C’è vita su Venere? / L’ipotesi legata alla fosfina

La fosfina è un prodotto altamente tossico: è stata rinvenuta con i radiotelescopi nelle nubi che coprono Venere. Gli scienziati: «Formata in processi chimici anomali, potrebbe essere dovuta a microrganismi»

foto: Venere ripreso dalla sonda Magellano nel 2007 (Nasa/Ap)

Nelle nubi che coprono il pianeta Venere come un sudario, facendo salire a 470 gradi la temperatura sulla superficie, i ricercatori, grazie a un’analisi compiuta tramite i radiotelescopi, hanno annunciato la probabile presenza di fosfina a concentrazioni bassissime: 20 parti per miliardo.

La scoperta è stata pubblicata su “Nature Astrinomy”.

La fosfina è : un gas altamente tossico di formula PH3 che può essere prodotto anche in particolari condizioni legate a processi biologici (nei fondali di certe lagune, nel guano dei pinguini e nell’intestino di alcuni animali come i tassi).

Gli autori dello studio, guidati da Jane Sarah Greaves, professoressa di astronomia all’Università di Cardiff, ipotizzano che la fosfina su Venere potrebbe derivare da processi chimici o geologici finora sconosciuti, ma anche da processi biologici di microrganismi che potrebbero vivere a diverse altezze nelle nubi che avvolgono il pianeta.

La fosfina è stata rinvenuta nei pianeti gassosi giganti del Sistema solare come Giove e Saturno, ma mai in quelli rocciosi simili alla Terra come Marte.

La fosfina è stata rinvenuta nelle nubi a un’altezza di 50 chilometri sopra la superficie venusiana, dove la temperatura è a livelli più miti, circa 30 °C.

Gli stessi autori mettono però le mani avanti e dichiarano che la presenza della fosfina : «non è una prova robusta della presenza di vita, ma solo di un processo chimico anomalo che non sappiamo ancora spiegare. Infatti la fotochimica delle gocce di acido solforico che formano le nubi di Venere è ancora completamente sconosciuta».

E consigliano di proseguire negli studi e nelle indagini, magari con un telescopio in orbita sopra l’atmosfera terrestre.

di Paolo Virtuani – fonte: Corriere della Sera-

Pubblicato da Redazione