Reddito di cittadinanza e champagne: la dolce vita dei fratelli Bianchi (alle spalle dell’Inps)

Le vacanze, i vestiti firmati, le foto in posa con lo champagne  i fratelli Marco e Gabriele Bianchi ostentavano sui social un tenore di vita invidiabile per la maggior parte dei comuni mortali.

Per l’Inps (e lo Stato) erano invece indigenti da aiutare. I due, così come gli altri accusati dell’omicidio di Willy, avrebbero percpitato per circa un anno il reddito di cittadinanza.

A  rivelarlo sono diversi quotidiani (tra cui “Il Tempo” e “La Stampa”) che citano come fonte un’inchiesta patrimoniale della Guardia di Finanza. Nel primo pomeriggio di  ieri è arrivata però la smentita dell’avvocato Massimiliano Pica secondo cui in sede di interrogatorio i due fratelli avrebbero affermato di “non avere mai ricevuto il reddito di cittadinanza, di non sapere neanche di cosa si tratta”.

Secondo Agi ed Ansa però:  la Guardia di Finanza di Colleferro, al termine di una serie di accertamenti, avrebbe denunciato i quattro alla procura di Velletri per:  violazione della legge che regola il ‘reddito di cittadinanza’.

La Finanza avrebbe contestualmente inviato una segnalazione all’Inps per il recupero delle somme percepite indebitamente.

Nello specifico i quattro indagati avrebbero percepito 33mila euro a titolo di sussidio.

Certo è che dopo i fatti di Colleferro, il tenore di vita dei due fratelli era stato già attenzionato dalle Fiamme Gialle: troppo il lusso ostentato sui social vista e considerata la loro situazione ufficiale di nullatenenti.

Gabriele aveva da poco aperto un negozio di frutta a Cori. Era stato intervistato anche dal TgR come esempio di imprenditore coraggio per aver deciso di avviare un’attività subito dopo il lockdown.

Ma un banco di frutta aperto da poco non basta forse a spiegare un tenore di vita così agiato.

Le foto sulle pagine facebook e Instagram di Gabriele Bianchi non lasciano spazio a molte interpretazioni: barche, resort, vestiti griffati e vacanze di lusso.

Ma come è stato possibile che nessuno si sia accorto di nulla?

I fratelli Bianchi avevano alle spalle già diverse denunce, ma in questo senso la legge è chiara per avere diritto al reddito di cittadinanza, il richiedente non deve essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, nonché esser stato condannato in via definitiva per alcuni specifici reati. Una semplice denuncia dunque non basta a far scattare la sospensione del sussidio. Fino a prova contraria dunque i fratelli Bianchi (così come gli altri indagati) avevano diritto ad incassare il rdc.

La perplessità nasce dal fatto che le indagini patrimoniali sul loro conto (a prescindere dall’esito) sono scattate solo dopo l’omicidio di Willy.

Perché?

-Pubblicato da Redazione-