Sansepolcro, il 25 ottobre al Teatro della Misericordia: “Il cielo non è un fondale”

deflorian tagliarini foto25 ottobre 2016 – Ore 21 – Teatro Alla Misericordia Sansepolcro

 IL CIELO NON È UN FONDALE

Prova-Aperta – Compagnia Deflorian/Tagliarini

uno spettacolo di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

con Francesco Alberici,Daria Deflorian, Monica Demuru e Antonio Tagliarini

collaborazione al progetto Francesco Alberici e Monica Demuru

scene Cristian Chironi

costumi Metella Raboni

assistente alla regia Davide Grillo

disegno luci Gianni Staropoli

direzione tecnica Giulia Pastore

accompagnamento e distribuzione internazionale Francesca Corona
organizzazione Anna Damiani

Una produzione A.D., Sardegna Teatro, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro Fondazione in coproduzione con Odéon – Théâtre de l’Europe, Festival d’Automne à Paris, Romaeuropa Festival, Théâtre Vidy-Lausanne, Sao Luiz – Teatro Municipal de Lisboa, Festival Terres de Paroles, théâtre Garonne, scène européenne – Toulouse con il sostegno di Teatro di Roma in collaborazione con Laboratori Permanenti/Residenza Sansepolcro, Carrozzerie NOT/Residenza Produttiva Roma, fivizzano27/ nuova script ass. cult. Roma

Quando siamo dentro casa e fuori piove cosa pensiamo dell’uomo che fuori è rimasto sotto la pioggia?

Per un lungo periodo abbiamo trasformato il mondo nella nostra casa di campagna o nella seconda casa al mare: il suo fuori, la sua esteriorità, non era altro che vacanza nel senso più proprio del termine – un vuoto che si apriva dentro di noi, una fuga dall’abitudine, dalla noia e dallo stress della vita che solitamente conduciamo dentro, tra le pareti, a un tempo angosciose e rassicuranti, delle case, tra quelle degli uffici, tra quelle dei cinema e dei teatri; persino la strada e la città, diceva il Benjamin dei “Passages” parigini, rappresentano dei salotti per il borghese europeo, mentre il suo intérieur si sporge sul mondo come un palco all’opera. Viviamo tutti in quella condizione che, secondo Albert Camus, consiste nello “scambiare la vita interiore per la vita di interni”. Quando vediamo in televisione i profughi sbarcare con i loro mezzi di fortuna sulle spiagge del Mediterraneo la nostra prima reazione è di sconcerto: nel profugo incappucciato che per tutto territorio ha il proprio corpo vediamo insorgere il fantasma di una nuda vita da cui pensavamo di essere usciti, ma la stessa sensazione, lo stesso transfert, ci attanaglia davanti al barbone che dorme all’angolo della nostra strada, al vecchio che arranca con le buste della spesa, alla stessa scoperta, nel barlume di un secondo, della precarietà dei nostri privilegi. Da questi “spettacoli” la nostra intimità si sente minacciata: con la nudità dell’uomo senza casa o senza cittadinanza non abbiamo relazioni, per quanto vicino si possa manifestare è sempre troppo lontano, il suo ingresso nel recinto del nostro spazio ci allontana immediatamente da noi stessi, almeno nell’immaginazione, ci espone nella sua esposizione. Questo cielo che pensiamo ci protegga, verso il quale solleviamo lo sguardo con nostalgia, si rovescia su quell’uomo solo con la glaciale freddezza di una grandinata e in quei momenti non è la sua casa, ma la sua prigione.

Il cielo non è un fondale, nonostante la negazione del titolo, vuole rafforzare il dialogo tra lo spazio della finzione e lo spazio esterno, il reale. E’ un dialogo sempre più necessario. Respiriamo a fatica l’aria da training e da improvvisazioni della sala prove dove dopo un po’ la vita è altrove. Proviamo a rompere queste pareti. Tutte, non solo la benedetta quarta che ossessiona il teatro, rompiamole come primo gesto, come gesto di ingresso sulla scena. Stiamo fuori di noi. La vita collettiva ci decifra.

“Quando scrivo non ho l’impressione di guardare dentro me stessa, guardo in una memoria. In questa memoria vedo delle persone, vedo delle strade, sento delle parole e tutto questo è fuori di me” ha detto Annie  Ernaux in una intervista. L’opera di questa scrittrice ci ha guidato nella nostra indagine, permettendoci di osservare, decifrare e restituire quella continua osmosi tra dentro e fuori, quei continui spostamenti di senso tra quello che noi siamo e quello che ci succede attorno.
Ingresso offerta a contributo 6 euro.

Per info e prenotazioni: laboratoripermanenti.promotion@gmail.com

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Pubblicato da Redazione