Sansepolcro, “racconti d’arte contemporanea”

Il Museo civico di Sansepolcro presenta

Racconti di Arte Contemporanea

a cura di

Daniele Piccini

e Ilaria Margutti

Secondo appuntamento con l’artista

Ketty Tagliatti | ENSIMISMAMIENTO

Venerdì 24 Febbraio 2012 ore 17,30

Secondo appuntamento al Museo civico di Sansepolcro con Racconti di Arte Contemporanea.

L’Istituzione Museo Biblioteca Archivi Storici di Sansepolcro presenta il secondo ciclo di incontri con artisti provenienti da tutta Italia, i quali metteranno a disposizione la loro preparazione per dialogare e confrontarsi con il pubblico sui temi che riguardano la loro ricerca, in modo da avvicinare lo spettatore ai linguaggi artistici contemporanei.

Gli incontri si svolgono all’interno del Museo Civico, luogo in cui presente e passato dell’arte tornano a dialogare, con l’intento di mantenere vivo l’interesse dimostrato anche da parte di molti giovani studenti delle nostre scuole superiori.

I Racconti di Arte Contemporanea sono ideati da Daniele Piccini e Ilaria Margotti, con il fine di promuovere l’incontro tra l’opera d’arte e il pubblico, puntando un faro sulla contemporaneità.

Venerdì 24 febbraio nella Sala del Camino del Museo civico, alle ore 17,30, l’incontro sarà dedicato all’ artista Ketty Tagliatti ,dal titolo “ENSIMISMAMIENTO”.

Ketty Tagliatti | ENSIMISMAMIENTO.  Ketty, sceglie la rosa come simbolo di una meditazione, rendendo un’iconografia vecchia come il mondo, pretesto per una ricerca sul “dentro”, sul dialogo con se stessi, sulla necessità (godiamo di un altro neologismo) di “instessarsi”, immaginando i gorghi dell’interiorità come fossero i meandri.In questo modo Ketty scalza le metafore tradizionali,un po’ come aveva fatto Giorgio Morandi con le sue bottiglie, affidando loro le sue ansie di equilibrio. E nel cuore della rosa c’è, di fatto, tutto un mondo per Ketty. Ci sono segreti, sentimenti, inquietudini, nodi da sciogliere e cose non dette; pensieri così tortuosi da rischiare di inghiottire chi s’avvicina troppo, meraviglia carnivora dentro cui entrare di testa. Come la mano del fantasma di Catherine che, in Cime tempestose, afferrava dalla finestra il braccio del viandante spaurito. Il racconto di Ketty è allo stesso modo un gioco di scatole cinesi che si schiudono le une sulle altre proprio come petali di un fiore che ti accarezza, ti avviluppa, ma poi – all’improvviso – ti punge con le sue spine aguzze quanto spilli, ti strazia, ti fa male dentro, castigandoti per aver scavato (ensimismado!) troppo a fondo nei tuguri dell’anima, oltre la cortina semitrasparente. Sporgersi troppo verso il nocciolo della rosa, si sa, è una brama, una lusinga cui è difficile resistere, se non altro per il piacere di sentirne il profumo, di strizzare gli occhi nel suo bulbo e mettere a fuoco quel ricamo certosino che, lento come una nenia, al ritmo di una litania, cuce foglie su foglie, aculei e pistilli. Ma intesse anche altri sipari, tendine tese su diorami dell’anima, valige del buon ricordo, gli ultimi teatrini di Ketty che, come i libri di Ortega esigono una partecipazione del lettore, lo invogliano a sbirciare dentro cosa si nasconde: ninnoli, conchiglie, piume, altri petali e altre spine, souvenir di un viaggio intimo dove perdersi a caccia di ricordi.  (Chiara Gatti )

Ketty Tagliatti, nata a Ferrara nel 1955, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti a Bologna. Partita da una riflessione sull’arte informale, che è alla base di tutti i suoi lavori, dopo il ciclo dedicato alle “poltrone” si è dedicata a quello delle “rose”, iniziato nel 2003, utilizzando varie tecniche tra cui il ricamo su tela. Questo ciclo, dedicato alla terra e alla coltivazione delle rose, è nato in concomitanza con il trasferimento dello studio dell’artista in campagna, in provincia di Ferrara. Ogni opera è per l’artista una pagina di diario, in cui ritualità, lentezza e pazienza del gesto hanno un ruolo determinante. Dal 1992 al 2002 l’artista collabora con la galleria Studio La Città di Verona con cui partecipa a importanti fiere internazionali, poi con la galleria Studio G7 di Bologna e con altre gallerie italiane, tra cui la Galleria Plurima di Udine, Il Chiostro di Saronno e la MLB Maria Livia Brunelli Home Gallery di Ferrara.

Ingresso gratuito