini si ammalano ogni anno di tumore maligno dell’apparato respiratorio e circa 100 aretini sviluppano una malattia interstiziale del polmone.
Piu’ di 700 pazienti nel 2012 sono stati ricoverati per curare un episodio di grave insufficienza respiratoria acuta, un quinto dei quali con ventilazione artificiale. Infine in ambito domiciliare, 500 aretini possono vivere solo grazie all’ossigenoterapia domiciliare e 200 aretini possono respirare collegati ad un ventilatore meccanico.
UNA PNEUMOLOGIA D’AVANGUARDIA
La Pneumologia ad Arezzo ha subito negli ultimi anni una forte crescita proprio per fare fronte alle crescenti necessità del cittadino aretino con malattie respiratorie.
Con 700 ricoveri l’anno scorso e 20.000 prestazioni esterne, oggi i ricoveri in pneumologia riguardano pazienti sempre più complessi che hanno bisogno di cure specialistiche attente ed articolate. I pazienti con difficoltà respiratorie più critiche vengono da anni gestiti con professionalità nell’unità di terapia intensiva pneumologica (Utip), vero fiore all’occhiello della struttura aretina; recentemente l’Azienda ha effettuato lavori di ristrutturazione e ampliamento degli spazi dell’area dell’Utip con un aumento dei posti letto pari a 4. In questa unità (con assistenza intermedia tra rianimazione e reparto ordinario) si pratica il monitoraggio, la ventilazione meccanica prevalentemente ma non solo non-invasiva (eseguita cioè senza intubazione), e lo svezzamento dalla ventilazione invasiva, la fisioterapia con sistemi meccanici di ultima generazione e recentemente la decapneizzazione. E’ presente un infermiere dedicato ed esperto nella cura del paziente con grave insufficienza respiratoria e nell’uso di speciali macchinari. In questo modo si riduce la necessità di ricorrere alla rianimazione per l’intubazione e il monitoraggio più invasivo: l’obiettivo è dare un servizio utile al cittadino, ottimizzare le risorse economiche, visti i più bassi costi di degenza in Utip e nel contempo assicurare maggiore disponibilità di posti letto in rianimazione. Sono piu’ di 1000 i pazienti trattati nell’Utip Aretina che ha avuto importanti riconoscimenti scientifici.-(comunicato Usl8)-

Il secondo:
Arezzo, 16 giugno 2014
Ai giornali, radio e tv locali
COMUNICATO STAMPA
Donato a Pneumologia dal Calcit il sistema Ebus: è il primo istallato in Toscana
Consente riducendo al minimo la sofferenza del paziente, di compiere diagnosi approfondite sui linfonodi a livello di polmoni e bronchi.
Desideri: “senza le sigarette, il tumore al polmone sarebbe una malattia rara”
Arezzo – Più di 250 mila euro in strumentazioni e servizi donati al Calcit negli ultimi mesi. Continua con grande forza la gara di solidarietà degli aretini verso la Asl, attraverso questa sua creatura in grado di rispondere alle sollecitazioni di ammodernamenti e miglioramento delle strutture sanitarie, attraverso un percorsi trasparente e rapido. “E’ importante poter garantire ai professionisti della sanità aretina quegli strumenti che per via ordinaria, o per la crisi economica, o per le lentezze burocratiche, rischierebbero di arrivare tardi” lo afferma Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit in occasione della presentazione di Ebus, ultima “creatura” donata alla Pneumologia. “E’ il primo ed unico strumento del genere presente in Toscana – ha sottolineato Sassoli – e abbiamo aderito alla richiesta del primario Raffaele Scala consapevoli di poter così migliorare i tempi di risposta diagnostica per certe patologie e soprattutto diminuire il dolore di chi si deve sottoporre a questi accertamenti”. l’intero sistema è costato oltre centomila euro.
Cosa è il progetto “Ebus”
“La corretta caratterizzazione dei linfonodi ilo-mediastinici in presenza di un sospetto o accertato tumore maligno polmonare – ha spiegato Raffaele Scala direttore della U.O di Pneumologia – riveste un ruolo fondamentale per la diagnosi e la stadiazione del tumore stesso, permettendo di impostare una adeguata strategia terapeutica e, possibilmente, di migliorare la prognosi del paziente. Le indagini Tac e Pet, pur costituendo uno step importante e imprescindibile nell’iter-diagnostico e stadiativo, hanno tassi di sensibilità e specificità non sempre soddisfacenti per definire con esattezza il coinvolgimento metastatico di una o piu’ stazione linfonodale. Il rischio di una stadiazione errata stima con le tecniche di imaging, puo’ privare il paziente di ricevere un trattamento radicale o puo’ condurre ad inutile approccio aggressivo. Per ovviare a questo rischio – ha detto ancora Scala – la stadiazione del mediastino richiede in una percentuale variabile dal 10 al 20% dei casi il ricorso a metodiche chirurgiche, che comportano una chiara ricaduta negativa in termini di cruenza per il paziente. La fibrobroncoscopia consente di ottenere campioni da molte stazioni linfonodali ilari e mediastiniche contigui all’asse tracheo-bronchiale esplorabile con lo strumento. Ma la disponibilità di una sonda ecografica montata sulla punta del fibrobroncoscopio (EBUS) permette di visualizzare in tempo reale le strutture linfonodali e effettuare campionature mirate del tessuto con un significativo miglioramento della resa diagnostica (migliorando l’accuratezza dei prelievi bioptici trans-bronchiali delle lesione periferiche polmonari non visibili all’esame endoscopico diretto)”.
Senza tabacco il tumore al polmone: “malattia rara”
Se non avessero inventato il fumo da tabacco, il tumore al polmone rientrerebbe nelle malattie rare”questo il messaggio choc che il direttore generale della Asl8 Enrico Desideri ha voluto lanciare alla presentazione del sistema Ebus– “e mentre ringrazio il Calcite e ribadisco il nostro impegno nel dare la massima assistenza a tutti, mi piace anche sottolineare quanto si potrebbe vivere meglio con una corretta prevenzione, per la quale noi Asl assieme al Calcit e a tutti coloro che ci staranno, intendiamo lanciare a breve una imponente campagna educativa a tappeto per la diffusione dei corretti stili di vita. Il 90% dei tumori al polmone arriva dal fumo di sigaretta. Ma ci sono altre patologie correlate e fra queste le malattie cardiovascolari provocate principalmente dal fumo di sigaretta, e che rappresentano la prima causa di morte anche nella nostra provincia”.
-(Comunicato stampa Usl8)-
Ndr. – Cosa ci risponde signor Sindaco? E non abbiamo parlato della preparazione del terreno prima della piantumazione del tabacco né degli essiccatoi sorti in modo massiccio nella nostra vallata né se vengono effettuati, almeno saltuariamente i controlli sui tipi di emissione di gas emessi dagli stessi.
Il sindaco è autorità sanitaria locale. In questa veste, ai sensi dell’art. 32 della legge n. 833/1978 e dell’art. 117 del D. Lgs. n. 112/1998, può anche emanare ordinanze contingibili ed urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica.
-Redazione-