Anghiari, il paese dove non cambia mai nulla ed è dimostrabile

201211140454_meritocraziaE’ un po’ che non scrivo, è vero. La ragione più importante è che scrivere di politica, mi sembra sempre meno utile.

O forse sarebbe meglio dire: è sempre stato abbastanza inutile, ma ora tale inutilità mi è ancor più chiara di prima.  

Da dove viene questo sentimento? 

Fondamentalmente da una constatazione: da diversi anni, in questo Paese «non muove foglia».

Tutto è immobile e congelato.

O forse sarebbe meglio dire: tutto cambia, ma gattopardescamente. Cambiano i governi, cambiano le mode, cambiano i palinsesti della tv, ma tutto avviene in modo che nulla di essenziale cambi davvero.

La gente aspetta, come sotto un bombardamento, che passi la buriana.

La classe politica forse si trastulla nella speranza di “agganciare la ripresa” dopo cinque anni tra i peggiori della storia anghiarese;   da loro ci aspetteremmo parole chiare e decisioni coraggiose, invece sembrano muoversi come se fossero impegnati in una caccia al tesoro, ma mai una vera scelta, mai un discorso non retorico ai cittadini.

Ecco perché non mi viene di scrivere l’ennesimo articolo.

La sensazione è che scrivere non sia nient’altro che dar “credito al nulla” o  prendere sul serio l’eterna ammuina della politica.

Prendiamo il «dibattito» interno al Pd. Che cosa c’è di nuovo?

C’è una sola idea: “nulla”.

Si poteva  pensare, e sperare, che qualcosa di nuovo fosse potuto  venir fuori dalle convulsioni del battuto PD.

Ma è prudente dubitarne, a giudicare dai segnali mai pervenuti prima e  sopratutto dopo la sconfitta.

Su entrambi i versanti dello schieramento politico anghiarese: vincitori e vinti, l’attenzione rifugge  dai nodi di politica economica e sociale, assai meno interessanti sul piano emotivo, ma molto più influenti sul futuro del Paese.  

Così,  le grandi questioni di civiltà sono assai più difficili da affrontare in una cittadina  che, anno dopo anno, diventa sempre più povera.

Senza tentare di tornare a crescere e a produrre ricchezza non avremo mai le risorse per affrontare i gravissimi problemi sociali: disoccupazione, sottoccupazione, povertà, illegalità diffusa, ignoranza. 

Su tutto questo la Lista Civica  e la cosidetta Sinistra sono sostanzialmente mute, fotocopia l’una dell’altra.

Non perché non abbiano le loro ricette, ma perché sono le ricette di sempre, che né l’una né l’altra sono state in grado di applicare con successo.

Ecco perché dico che questa è una “Cittadina  immobile, come congelata” che si anima  in certe occasioni solo per .merito di “associazioni cittadine” che, senza di loro, un grande freddo sembra avvolgere tutto e tutti.

Ormai i nuovi amministratori stanno tagliando il nastro dei fatidici 100 giorni ma nemmeno lontano dalle elezioni si ha il coraggio di parlare delle cose da cui dipende il nostro futuro, e in fondo anche l’opinione pubblica si diverte  ad assistere ai combattimenti di galli che  nemmno ci offrono al mattino  il “chicchiricchì” quale segno della loro presenza..

L’unica vera attenuante dei nostri politici: se sono quello che sono è anche perché noi facciamo ben poco per cambiarli. 

E così, rieccomi a scrivere. Ad aggiungere, anch’io, parole. Forse perché la speranza è l’ultima a morire. O forse perché anch’io, come tutti, non sono capace di cambiare. 

-Redazionale-