Suora decapitata e mutilata in Centrafrica / “Uccisa per un rito propiziatorio”

È stata trovata morta decapitata lunedì mattina nel villaggio di Nola, presso Berberati, nella Repubblica Centrafricana, suor Ines Nieves Sancho (nella foto), religiosa di 77 anni, nei locali dove insegnava alle ragazze in primo luogo a cucire e a provare a farsi una vita migliore. Il suo corpo è stato orrendamente mutilato.

Lo riferisce l’Osservatore Romano.

E’ l’ennesima violazione  contro i cattolici in Africa.  

Suor Ines apparteneva alla piccola comunità locale delle Figlie di Gesù.

Da molti anni era impegnata in questo grande agglomerato della prefettura di Sangha-Mbaerè, nel sudovest della Repubblica Centrafricana, al confine con il Camerun.

Aveva voluto rimanere a tutti i costi, anche da sola, per continuare nella sua missione finché le forze glielo avessero concesso.

Dalle prime ricostruzioni sembra che, nella notte fra domenica e lunedì alcuni sconosciuti si sono introdotti nella sua stanza, l’hanno prelevata e l’hanno condotta proprio nei locali dove teneva le sue lezioni di cucito.

Forse un luogo simbolico per i suoi aggressori. Qui l’hanno decapitata.

Spesso questo tipo di azione viene considerata propiziatoria di fortune, in primo luogo di una buona riuscita nella ricerca dei diamanti.

Accade anche che siano gli stessi genitori a uccidere qualche figlio o a indugiare in comportamenti contro natura per propiziarsi la fortuna anelata.

Al Vescovo di Bangassou, Mons. Aguirre, l’Agenzia Fides ha chiesto ulteriori particolari, hanno domandato se ritiene credibile la notizia che gli assassini dopo aver decapitato la religiosa, abbiano prelevato parti del corpo da utilizzare in riti propiziatori.

-«Ci dicono che nelle zone della Repubblica Centrafricana al confine col Camerun, vi sono camerunesi che praticano gli omicidi rituali per estrarre organi da usare in riti propiziatori per avere fortuna nella ricerca dei diamanti, una delle ricchezze dell’area» ha spiegato Monsignor Aguirre precisando che nella sua Diocesi, a mille chilometri dall’accaduto, «questo non avviene».

– di Guido Liberati- fonte “il Secolo d’Italia”-

Pubblicato da Redazione