“Chi erano Enrico Berlinger ed Aldo Moro?

Due  da prendere ad esempio.

Se siamo costretti a prendere ad esempio due  morti non è colpa della mia generazione ma di quei vivi che: “ non si possono prendere a esempio”

Un aspetto importante dell’azione politica di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, era che andando oltre gli schemi astratti seppur giusti della solidarietà, della pace e della giustizia, i due leader si erano fatti carico dello sforzo culturale e intellettuale di storicizzare questi valori, in relazione alla situazione politica che vivevano.

A nostro parere, il ‘compromesso storico’ aveva decretato la fine dell’esperienza del centro-sinistra e aveva aperto la strada alla piena realizzazione di un sistema consociativo.

La proposta di Berlinguer poneva il Partito comunista italiano al centro della scena politica e salvaguardava la democrazia, isolando la DC da qualsiasi tentazione autoritaria.

Enrico Berlinguer, restando fedele al metodo della democrazia, si era sforzato di guardare sempre alla crescita democratica del Paese, anche in una situazione di profonda lacerazione del tessuto sociale.

Senza farsi prendere da facili parallelismi coi nostri giorni, si può dire che l’azione politica berlingueriana era ben radicata nel suo tempo, infatti l’esplosione dei consumi individuali, la ricerca di nuovi spazi di partecipazione e di nuovi modelli identitari erano stati accadimenti propri degli anni sessanta e settanta e  possiamo  considerarli come requisiti fondamentali per le proposte del leader comunista.

La politica di Aldo Moro si può definire coerente con quella che era stata l’azione politica della DC sino a quel momento ma anche flessibile nel momento in cui il suo partito aveva perso il collegamento con le radici dell’Italia.

Moro vedeva chiaramente il rischio di una “deviazione nella gestione del potere” e per la prima volta nella storia repubblicana si rischiava, a suo parere, che questo passare di mano sarebbe potuto avvenire non tra uomini dello stesso partito o di partiti della stessa area di governo .

Enrico Berlinguer vedeva nel dialogo con le masse di ispirazione cattolica e col partito che le rappresentava un fatto progressivo che sarebbe stato indispensabile per la difesa della democrazia anche negli anni a venire e basava questo suo ragionamento, oltre che sulla situazione nazionale, anche sull’interpretazione del quadro internazionale.

Aldo Moro, senza dimenticare la situazione internazionale, guardava con maggiore attenzione alla stabilizzazione della situazione interna al sistema partitico e in particolare alla Democrazia cristiana.

Infatti era interesse prioritario di Moro evitare che il sistema partitico crollasse e con esso la democrazia stessa.

Il leader democristiano temeva fortemente la disgregazione del proprio partito e infatti più volte avrebbe richiamato i suoi amici di partito all’unità e alla coesione interna, a costo anche di perdere consenso o di elargire qualche concessione agli alleati laici.

Infine si può affermare che l’adesione sostanziale del progetto moroteo al compromesso storico di Enrico Berlinguer, e viceversa, possa essere interpretata non solo in senso riformatore ma anche conservatore dello status quo e in particolare del sistema partitico.

Da questo punto di vista quello che certamente era un modo per uscire dalla profonda crisi delle Istituzioni repubblicane, risulta essere anche un modo per risolvere la crisi nella quale stagnavano i due maggiori partiti italiani.

In questo senso il compromesso storico diventava la soluzione limite, il punto di equilibrio per la società italiana che rappresentava, non solo geograficamente, la linea di confine tra due modi di vedere il mondo.

-Pubblicato da Redazione-