E se la “politica” tornasse ad essere “un confronto civile”?

sQuando crolla un monumento ci si mette poco ad unirsi alla folla e dare una picconata, tanto cosa vuoi che sia, una più una meno.

Così si spara a zero e certi giornalisti nella scia del carro trainante si dilettano, forse per accattivarsi i favori dello pseudo potente ai più svariati commenti non accorgendosi che creano solo destabilizzazione e non rispettano i doveri del giornalismo, di scrivere cioè la “vera cronaca”, scadendo a veri “menestrelli” del potente di turno.

Un modo di agire da mettere sicuramente all’indice.

Il peggio però è quando ad esempio, vengono lanciate continue invettive tipo quelle di mister Grillo, e la sua voglia smodatamente “urlata” di annientare questa o quella Istituzione,  che si traduce solo nel procacciarsi una specie di discepoli tra i “disperati” che ne avrebbero ben donde di dire le proprie ragioni, ma in modo civile; oppure nello stringere l’occhio veso certi “giovani” amanti solo della “confusione” intesa come ritrovo becero nelle varie piazze italiane.

Se concordiamo con i “disperati”, non concordiamo certo con quel tipo di giovani.

Chiedete a quest’ultimi, infatti, di programmare insieme a qualche volenteroso M5S ( e ce ne sono) un qualche cosa di utile per la collettività; proponete loro una tavola rotonda per discutere e cercare di risolvere con documenti ufficiali le varie situazioni scabrose che quotidianamente assillano le nostre cittadine, vedrete che in pochi saranno coloro che si presentano.

Se invece proporrete loro di recarsi ad una manifestazione del “comico” o di qualsiasi altro, non importa dove sia, vedrete che arriveranno a frotte, arriveranno per poter urlare e per poter lanciare qualche vergognoso epiteto a questo o quello, insomma per entrare nella bolgia del dissenso, come un gioco, che nulla costruisce.

Ci auguriamo che la proposta , e questa volta ci sembra seria e fatta in modo civile, fatta da Grillo a Renzi si risolva in modo corretto e giusto; forse un cambiamento di rotta per far tornare la politica nei giusti binari della “civiltà” e forse per far capire a certi giovani l’errore di interpretazione in cui erano caduti poiché la “politica” non si fa con “il braccio di ferro” come sembrava essere scaduta nè facendo a gara a chi “urla” di più.

Cosa c’è di meglio che la “speranza“?

-Redazione-