La crisi della politica e lo sradicamento dei partiti

“C’era una volta anche la sinistra…”

Un partito politico, così come definito dall articolo 49 della Costituzione della Repubblica Itgaliana , rappresenta:

-un’associazione libera di cittadini  i quali detengono il diritto di amministrare democraticamente  la vita politica, ma quasi quotidianamente -da qualche anno – ci viene offerta un’emblematica rappresentazione della crisi dei partiti e sopratutto quelli della sinistra italiana dal contenuto delle “vuote”  dichiarazioni  fatte da alcuni dei suoi esponenti maggiori.

Da quelle dichiarazioni si è constatato come:  “la sinistra italiana” sia tutta concentrata a dibattere sui temi della sua immediata identità politica, piuttosto che affrontare la vera causa della sua crisi. Complessivamente  siamo invece informati sui retroscena delle lotte per il potere che hanno coinvolto o coinvolgono i vari aspiranti politici.

Si tratta sopratutto del travaglio di comunisti, diventati più o meno ex.

Di qui, a cascata, la sequenza di eventi che hanno portato alla fine del Pci:

– svolta della Bolognina,

-congressi di Bologna (1990) e di Rimini (1991),

-nascita del Pds,

-scissione di Rifondazione Comunista,

-successione dei vari segretari del partito.

Da questi eventi prende avvio la crisi politica e ideologica della sinistra, coincidente con la fine della prima repubblica, scandita dai confronti-scontri con le forze avverse nelle varie elezioni politiche e dai conseguenti governi.

Un processo  che ha provocato la progressiva perdita della sua identità ideale, fino al suo esito neoliberale – si fa per dire – espresso con la leadership di Matteo Renzi.

Ma,  che cosa è e soprattutto che cosa dovrebbe essere la sinistra?

Cioè  quale società abbia in mente di perseguire, se non la generica idea di difendere gli interessi delle classi popolari.

Ed è, questa, la conferma che tale insipienza ideativa riflette perfettamente il contraccolpo della portata epocale della sconfitta comunista, la quale ha dimostrato che i principî dell’anticapitalismo non hanno retto alla prova.

In conclusione, va detto che nell’ultimo secolo abbiamo conosciuto regimi politici a struttura capitalistica senza liberal-democrazia, ma non abbiamo conosciuto alcun regime liberal-democratico senza una base socio-economica capitalistica.

Il che significa però riconoscere che la sinistra può solo avere un ruolo storicamente subalterno, essendo un soggetto politico e sociale inadatto a produrre ricchezza e a generale benessere.

-Redazione-