Referendum, nuova trovata di Renzi: la ricerca del voto favorevole dalla comunità italiana all’estero

renzi-boschiNuova trovata di Renzi sul referendum sulle riforme costituzionale. Un bel tour, per la campagna per il Sì, che porti i suoi parlamentari anche all’estero

E’ l’ultima trovata di Renzi sul referendum sulle riforme costituzionale, cui è legato il suo destino politico.

Un bel tour estero, per la campagna per il Sì, che porti i suoi parlamentari, già sparpagliati sul territorio nazionale in un’agenda stretta di appuntamenti, anche fuori dai confini nazionali. L’obiettivo è convincere l’ampia comunità di elettori italiani all’estero a esprimere il proprio voto per il sì.

Si parla infatti di un bacino elettorale di oltre 4 milioni di voti, suddivisi in quattro ripartizioni: Europa (compresi i territori asiatici della federazione russa e della Turchia), America meridionale, America settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide.
Le solite veline che tutto sanno  riferiscono  che il pd sia in grande difficoltà nel motivare i suoi militanti e volontari a convincere delle ragioni del sì l’elettorato.

Non solo perché molti tesserati e segretari di circolo sarebbero spaccati sulla votazione al loro stesso interno, ma anche perché, dal punto di vista ideologico, sarebbe più semplice spendersi per il NO, a difesa della Costituzione, che non il contrario.
Come riporta il Corriere, infatti, le ragioni del sì non avrebbero troppi problemi in Lombardia, dove anche l’elettorato di destra sarebbe convinto nel ratificare le riforme approvate in Parlamento, mentre i nodi da sciogliere si presenterebbero soprattutto nel Centro-Sud: Sicilia, Campania, Puglia e Lazio in particolare.
Ecco perché il premier non può permettersi di poter contare solo sui voti dentro i confini nazionali.

Qualche giorno fa sarebbe partito il diktat per i “big”, come il Ministro delle Riforme MariaElena Boschi, che presto sarà inviata a esprimere le ragioni del Si’ nelle comunità italiane residenti in Sud America.
Ma a partire per prima, a fine agosto, è stata la deputata pd Laura Garavini, eletta nella ripartizione estera Europa, che ha inaugurato il tour tra i connazionali nelle cittadine di Saarlouis, Ludwigshafen e Mannheim in Germania, mentre il coordinatore nazionale per il sì, Roberto Cociancich, ha aperto la campagna referendaria in Svizzera.
L’argomentazione con cui convincere gli italiani residenti all’estero a esprimersi per il sì, sarebbe che molti vivono già in Paesi che possono contare sul monocameralismo (un solo ramo del Parlamento che dà la fiducia al Governo), proprio come prevede la riforma. Dunque sarebbe più semplice persuaderli sui possibili benefici del cambiamento.
E i comitati per il NO, si organizzano nello stesso modo?
Per ora, l’unico che sembra interessarsi anche oltre i confini nazionali è uno dei leader del centro-destra, Stefano Parisi, che ha già strutturato un piano di incontri all’estero per convincere investitori, cittadini, imprenditori e cancellerie che questa riforma, se dovesse essere ratificata, creerebbe più problemi (anche a livello di ricorsi giudiziari) che benefici.

E che se vincono le ragioni del No, il giorno dopo non ci sarà l’apocalisse, nel paese, così come agitano i sostenitori del sì e anche sponsor eccellenti non italiani.

Semplicemente, un nuovo governo approverebbe una legge di un paio di articoli per abolire realmente il Senato e far nascere un’Assemblea Costituente che si occupi di varare nuove riforme e una nuova legge elettorale.

-da Affaritaliani.it-

Pubblicato da Redazione