Impastato ucciso 42 anni fa: “Peppino dalla sua radio faceva i nomi dei boss”

Sono trascorsi 42 anni dall’assassinio di Peppino Impastato, giornalista e attivista politico che, dalle frequenze di Radio Aut, denunciava le collusioni tra i mafiosi ed i “colletti bianchi”.

Il Gruppo siciliano dell’Unione Cronisti (Gruppo di specializzazione della Fnsi-Assostampa) oggi ricorda Impastato al quale soltanto dopo il barbaro assassinio è stato riconosciuto il tesserino di giornalista.

Impastato, nella notte tra l’8 ed il 9 maggio 1978, venne sequestrato vicino alla sua abitazione e portato dai suoi carnefici in un casolare di Marina di Cinisi (Palermo) – poco distante dall’aeroporto di Punta Raisi – poi torturato e infine trucidato con una carica di tritolo lungo la strada ferrata Palermo-Trapani.

I mafiosi, a cominciare da Gaetano Badalamenti, capocosca di Cinisi, provarono subito  a depistare le indagini.

La morte di Peppino, infatti, doveva passare per un fallito attentato terroristico e per diverso tempo gli inquirenti  seguirono questa pista.

L’impegno del fratello Giovanni e soprattutto della madre Felicia Bartolotta ha portato magistrati e investigatori, negli anni ‘90, al vero contesto in cui è maturato l’assassinio.

Riposa in Pace Peppino.

-Redazione-