Una intervista rilasciata dal commissario delle persone scomparse Silvana Riccio al quotidiano La Stampa

Ogni mese spariscono in Italia 1600 persone: di un terzo non se ne sa più nulla

Dal 1974 ad oggi sono 64mila le persone che non sono mai state ritrovate. Al via una campagna informativa per ricordare il fenomeno.

“Quando qualcuno scompare, non devi perdere tempo “. Da qualche tempo è iniziata una campagna sulle reti Rai a cura del Commissario straordinario per le Persone che  ricorda  un fenomeno poco noto: gli comparsi.

Ci vorrebbero cento trasmissioni di “Chi l’ha visto?” perché i numeri sono imponenti: circa 1600 persone spariscono ogni mese in Italia; ma per fortuna la stragrande maggioranza viene ritrovata.

Epperò per circa un terzo degli scomparsi non se ne sa più nulla. E così, anno dopo anno parte dal 1974, quando è iniziata questa tragica conta sono addirittura 64mila quelli ancora da trovare.

Un mare di persone scomparse: 11.254 nei primi dieci mesi del 2020; di questi 6.277 sono minori (42,3% quelli ritrovati), 4.931 gli adulti (66,6% quelli ritrovati) e 586 gli anziani over 65 (83,1% quelli ritrovati).

«Per fortuna – racconta il prefetto Silvana Riccio, attuale Commissario straordinario – il sistema italiano si è molto affinato nel tempo. La forbice tra scomparsi e ritrovati si restringe. Abbiamo piani provinciali di ricerca. Ci sono protocolli per le forze di polizia e per il volontariato, in modo che la ricerca sia efficace e ordinata. E ci sono anche protocolli per ospedali, case di cura, stazioni ferroviarie. Ma l’esperienza ci dice che prima arriva la denuncia, meglio è».

La campagna di comunicazione del governo per le persone scomparse

Di qui la campagna promozionale. E l’appello: non perdete tempo se un figlio o un congiunto o un anziano è scomparso.

Il tempo è una variabile importante. Dice sempre il prefetto Riccio: «Come è intuibile, prima scattano le ricerche, prima si trovano testimoni. Si possono ricostruire i percorsi. E i risultati arrivano».

Qualche dato: al 31 ottobre 2020, risalendo dal 1974 a ora, la banca dati del Viminale registrava 256mila denunce di scomparsa. Di queste, 191mila sono le persone ritrovate e 64mila quelle da ritrovare. La stragrande maggioranza sono stranieri. In particolare sono minori stranieri non accompagnati che scappano, e anche se per legge sono considerati «scomparsi» al pari degli adolescenti italiani, in genere hanno storie diverse. Sono episodi di fuga da casa per devianza, droga, oqualche volta per sottrarsi al bullismo o al cyber-bullismo. «Il Cyberbullismo, l’adescamento in rete (grooming), il ricatto sessuale (sexting) o addirittura l’estorsione sessuale (sextortion) – scrive il Commissario nell’ultima Relazione al Parlamento – rappresentano sempre di più un serio pericolo per i giovanissimi, che a volte cercano nella fuga una scappatoia che può trasformarsi in tragedia, come è accaduto in passato per alcuni casi di cronaca. Come riportato nel dossier “Have your say – bambini e adolescenti protagonisti della sfida digitale” di S.O.S. Telefono Azzurro del 2019, il disagio e la vergogna derivanti dal “sexting” (l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite internet o telefono cellulare) colpisce la privacy e l’identità degli adolescenti che porta il minore a fuggire e in casi estremi, anche al suicidio».

Gli adolescenti stranieri, invece, in genere cercano di raggiungere familiari o amici fuori dall’Italia. Di qui, per questi minori stranieri, una bassa percentuale di ritrovamenti. Anche perché le polizie straniere, quando questi giovani vengono fermati per un qualche controllo, raramente aggiornano le banche-dati internazionali.

In sostanza, i minori italiani ancora da ritrovare sono soltanto il 4,2% del totale delle persone scomparse, la maggior parte dei quali erano tra i 14 e i 17 anni al momento dell’allontanamento da casa. Tra essi, nel computo ci sono anche i bambini. Ed è un altro fenomeno ancora: «In questa fascia – scrivono – rientrano i minori sottratti da parte di un genitore che, senza il consenso dell’altro, si allontanano dal domicilio portando via il figlio. La sottrazione è internazionale se il genitore, non titolare della potestà esclusiva sul minorenne, lo conduce all’estero senza esserne autorizzato. Con l’aumento di matrimoni/unioni miste e di separazioni/divorzi, sempre di più ci si trova davanti a casi di bambini sottratti, in genere di età inferiore a 10 anni».

Il Commissario straordinario ha poi notato che nei tre mesi del lockdown c’è stato un sensibile calo delle denunce di scomparsa (-72,19% nel solo mese di aprile). Addirittura il calo delle denunce superava l’80% nel caso degli stranieri.

Evidentemente il divieto di circolazione ha bloccato tutti, sia chi era in casa, sia chi in centri di accoglienza, sia chi nelle case-famiglia. Nel periodo da marzo a maggio 2020 le denunce di scomparsa sono state in totale 1.645 (mediamente sono milleseicento al mese); riguardavano 754 minori (45,8%), 763 adulti (46,4%) e 128 anziani over 65 (7,8%). Le persone ritrovate sono state 1.107 ovvero il 67,3%. La percentuale più bassa di ritrovamenti si registra tra i minori stranieri (37%), mentre è alta la percentuale di anziani (85,9%).

«Con l’allungamento dell’età media e il diffondersi delle malattie neurovegetative – spiega il prefetto Riccio – il problema degli anziani che “si perdono” è indubbiamente cresciuto. Ecco perché, ancor di più per questi soggetti fragili, è importante una denuncia tempestiva. Le famiglie devono sapere che le forze di polizia sono sensibili e i piani di ricerca esistono».

– di Francesco Grignetti: Ministero dell’Interno-

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