Maxi truffa nel settore delle rinnovabili, arresti e sequestri per 143 milioni

Sequestri in tutta Italia  Tweet 27 gennaio 2021 I militari della Guardia di Finanza di Pavia, con i carabinieri Forestali e del Comando provinciale, hanno eseguito undici misure cautelari (6 arresti domiciliari e 5 obblighi di firma) e oltre cinquanta perquisizioni in Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lazio nell’ambito di una maxi truffa nel settore delle energie rinnovabili. L’organizzazione ha frodato allo Stato oltre 143 milioni di euro di contributi pubblici.  

L’operazione che ha visto impegnati più di 200 militari, con il supporto di elicotteri e di cash dog della Guardia di Finanza è coordinata dal pm Paolo Mazza. Le Fiamme Gialle hanno eseguito perquisizioni, sequestri di rapporti bancari, quote societarie, veicoli, immobili e terreni per oltre 140 milioni di euro nella disponibilità degli indagati.

Sotto sequestro, in particolare, sono finite 69 conti correnti bancari e 22 partecipazioni societarie per un valore complessivo di circa 19 milioni di euro. E ancora: 147 fra veicoli, immobili e terreni del valore di oltre 12 milioni di euro, tra cui un appartamento di lusso nel cuore di Milano e due ville di di pregio, una con piscina vista mare a Portobello di Gallura, nel Sassarese, e una in collina a Galbiate, nel Lecchese, e un’intera centrale elettrica del valore di circa 70 milioni.

L’inchiesta pavese ruota attorno agli incentivi per l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e delle biomasse legnose entrati in vigore nel 2011 dopo la decisione del governo italiano di aderire al protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.

La legge impone regole molto rigide sulla provenienza e la tracciabilità delle biomasse legnose.

Regole mirate alla tutela del patrimonio boschivo nazionale che però non sono state rispettate da vertici di Bioleavano, società che secondo i pm pavesi percepiva dal Gestore dei Servizi Elettrici oltre 3 milioni di euro di contributi, il massimo degli incentivi possibili, grazie a un collaudato meccanismo di frode. 

Sulla carta l’azienda si era infatti impegnata a utilizzare esclusivamente legname tracciato, certificato e proveniente in un’area compresa entro i 70 dall’impianto. In realtà, attraverso una fitta rete di complici e una serie di carte false (documenti di trasporto e fatture), i vertici dell’azienda acquistavano legame anche in altre regioni d’Italia, a volte anche all’estero, a prezzi inferiori (fino al 50% in meno) rispetto ai competitors.

Un sistema che ha portato gli indagati a frodare dalle casse dello Stato 143 milioni di euro nel giro di 5 anni. Soldi erogati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ma di fatto prelevati dalle tariffe delle bollette elettriche pagate dai cittadini, attraverso la specifica voce a sostegno delle energie rinnovabili.

Le indagini, scattate nell’ottobre del 2019 grazie a un’attività di intelligence della polizia giudiziaria della procura di Pavia, hanno fatto emergere un meccanismo fraudolento sistematico.

Gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno accertato come il legame in arrivo dalla Svizzera fosse “falsamente tracciato ed a km zero” grazie alla complicità di alcuni autisti che viaggiavano con due documenti di trasporto: uno regolare che veniva distrutto non appena il carico arrivava a destinazione e uno falso, redatto ad hoc, necessario per depistate i controlli degli ispettori ministeriali. Oltre che i vertici di Biolevano, l’inchiesta ha travolto anche tre amministratori di società fornitrici di legame ritenuti dagli inquirenti “complici” del sistema di frode – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Maxi-truffa-nel-settore-delle-rinnovabili-arresti-e-sequestri-per-143-milioni-043d1e63-d8bd-482c-a439-3deab3cef6e3.html

-tratto da Rai-News-

Pubblicato da Redazione