Il Principe Filippo era un Dio: la strana leggenda della tribù di Yaohnanen

Conosciuto e amato da tutti come consorte della Regina Elisabetta, in pochi sanno che Filippo, il Duca di Edimburgo  venuto a mancare il 9 aprile 2021 alla veneranda età di 99 anni era venerato da alcuni sudditi molto particolari.

Il Principe Filippo, infatti, era considerato un dio da una tribù nel Pacifico culto  nato su un’isola sperduta dell’Oceano Pacifico, chiamata Tannanell’arcipelago delle Vanuatu che teneva le sue foto come preziosi altarini e credeva fermamente in una strana leggenda secondo la quale, il dio Vulcano ebbe un figlio bianco, il cui destino era quello di sposare una donna potente, che regnava in un Paese lontano, prima di poter fare ritorno alla sua patria d’origine. I capi della tribù di Yaohnanen avevano identificato quella figura mistica proprio con il Principe consorte d’Inghilterra.

Ad alimentare questa credenza era stata proprio una visita del Duca alla popolazione di Yaohnanen nel lontano 1974.

All’epoca, l’isola di Tanna era sotto il dominio anglo-francese.

Dopo la sua visita alla tribù, il duca di Edimburgo era stato informato dal commissario britannico delle isole del fatto che la tribù di Yaohnanen ora lo vedeva come un dio.

Un’informazione che lasciò il segno su Filippo che, sotto consiglio del commissario, decise di inviare ai suoi nuovi “seguaci” una sua fotografia autografata.

Questo pegno della sua riconoscenza venne presto trasformato in una reliquia sacra sulla quale vengono performati danze sacre e rituali.

Nel corso degli anni, il principe spedì loro altre foto, tutte conservate gelosamente dal leader del movimento.

Finché nel 2007, Filippo si incontrò di nuovo con cinque isolani di Tanna, in visita nel Regno Unito. “La papaia è matura o no?”, gli chiesero, per capire quando sarebbe tornato sulla loro isola per adempiere la profezia. “Che la papaia sia matura o meno, riferisci al capo Kawia che ora fa freddo, ma quando farà caldo invierò un messaggio”, aveva risposto il saggio principe, facendo capire che i tempi non erano ancora maturi per il suo ritorno.

Con la sua morte non è chiaro se il culto cesserà di esistere, o se semplicemente la tribù di Yaohnanen aspetterà per sempre il ritorno del loro dio.

-Notizia  tratta da Redazione ANSA-