L’ora più buia del Pd, alle 17 di ieri 5 marzo il segretario ha annunciato le sue dimissioni

-Notizia Ansa Roma-

Al Nazareno è redde rationem. Pressing minoranza per aprire a M5s

Nell’ora più buia del Partito democratico, Matteo Renzi  a deciso di  dimettersi.

Voleva aspettare lo spoglio a casa, nella sua Firenze, e invece pochi minuti prima della chiusura delle urne varca la soglia della sede nazionale del Pd.

E detta la linea: “va male, andiamo all’opposizione”.

Quanto male, lo dirà il passare delle ore.

Si attendono i dati della Camera, che arriveranno a notte fonda, per misurare la distanza che separa la sconfitta da un tracollo.

Ma il “tesoretto” del 40% alle europee, che segnò l’ascesa a palazzo Chigi, è evaporato, forse più che dimezzato.

Aveva escluso di mollare la segreteria, Renzi.

Ma con il passare delle ore e con il trend che sembra attestare il Pd sotto il 20% ai minimi storici, ha accarezzato l’idea di assumersi in pieno la responsabilità della sconfitta.

Nel suo ufficio al secondo piano del Nazareno segue i dati con Matteo Orfini, con lui ci sono i fedelissimi, da Luca Lotti a Maurizio Martina e Lorenzo Guerini.

L’elettorato del Pd sembra essersi rimpicciolito, anche al netto della scissione.

Si pagano gli anni di governo, nonostante i dati del Pil positivi e tutti i risultati elencati allo sfinimento in campagna elettorale.

I “big” non-renziani del partito non si vedono al Nazareno.

Non ci sono i ministri Graziano Delrio e Dario Franceschini, non ci sono i leader della minoranza Andrea Orlando e Michele Emiliano.

Aspettano dati più certi per parlare: tra gli orlandiani c’è chi spinge perché sia inoltrata al segretario la richiesta di dimissioni.

-Notizia Ansa-

Pubblicato da Redazione