La proroga della discordia

È stato subito precisato che questo allungamento dei tempi dello stato emergenziale fino al 15 ottobre, servirà per proseguire quell’attenzione, quella cura, all’interno del Paese per garantire la sicurezza di cittadini e turisti e non servirà a torsioni autoritarie.

È fuori dubbio che prorogare l’emergenza deve servire non a inoculare ancora la paura nel popolo italiano, bensì la prudenza.

Sicuramente appare ancora utile l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi e il distanziamento sociale così come le norme di igiene alle quali siamo stati abituati.

Francamente fa paura la questione economica.

Si pensi alle realtà che vivono prevalentemente di turismo e che stanno registrando solo il 10%delle strutture alberghiere con posti prenotati e questo significherà che tante attività chiuderanno o avranno molte difficoltà economiche.

Una serie di istituzioni di prestigio come il Fondo Monetario Internazionale, la stessa Commissione Europea,Bankitalia,il Centro Studi di Confindustria, ci danno proiezioni disastrose per l’Italia:c’è chi parla del 9%,del 9,1% addirittura del 10% di caduta del Pil italiano.

Ma perché l’Italia perde più di tutti? La flessione in tutta Europa si assesta attorno al 6%.

È vero che c’è stata la crisi economica del covid ma anche prima, è onesto ,ammettere che l’Italia non navigava in mari di floridezza nel senso che cresceva allo 01,02,03% con una media europea assolutamente superiore a quella italiana.

E dunque nel 2019 non avevamo l’immagine di un paese che stesse bene e i problemi della burocrazia e dell’assistenzialismo sono problemi di vecchissima data.

Non è  che sia stato tutto negativo ciò che ha fatto il governo durante il periodo emergenziale, anzi si può anche riconoscere che l’Italia tra tutti i paesi dell’occidente, per lo meno,compresi gli Stati Uniti ,sia quello che è uscito prima dall’emergenza Coronavirus e con dati nettamente migliori.

Si è molto discusso sul lockdawn, se fosse necessario oppure no,però in Francia, Spagna, Inghilterra, Svezia e Stati Uniti ci sono’ i ritorni’ , o meglio, sono paesi in cui il virus è arrivato dopo di noi e sono tutti alla prese con la temuta seconda ondata o comunque non sono usciti dalla prima.

Sicuramente un problema che resta e che non si è affrontato nella giusta maniera è quello di fare maggiori controlli alle frontiere perché la maggior parte dei focolai che esistono in questo momento, sono ‘importati’ ma non solo dagli stranieri ,anche da alcuni italiani che magari sono dovuti andare all’estero per motivi di lavoro e che poi sono rientrati ed hanno purtroppo contagiato,portandoci un virus che è molto più aggressivo di quello che era rimasto in Italia.

E’una realtà tragica e drammatica che non può essere negata e in considerazione della quale non possono farsi grosse previsioni per il futuro.

Ecco perché sarebbe un errore per la politica italiana dividersi tra negazionisti e non, perché il virus c’è.

E’ bene che una grande democrazia quando c’è una grande tensione si ritrovi unitariamente.

-Pubblicato da Redazione