Sanità aretina sul filo del rasoio, Mugnai (FI) / Comunicato stampa

m«Liste d’attesa in stallo e turn over bloccato. Per far quadrare i conti si sta rasentando la soglia critica»
Monito del Vicepresidente della Commissione sanità
«Arezzo non è tra le peggiori Asl della Toscana. Non lasciamo che lo diventi»
Una passeggiata sul filo del rasoio, o una nuotatina sul limitare della soglia critica: sono immagini di pericolo imminente, quelle che saltano in testa al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Forza Italia) se pensa alla situazione della sanità aretina: «Liste d’attesa in stallo ormai da anni, il turn over bloccato del personale sanitario e l’annunciata diminuzione delle risorse in arrivo dalla Regione fanno temere il peggio, anche perché qui per far quadrare i conti si sta rasentando il limite di sopportabilità per i servizi al cittadino che dovrebbero essere la priorità di un sistema sanitario pubblico. Qui invece no: ci si cimenta in barocchismi normativi per mantenere in vita le Società della Salute e gli apparati tutti, ma non per rimpolpare gli organici e dare una boccata d’ossigeno allo stato delle prestazioni».
Si è imboccata, secondo Mugnai, una china pericolosa che mal si sposa con l’aumento dei bisogni di una popolazione in progressivo invecchiamento: «La tenuta contabile non può essere la sola priorità del sistema sanitario perché anzi – riflette Mugnai – sotto certi punti di vista ne è un antagonista. Il risparmio dovrebbe arrivare dalla riduzione degli apparati e delle sovrapposizioni burocratiche, invece qui si sta cercando di fare cassa senza adoperarsi per sanare le magagne. Penso ad esempio alle liste d’attesa: nella nostra Asl la situazione è più o meno stabile ormai da anni. Molte prestazioni si collocano, per questo indicatore, in un range positivo, ma le criticità sono molte e pronunciate, come nel caso dei 372 giorni di attesa oggi necessari per effettuare un ecocolordoppler cardiaco in Valdarno, o i 150 previsti per una prima visita ginecologica. In casi del genere il comportamento del paziente in stato di bisogno è facilmente prevedibile: imbocca la via del cup intramoenia e, pagando e quindi con guadagno dell’azienda sanitaria, prenota in libera professione la medesima prestazione, con lo stesso medico ma in pochissimi giorni. Ma questo non va. Il pubblico deve saper mettere in campo un livello adeguato di risposta per l’appunto ‘pubblica’, e non sospingere il paziente verso la libera professione negandogli, di fatto, la possibilità di scegliere dinanzi a tempi che si dilatano oltre il limite della ragionevolezza».
Assumere, dunque; e investire in tecnologie: questo bisogna, secondo Mugnai. Anche per trattenere le troppe professionalità che negli ultimi anni hanno scelto di abbandonare la Asl 8. Ma in agguato, ad Arezzo come altrove, ci sono nuove riduzioni nei finanziamenti regionali: «Per questo bisogna liberare le risorse economiche che attualmente sprofondano nelle sabbie mobili di burocrazie e apparati. Arezzo, sotto il profilo sanitario, non è certo l’azienda peggiore. Sarebbe un peccato lasciare che lo diventi».-(Comunicao stampa)-

Pubblicato da Redazione