Non prendiamocela con i partiti ma con le persone che governano

Il “raddoppio” dello stipendio del presidente dell’INPS, Tridico. Tutti caduti dal pero, eppure in molti hanno avuto parte in commedia.

C’è che ad un certo punto uno si stufa di dare addosso sempre ai partiti, perché a furia di prendersela con loro, finisce sempre che la colpa “morì fanciulla”.

Pasquale Tridico, presidente dell’INPS. È  stato messo nominato  dall’allora ministro del lavoro Luigi Di Maio, all’epoca del governo 5Stelle-Lega, ovvero il Conte1.

Ora, viene fuori che Tridico si è ritrovato uno stipendio raddoppiato a 150 mila euro l’anno.

Ai massimi livelli politici, di governo e di opposizione, lo sbalordimento ostentato è pari all’ipocrisia, infatti  il presidente del consiglio, Conte è caduto dalle nuvole anche se  la nomina ed la decisone dello stipendio sono maturate durante il suo primo governo e perfezionate durante il Conte2,  il governo attuale.

Il ministro degli esteri Di Maio, con aria severa  lascia intendere che sta per impartire una severissima punizione.

P=eccato non abbia tempo per leggere i giornali, e non hanno tempo di informarlo quelli del suo nutrito ufficio stampa.

Forse  nemmeno può ricordare che:  il presidente lo scelse lui e che la determinazione del suo stipendio ed il suo successivo raddoppio furono decisi da due governi dei quali lui faceva parte.

Anche i dirigenti, parlamentari e ministri del PD hanno espresso tutto il loro sdegno; ma nessuno sa se lo sdegno colpisca anche il loro ministro dell’economia, Roberto Gualtieri che ha firmato il raddoppio assieme alla collega del lavoro, Nunzia Catalfo, di fede grillina.

Grandissima è la confusione sotto l’italico Stellone:  molte le responsabilità della nuova classe politica che doveva rivoltare l’Italia come un calzino, mettere alla gogna i troppi peccatori che profittavano a loro personale vantaggio della cosa pubblica, che facevano troppo spesso scivolare nei loro beni il bene comune.

E come emerge dai fatti, è impresa ardua distinguere innocenti e colpevoli e allontanare con ignominia solo chi se lo merita.

Ma si può compiere un primo passo, sicuri di non sbagliare: tutti quelli che si eccitano contro la politica “tutta” corrotta, quelli che vanno dietro agli odiatori di professione trovando essi stessi nell’odio l’unica ragione della loro vita grama, quelli che gridano “onestà-tà-tà”, pretendendola dagli altri senza dare garanzia alcuna riguardo alla propria, quelli che hanno mandato al potere uomini e donne che fanno sistematicamente il contrario di ciò che pretendevano dagli altri: ecco, mandare a quel paese costoro, è sicuramente un buon inizio.

– – fonte: pensalibero.it- Pubblicato da Redazione-