Tra la variante inglese (covid) e la costante italiana (improvvisazione)

L’Italia non e’ un paese per vecchi.

Gli ultrasettantenni sono il 90% delle vittime del covid ma non sono una priorita’ per le vaccinazioni.

C’e’ il forte rischio che la terza ondata della pandemia sia la piu’ letale a causa della variante inglese.

Lo scorso dicembre quando la variante inglese fu localizzata nel Kent, il numero delle vittime del covid nel Regno Unito ed in Italia era pressoche’ uguale, circa 70000. In appena tre mesi nel R.U. ci sono state altre 53000 vittime, mentre in Italia “solo” 26000, questo significa che la variante inglese e’ doppiamente letale.

Non solo, i ricoveri negli ospedali raggiunse il picco di 60000, cosi’ come il numero dei contagiati al giorno.

Da notare che questi numeri furono raggiunti pur essendo il R.U. in lockdown nazionale, con scuole e negozi chiusi.

E’ evidente quindi il rischio di un forte peggioramento della situazione in Italia dove la variante inglese del virus sta sostituendo progressivamente quello precedente.

Fortunatamente, a giudicare dall’andamento della pandemia nel R.U., la curva dei dati e’ caratterizzata da una forte e costante discesa ed infatti adesso il numero dei contagi giornalieri e’ di circa 5000, i ricoverati in ospedale 10000 e le vittime intorno ai 200.

Nel miglioramento dei dati il lockdown nazionale avra’ avuto la sua parte, ma decisivo e’ stato il contributo della vaccinazione iniziata l’8 dicembre scorso che e’ riuscita a dare ad un terzo della popolazione almeno una dose di vaccino.

Non c’e’ dubbio che la vaccinazione nel R.U. sta procedendo bene rispetto al resto d’Europa grazie ad una serie di fattori particolari.

In primo luogo perche’ l’organizzazione sanitaria nazionale e’ centralizzata nel National Health Service ed in questo caso funziona meglio rispetto a chi ha un sistema decentralizzato.

Poi perche’ il R.U. vanta il vergognoso primato assoluto del maggior numero di vittime covid e quindi il governo di Boris Johnson ha puntato sulla vaccinazione come una specie di riscatto dell’onore nazionale. Infine, quando c’e’ da compiere uno sforzo collettivo, la popolazione disciplinamente si adegua.

Un altro fattore che ha contribuito al successo della vaccinazione e’ quello, apparentemente scontato, ma non lo e’ in Italia, di avere dato la priorita’, senza deroghe, alle categorie piu’ a rischio cioe’ personale medico e gli anziani.

Se i dati ci dicono che solo l’1% delle vittime ha meno di 50 anni mentre il 90% ha piu’ di 70 anni, la scelta di chi vaccinare dovrebbe essere obbligata.

In Italia invece si e’ cercato di procedere identificando le categorie e professioni piu’ a rischio, con il risultato assurdo di dare la precedenza a chi e’ per definizione  di sana e robusta costituzione e giovane come militari e poliziotti a scapito di anziani.

Pare che il governo Draghi voglia cambiare la strategia della lotta alla pandemia e sostituire la logica dei compromessi, delle mezze-misure, con un approccio piu’ militaresco quindi piu’ consono ad affrontare un’ emergenza nazionale come la guerra al virus.

Questo vuol dire poche ma chiare regole, comunicazione univoca, rispetto delle gerarchie e mobilitazione di tutte le risorse nazionali

-art.di Mario Incoronato-

Pubblicato da Redazione