“Populismo dovrebbe significare: appellarsi alla popolazione“

Chi detiene il potere vuole  che la popolazione sia “tenuta lontana dalla gestione degli affari pubblici”mentre “ dovrebbe essere partecipe e non spettatrice”.

Tenere la popolazione lontana dalla cosa pubblica è una posizione scorretta così come  le figure che vengono candidate alle elezioni sono spesso “create dal mondo economico tramite finanziamenti di tipo lobbistico e commerciale”.

Tutto ciò  contribuisce ad attribuire ai partiti che, tra l’altro: “NON esistono più” una funzione totalmente “antipolitica”, trasformandoli di fatto in macchine addette alla “produzione di candidati attraverso meccanismi che sono controllati dal potere economico che emarginano la popolazione”.

Se per “populismo” si intende una concezione della politica che ravvicini i cittadini alla cosa pubblica e dia la priorità agli interessi della popolazione anziché a quelli ristretti di una esigua élite di privilegiati, la cosa non  sarebbe  solo positiva, ma ha un nome preciso: “democrazia.

In  Valtiberina toscana in cui  la contrapposizione tra “casta” e la cittadinanza è considerevolmente  netta e marcata rispetto a molti altri paesi, la volontà di una maggiore giustizia ed equità, non solo economica, ma anche di partecipazione democratica, non può che essere considerata altro che un sentimento nobile e giusto.

L’errato utilizzo di questa parola denota quanto la politica e l’informazione, seguano più una “moda” nel parlare e nell’usare certi termini, quando in realtà questa gente non sa neanche di che cosa sta parlando.

Esistono alcune parole che, nell’attuale scenario in Italia, vengono spesso usate dai politici e dai mass media in modo per lo più improprio.

Dall’esplosione dello tsunami di Beppe Grillo e l’ingresso da gigante del Movimento Cinque Stelle dentro al Parlamento, la parola “populismo”, un termine che rappresenta al meglio questa distorsione politico-mediatica-nazionale è, per ora , una delle parole maggiormente abusate  ed è diventata una delle più storpiate da qualsiasi mezzo d’informazione e all’interno di qualsiasi discorso politico.

Notiamo  che  certe  parole più sono inflazionate, più sono al tempo stesso usate in modo scorretto e la nostra classe politica, che è l’artefice spavalda di questa manipolazione, dimostra così di essere doppiamente miserevole, sia per  ignoranza culturale, sia per  disonestà intellettuale.

Il dizionario Treccani afferma che:

– per “populismo” si intende il “movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia” tra il 19° e 20° secolo, “che si proponeva di raggiungere un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, specialmente dei contadini e dei servi della gleba”.

Attenendosi dunque al significato proprio e originario di questo termine, non vi troviamo assolutamente niente di negativo o di criticabile, mentre quando oggi viene usata  questa parola le viene  conferito  un significato dispregiativo, confondendola di fatto con un’altra parola, che in realtà è “demagogia”:

Facciamoci caso: troppo spesso si sente parlare il politico di turno e la parola più benevola che pronuncia è “populista” o “populismo”, intendendola comunque come se fosse un sinonimo di “demagogo” o “demagogia”.

-Redazionale-